Quando c’era la F.L.M. (1)

Intervento di Michele Ventura a Tortona, presso la libreria “Namastè”, il 10 novembre 2022 in occasione della presentazione del libro di Renzo Penna “Il Lavoro come Valore”. Ventura, della Fim-Cisl, negli anni ’70 è stato l’operatore unico della Lega F.L.M. della zona di Tortona

Sono stato operatore unico FLM per la zona di Tortona dal 1975 al 1980.

E prima??:

  • i primi 14 anni della mia vita trascorsi con la mia famiglia nel Campo Profughi di Tortona, rimpatriati dalla Grecia, alla fine del secondo conflitto mondiale;
  • penultimo di nove figli, vengo bocciato in terza e quarta elementare;
  • a 15 anni entro come apprendista aggiustatore alla CMT;
  • tra i 15 e 25 anni le mie giornate passano tra fabbrica, bar, cinema, alla domenica calcio, ballo;
  • nessuna attività sindacale o di partito.

La svolta:

Maggio 1970 entra in vigore la legge n. 300, lo Statuto che dà dignità e diritti ai lavoratori. Tra questi il diritto a dieci ore all’anno pagate per effettuare assemblee e discutere problematiche che interessano i lavoratori.

Durante la prima di queste alla CMT, partecipano i tre responsabili provinciali di Fim, Fiom, Uilm. Al termine, ad ogni lavoratore viene consegnata una busta con dentro tre deleghe per scegliere a quale sindacato iscriversi: mi iscrivo alla FIM-CISL. Sapete perchè? Le tre deleghe erano di colore bianco quella della UIL-UILM, di colore verde quella della FIOM-CGIL e di colore Rosso quella della FIM-CISL. Presi quest’ultima pensando: E’ rossa, sarà quella dei compagni”. La firmai.

Non me ne sono mai pentito!

Nel 1971 mi iscrivo alla scuola popolare serale del Prof. Mario Giachero per il recupero della scuola dell’obbligo: tre anni in uno. In questo anno conosco la figura di Don Lorenzo Milani. Il nostro libro di lettura, la nostra antologia era “Lettera a una Professoressa”. Tra le varie materie approfondiamo la conoscenza degli articoli che compongono la Costituzione della Repubblica Italiana.

Nel 1972 conseguo il diploma di terza media e vengo eletto nel Consiglio di Fabbrica della CMT;

Il 12 ottobre 1975, Vittorio Bellotti, segretario Provinciale della FIM-CISL, mi chiede di uscire dalla fabbrica e di assumere l’incarico di Operatore Unico F.L.M della zona di Tortona, Inconsciamente accetto.

Le Aziende metalmeccaniche della zona di Tortona:

Acerbi, Mazzariol, OMT, Graziano, PTP, CMT, Tubicar, FIMU, Manelli, Natino,TTS, Rossi, AMA, PMD, Ingramatic.

Alcune dovevano ancora essere sindacalizzate.

Compito dell’Operatore era quello di coordinare l’attività sindacale, presenziare alle assemblee aiutando dove necessario, i Consigli di fabbrica nella contrattazione aziendale, mobilitare i lavoratori per la partecipazione alle manifestazioni zonali, provinciali, regionali e nazionali.

A quell’epoca, tra le richieste primeggia, il miglioramento dell’ambiente di lavoro; l’istituzione delle mense, per evitare che i lavoratori, specie quelli provenienti dai paesi delle vallate vicine, pranzassero riscaldando il cibo conservato nel “baracchino” preparato a casa la sera prima; l’istituzione della 14 mensilità, e dove possibile la creazione di biblioteche aziendali.

Per rivendicare migliori condizioni e maggiore salute nei luoghi di lavoro, con l’aiuto del Dr. Gatti, dell’ Ufficio Igiene dell USL 72 del Comune di Tortona, nelle aziende si effettuano riunioni reparto per reparto, dove i lavoratori devono per ogni rischio indicarne il grado di pericolosità con i termini: “poco, medio, eccessivo” su una griglia di sette rischi: rumore, infortuni, cancerogeni, bronco irritanti, silice, asbesto, microclima.

Ad ognuno dei quali è stato assegnato un colore, scaturisce così la “mappa grezza” di reparto dei rischi alla salute.

Le mappe di reparto, messe insieme, formano quella aziendale.

