“Cloaca Maxima”

Letteralmente “la fogna più grande”, è un capolavoro di opera idraulica dovuto inizialmente a Tarquinio Prisco (VI sec. a.C) ed estesosi nei secoli dello splendore di Roma per far fronte ai bisogni della Città: decisamente inappropriato dunque associare tale monumentale eredità storica al degrado di Alessandria, ma è Cloaca Maxima il pensiero che mi prende uscendo di casa, dovuto in parte all’inciviltà di alcuni e più segnatamente all’incuria dei suoi amministratori.

Sporcizia richiama Sporcizia, Rispetto insegna Rispetto… non dico nulla di originale. Se a ciò si aggiungono le opere di “abbellimento” della città a partire dagli anni sessanta che rivivono come un brutto sogno in chi, come me, ha il ricordo di un’armonia perduta, lo sconforto mi porta a ribadire che “l’ignoranza non possiede memoria” e, unita all’incompetenza, è una catastrofe. Mi sento benevola nel limitarmi … tralasciando, per carità di patria, l’ala nera di sordidi interessi.

Non ne faccio una questione di colore politico poiché Destra e Sinistra sembra siano state in competizione nel superarsi. Ciò che era non può rivivere ma le scarse risorse delle casse comunali ci forniscano una pausa, salvo impegnarsi nella ricerca del decoro dovuto ai cittadini che pagano le tasse. Eccomi al punto.

Piazza Garibaldi è una delle nostre piazze più belle, il primo incontro del visitatore che approda alla città attraversando i giardini, orgoglio d’un tempo che fu. Percorrendola ogni giorno ne conosco ogni piastrella rotta (pazienza …); a seguire, ecco l’illuminazione fioca dei brutti lampioni “moderni” al posto dei bellissimi d’un tempo, finiti chissà dove (pazienza …); e ancora le tinteggiature diversificate dei palazzi per le quali non è stato posto un vincolo di uniformità (pazienza …); ma la sporcizia no, quella è imperdonabile. Non esiste in alcun luogo del Piemonte una simile incuria, dal borgo più piccolo alle città capoluogo. Eppure è sufficiente spostarsi pochi chilometri in provincia per compiacersi di centri storici armoniosamente concepiti e mantenuti nel rispetto dell’ambiente e delle identità locali, dove passeggiare per il Corso costituisce un piacere, non un azzardo.

Alla base delle colonne la pietra è “sfumata” in artistici fregi dalle urine umane e animali risalenti, quelle sì, ai tempi della Cloaca Maxima; i piccioni hanno trovato casa in luoghi indisturbati dai quali defecare amabilmente… ricoprendo di deiezioni a mucchio gli angoli. Stamane le ho ritratte in fotografia quale esempio di decoro urbano da far rabbrividire anche il passante meno attento.

Ma tutto tace. La Città appare silente e rassegnata, ingrigita dalla Grande Bruttezza… fino a quando, non sia mai, uno squittire ci risveglierà e un esercito di ratti prenderà il sopravvento occupando Palazzo Rosso e chissà … la riduzione dei costi limitati al consumo di parmigiano influirà positivamente sul bilancio.

Marina Elettra Maranetto

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