Collo torto

No, non si tratta di un capo indiano, di quelli che parteciparono alla battaglia di Little Big Horn, come Toro Seduto o Crazy Horse, si tratta di qualcosa di ben diverso.

Una delle caratteristiche fondamentali della storia italiana recente è quella di rivolgere il capo perennemente all’indietro, verso un passato glorioso a fronte di un presente molto miserevole.

Questo riguarda molte importanti città italiane, che sembrano prendere ossigeno solo dal passato, prossimo o remoto.

Facciamo degli esempi pratici: Torino, la città sabauda, sembra voler ricordare soltanto il suo ormai lontano passato con i Savoia oppure la presenza di un re come Gianni Agnelli, che per oltre un ventennio ha rappresentato una scelta monarchica sui generis.

Firenze, nel suo eterno rimpianto del periodo d’oro che si aprì nel 1265, con la nascita di Dante Alighieri, e molto probabilmente terminò nel 1564 con la morte di Michelangelo: tre secoli, ma sicuramente da incorniciare nella Storia.

Poi Venezia, ansiosa di ricordare i gloriosi momenti della Repubblica Marinara, ed i secoli di lotta contro il nemico Ottomano, preponderante.

Non parliamo poi del ‘700 veneziano, così decadente, ma al tempo stesso così pieno di personaggi notevoli (come Casanova).

Ma sicuramente la città che più di ogni altra ha il collo torto verso il passato è Roma, che o ripensa all’antico Impero Romano o al suo Rinascimento, così diverso da quello Toscano.

Forse, l’unica città che mantiene un giusto equilibrio fra passato, presente e futuro è Milano, che riesce in qualche modo ad equilibrare i tre tempi storici, in modo che nessuno prevalga sugli altri: Milano ha un presente, ma sicuramente anche un futuro. Il passato lo conosciamo.

Di cosa stiamo parlando? Della incapacità di guardare in faccia la realtà, di vedere le cose come sono e non come vorremmo fossero, di non raccontare favole.

Ma sembra che ci sia una incapacità costituzionale di guardare avanti, mentre è più facile indossare maschere greche, etrusche, romane, con cui è semplice nascondere la verità.

Se fossimo capaci di togliere tutte queste maschere, cosa troveremmo sotto?

Una testa con il collo torto, come una maledizione.

Ma anche verso l’Europa c’è questo atteggiamento negativo, questo voler addossare agli altri le colpe a tutti i costi, per esempio alla Francia, che ha oltre 7 milioni di immigrati, o alla Germania, che ne ha 6 milioni, ma che ha avuto l’accortezza di scegliere quelli più qualificati, quelli più istruiti.

E’  forse una colpa della Francia o della Germania se l’Italia è letteralmente aggettata nel Mediterraneo e si trova di fronte alle sponde dell’Africa?

Anche qui un tentativo quanto mai goffo di voler coprire le proprie mancanze, le proprie deficienze, addossandole agli altri, ai vicini, di cui tutto si può dire, si può criticare, se non che stanno facendo un “regalo” di 209 miliardi con il PNRR.

Tolte le maschere, sapranno a Roma come spendere tutti questi soldi?

Viator

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