Questa indagine non viene applicata solo alle aziende metal meccaniche, ma viene estesa a tutte le aziende, di una certa consistenza, operanti sul territorio, formando così la “Mappa grezza dei rischi della Zona di Tortona”

Sulla base della mappa grezza aziendale, successivamente, intervengono gli specialisti, i tecnici dell’Ufficio Igiene che, con le loro attrezzature, entrano nelle fabbriche, misurano, reparto per reparto, l’inquinamento (il rumore, le polveri il microclima, ecc.), trasformando il “poco-medio-eccessivo” in numeri e precise percentuali.

Con in mano i risultati tecnici (combacianti quasi sempre con la mappa grezza), i Consigli di Fabbrica si incontrano con i responsabili aziendali per richiedere gli investimenti necessari ad eliminare o, perlomeno diminuire, i rischi riscontrati.

Nella primavera del 1976 entra in crisi la PTP , azienda che costruisce Dentatrici (macchine utensili che producono ingranaggi). I lavoratori non ricevono lo stipendio e, dopo l’annunciata volontà dell’azienda a voler cessare l’attività, occupano la fabbrica.

Il Vescovo di Tortona Monsignor Luigi Bongianino, dopo avere celebrato la Messa di Pasqua, nella fabbrica occupata, mette a disposizione 10 milioni di lire, vengono così distribuite 70.000 lire ad ogni lavoratore.

Passano i giorni la situazione non migliora e dopo un’animata assemblea decidono esasperati, in accordo con la FLM di zona, di recarsi in corteo verso il Comune dove i lavoratori presidieranno per alcuni giorni l’aula consiliare, ricevendo la solidarietà ed il sostegno di molti lavoratori e cittadini tortonesi.

La Giunta di sinistra non prese alcun provvedimento contro tale presidio. Mentre un noto esponente democristiano, dell’epoca mi si avvicinò dicendomi: “se c’eravamo, noi a quest’ora avremmo già chiamato i carabinieri”.

Nonostante la grande e lunga mobilitazione dei lavoratori e l’intervento in azienda del Sindaco e dell’allora ministro del lavoro Carlo Donat Cattin, la PTP viene dichiarata fallita il 1° marzo 1977 con la perdita di 170 posti di lavoro.

Per la nostra Città è stato un durissimo colpo.

Il 27 luglio 1978 viene emanata la legge n. 392, meglio conosciuta come la “legge dell’Equo Canone”. I lavoratori metalmeccanici, che vivono in case in affitto, vengono ogni sera nella sede della FLM con la lettera a loro inviata dal proprietario dell’alloggio con la richiesta di aumento del canone in base alla nuova legge. In breve tempo giungono lavoratori di altre categorie e non solo, pensionati, artigiani. Che fare? Riuniamo la segreteria di zona e si decide di dare una mano. Nessuno ha obiettato: “noi metalmeccanici cosa c’entriamo con l’equo canone?” “I lavoratori hanno questo problema e noi dobbiamo aiutarli”. Questo è stato detto!!

Ci si organizza, procuriamo un ciclostile, vengono stampati i moduli per fare il calcolo da cui scaturirà “L’equo affitto”. Si studia la nuova Legge. Non basta, è necessario effettuare la misurazione dei vani di cui è composto l’alloggio, cantine e solai compresi. Acquistiamo alcune rondelle da geometra e con l’aiuto gratuito e determinante di alcuni giovani disoccupati vengono effettuate nei mesi successivi più di 700 misurazioni. Sapete cosa significa entrare in 700 case? Non solo nel salotto buono ma nelle cucine, bagni, camere da letto, cantine. Abbiamo conosciuto ristrettezze economiche e povertà vissute con dignità.

Ricordo che durante una di queste misurazioni mi si allargò il cuore nel vedere nel corridoio una piccola libreria con tanti volumi ben allineati. Chiesi all’inquilino che tipo di libri fossero. Mi rispose: “Non so leggere e scrivere, sono le raccolte degli album di Tex Willer”.

Siamo stati sempre, da tutti, accolti con grande benevolenza ed alla fine ci veniva offerto il caffè (unica nostra ricompensa). Una volta determinata l’entità dell’affitto, si redigeva la lettera raccomandata da inviare al locatore contestando l’importo da lui richiesto. Nascevano dei contenziosi che venivano passati ai legali che lavoravano con la FLM. Vorrei qui ricordare la generosa assistenza degli avvocati Ezio Rolandi, Stefano Ponzano, Luigi Semini ai quali mi rivolgevo spesso e a volte con insistenza, per avere delucidazioni chiarimenti sulle nuove norme che regolano gli affitti.

