Compensazioni

In questi ultimi tempi, diciamo dal 2020 in poi, sembra che molte donne raggiungano degli status elevati in tutti gli ambiti, politici, economici, sociali.

Assistiamo ad una autentica esplosione di donne molto preparate, che assurgono ai livelli prima assegnati prevalentemente o soltanto agli uomini.

Io direi che è dagli anni ‘70, cioè da quando Erica Jong pubblicò “Paura di volare”, negli Stati Uniti, o che in Italia signore come Adele Faccio esprimevano la volontà di un “levelling” con il sesso maschile, che il problema della parità assoluta uomo-donna si pone in modo centrale.

Purtroppo sembra che cinquant’anni siano passati quasi invano e che molte speranze di allora siano finite nel dimenticatoio per vari decenni, come se ci fosse stata una sospensione (“epoché”) del tempo.

Certo è che negli ultimi anni la scalata delle donne ha assunto ritmi frenetici e in posizioni di tutto rilievo: in Europa Ursula Von Der Leyen è divenuta Presidente della Commissione Europea, Roberta Metsola la nuova Presidente del Parlamento Europeo, mentre Christine Lagarde è arrivata ai vertici della Banca Centrale Europea.

Nella piccola Italia la Meloni è diventata Presidente del Consiglio, mentre Elly Schlein è la maggiore oppositrice.

Un trionfo quindi delle quote rosa, anzi, un’onda che si muove sempre più velocemente e che sembra inarrestabile.

Da un punto di vista estetico, è evidente che la presenza di eleganti signore, al posto di grigi politici, sopportati per decenni, è un grande passo avanti.

Ma, in termini pratici, siamo sicuri che la Meloni abbia la stessa testa di un Almirante?

Oppure che la Schlein possa avere le capacità di attrazione di un Berlinguer?

A me sembra che messe da parte tutte le “quote rosa” o “quote azzurre” sia il caso di assegnare delle posizioni rilevanti a chi le merita, punto e basta.

Per cui ritengo che Titoli, Meriti, Competenze sia la Trinità a cui bisogna affidarsi per collocare persone giuste al posto giusto.

Va bene l’alzarsi di questa marea femminile, ma non in modo indiscriminato, anche perché dobbiamo ricordarci che gli Italiani hanno la brutta abitudine di seguire la corrente in modo pecoreccio, come avvenne con Mussolini cento anni fa e con altri personaggi giustamente riposti nel dimenticatoio della Storia.

Viato

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