Un sabato mattina mi venne sottoposto il caso di una signora molto anziana, cieca che avendo ricevuto la lettera di sfratto era disperata. Viveva sola e da anni in quell’alloggio in cui si muoveva con disinvoltura nonostante la sua cecità. Dove sarebbe potuta andare? Cercai di telefonare all’avv. Semini ma non lo trovai. Nel pomeriggio (ero a casa mia) mentre stavo suonando la fisarmonica, mi ricordai di quel problema e, con la fisarmonica ancora in braccio telefonai all’avv. Semini. Mi rispose ma, non feci in tempo ad accennare al caso che mi disse: “Ventura, varda ca son un lavoradù anca mi (Ventura, guarda che sono un lavoratore anch’io)”.

Replicai: “Se anche lei è un lavoratore, attenda un attimo avvocato”. Posai la cornetta sul tavolo e con la fisarmonica gli suonai “Bandiera Rossa”.

Con il contratto nazionale dei metalmeccanici del 1973 viene riconosciuto il diritto allo studio, le famose “150 ore” all’anno pagate, con le quali sono stati istituiti corsi scolastici effettuati durante l’orario di lavoro, dando la possibilità a migliaia e migliaia di lavoratori in tutta Italia, di conseguire il diploma di terza media e nello stesso tempo attuare, l’inapplicato dettato costituzionale: “Art. 34 …. la scuola è gratuita e obbligatoria per almeno otto anni”.

La FLM attraverso il sindacalista Giovanni Carpene‘, che a livello provinciale, con passione, segue le “150 ore”, organizza in tutta la provincia di Alessandria corsi serali per lavoratori che non potevano fruire di tale conquista.

Anche a Tortona ne vennero istituiti e noi si dava una mano. Mi trovai a presenziare alla serata di inizio di uno di questi corsi in un’aula della locale scuola media. Avevo davanti a me una ventina di lavoratori di età compresa tra i trenta e i quarant’anni provenienti, in gran parte, da fabbriche e cantieri edili cittadini che, dopo una giornata di lavoro erano tornati a sedersi sui banchi di scuola abbandonati anni prima. Era presente pure il Preside che, dopo avere portato i suoi saluti, si sentì in dovere di dire: “Certo, se quando era il momento, aveste studiato e vi foste impegnati un po’ di più oggi non sareste qui”.

A quelle parole mi sentii avvampare, stizzito e ad alta voce chiesi a quei lavoratori: “Chi di voi ha il padre che è: ingegnere, dottore, avvocato, geometra o ragioniere si alzi in piedi!”. Nesuno si alzò!

In prossimità del 25 aprile si tenevano assemblee dei lavoratori con la partecipazione di esponenti dell’ANPI, durante una di queste alla CMT , partecipò il partigiano Osvaldo Musso di Castelnuovo Scrivia alla fine della quale, vennero consegnate a tutti i lavoratori 140 copie del libro “Sei condanne due evasioni” la vita del partigiano Sandro Pertini. Libri acquistati con i fondi della nostra biblioteca aziendale.

Se ricordo bene, verso la fine e i primi anni dell’ 80, entra in crisi l’esperienza unitaria della FLM. Esperienza che aveva portato all’operatore unico, al bilancio e alle sedi unitarie, per i nuovi iscritti tesseramento al Fondo Unitario, quindi alla FLM, senza più scegliere tra CGIL,CISL, UIL, a memorabili conquiste di progresso per i lavoratori.

Per me che dicevo convintamente: “Uniti si vince, uniti si migliora la democrazia” è stato come un pugno nello stomaco.

Comunico le mie dimissioni dall’incarico affidatomi nel 1975 e, dal 2 gennaio 1981, riprendo il mio posto di aggiustatore meccanico alla CMT di Tortona dove, alle ore 8, 05, mi viene incontro il direttore dell’azienda, il buon Franco Vercelli, che mi saluta a suo modo: “et gni chi turna a ront’ ar ball ? (sei tornato qui a rompere le palle?)”.

Art, 1 della Costituzione: “l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro…. “

Art. 3 “…… La sovranità appartiene al Popolo...”

Come cittadini, con il lavoro conquistiamo il valore della libertà (per essere soprattutto liberi dal bisogno), il valore della dignità, della solidarietà, dell’eguaglianza, dell’inclusione, dell’emancipazione.

Con il lavoro e i suoi valori percorriamo la strada maestra che ci aiuta a diventare cittadini sovrani, come ci vuole la nostra bella Costituzione nata dalla Resistenza.

Grazie Renzo per avere, con il tuo libro, ricordato l’esperienza ed il valore dei metalmeccanici alessandrini.

Tortona, 10 novembre 2022

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