Dal “nostro” programma elettorale…

Molto interessante questa vigilia elettorale che ci porterà felici e- speriamo – vittoriosi al 12 giugno 2022. Le tematiche ambientali, più ancora di quelle sociali o culturali (con le questioni urbanistiche risolte con brevi proclami…), stanno tenendo banco e, alcuni passaggi del programma del Sindaco Abonante, lo confermano. Una volta si sarebbe detto “un occhio al  voto moderato e liberale, poco incline ad avere “lacci e lacciuoli” che ne modifichino le abitudini. Tanto meno se a proporle sono gli odiati Verdi, quelli del “no” pregiudiziale, prima ancora di vedere le “carte”.

A riprova di questo… la parte riguardante ambiente, lavoro, resilienza.

“È passato il tempo della contrapposizione tra produttività e competitività economica, sostenibilità e vivibilità. La competitività economica di un’area urbana può e deve essere conciliata con le esigenze di salvaguardia dell’ambiente e della qualità della vita dei cittadini, senza che si debba scegliere qual sia la priorità. La transizione ecologica può e deve diventare a tutti gli effetti una linea di sviluppo per la città, non una serie di obblighi a cui adempiere in modo passivo.”

…Non una serie di obblighi a cui adempiere in modo passivo… fa il paio con “gli ambientalisti sanno solo criticare e non si impegnano per trovare soluzioni attuabili”…”Troppo comodo fare politica senza proporre…”. In realtà non c’è mai stata nessuna comodità in sessant’anni di ambientalismo dal “Silent spring” della Carson, anzi. Da sempre continuiamo a scrivere (e a ripetere) che è nel mondo dell’industria, nell’ideazione di un prodotto, nella sua concezione in divenire riciclabile, che si possono fare i passi più significativi. Le raccolte della plastica lungo sentieri o fiumi, le contumelie sui sistemi errati di raccolta rifiuti e successivo riciclo, purtroppo, hanno un peso limitato. C’ è qualcun altro che si deve muovere e impegnare….Potrà anche avere un momento di passaggio in cui “guadagnerà un po’ meno” ma, una volta reimpostata la linea di lavorazione, non mancheranno i successi. E quel superamento della  “contrapposizione tra produttività e competitività economica, sostenibilità e vivibilità” ha proprio quel significato. Ma il Sindaco Abonante ( e la sua Giunta) saranno in grado di fare le pressioni giuste, a tutti i livelli? Senza rinchiudersi nel “non ci riusciamo perche’ è compito d’altri”?

L’affermazione successiva fa presagire cinque anni di fuoco…”Una qualità ambientale maggiore significa una città più attrattiva per tutti. Basta con l’uso indiscriminato del territorio, alla corsa a “riempire”. Sì ad un cambiamento nella logica di utilizzo intelligente e consapevole del territorio e delle risorse naturali. In quest’ottica la mobilità e i trasporti, anche visti nell’ottica di area vasta metropolitana Alessandria-Valenza-Tortona, devono essere visti sia come fattore di sviluppo economico, sociale e culturale, sia come elemento di cambiamento verso il paradigma della sostenibilità. Prevediamo di imprimere un cambiamento di rotta significativo.”  Queste enunciazioni di massima vengono, poi, dettagliate:

.-. Una politica di attenzione concreta alla qualità dell’aria e alle emergenze ambientali,  attraverso una maggiore collaborazione con l’ARPA e gli Atenei per   l’individuazione di soluzioni  di monitoraggio ed intervento e un dialogo costruttivo con le organizzazioni attente all’ambiente.

.-. Pianificazione sostenibile dello spazio pubblico, perché non siano più consentiti insediamenti produttivi di grandi dimensioni all’interno delle tangenziali e a ridosso dell’abitato, come avvenuto recentemente a beneficio di un grande centro logistico.

.-. La produzione su ampie superfici deve avvenire nelle zone urbanisticamente vocate. 

.-. La diffusione dei centri commerciali di piccole, medie e grandi dimensioni, compatibilmente con la pianificazione regionale, deve essere ripensata e ordinata perché appare ormai sovradimensionata e caotica.

.-. Un nuovo piano regolatore: che sia adeguato alle trasformazioni economiche e alla transizione ecologica oggi priorità irrinunciabile.

.-. Valorizzazione in chiave ambientale e di fruizione dell’area lungo riva Tanaro e Bormida; l’incentivo alla produzione di energia da fonti rinnovabili.

.-. La promozione di Comunità energetiche e la diffusione di buone pratiche.

.-. La riduzione dei consumi e la riqualificazione energetica patrimonio edilizio pubblico.

.-.  Una mobilità davvero sostenibile (per l’ambiente, per i cittadini, per il tessuto economico locale), attraverso:

  • applicazione del Piano urbano della mobilità sostenibile esistente e il suo adeguamento, introduzione di ZTL che migliorino la fruibilità urbana per i cittadini senza penalizzare il commercio.
  • pianificazione concreta del Movicentro per adeguare il capoluogo e la sua stazione alla realtà del territorio provinciale, e come soluzione a traffico, caos e disservizi. 
  • Cercare di utilizzare gli spazi non più utilizzati dalle Ferrovie e Poste di fianco alla stazione a tal scopo è una possibilità non semplice ma inderogabile.
  • Ripensamento dell’area a ridosso della stazione ferroviaria come snodo per i flussi in arrivo da sud (a monte del cavalcavia del Cristo) da est e da ovest e piena funzionalizzazione delle aree parcheggio più ampie.
  • nuove aree parcheggio, adeguate agli obiettivi di mobilità sostenibile, con arredo urbano ad hoc, aree verdi a mitigazione dell’inquinamento e del rumore.
  • vincoli urbanistici contro la sosta selvaggia nell’area centrale, riduzione delle aree a tariffazione (Corso Monferrato e area Piazza Matteotti) e ampliamento dell’uso della sosta libera con disco orario, incentivare i vigili urbani al controllo della disciplina del traffico.

“Davvero sostenibile” come? Verrebbe da chiedere. Le enunciazioni precedenti sono poco più che un elenco di impegni futuri, senza proposte realistiche e credibili. Le questioni inerenti la viabilità centrale in collaborazione con il mondo del commercio sono già state risolte vent’anni fa in città di pari grandezza. Così come un sistema integrato di parcheggi a corona e di accessi facilitati al centro città (senza auto). Non si tratta di fantascienza ma di proposte ben conosciute e studiate in ambito trasportistico ed urbanistico. La “concessione” dell’eliminazione delle aree a linee blu, seppure per piccoli tratti, può essere condivisibile ma andrebbe subito innestata in un piano parcheggi e soste degno di questo nome . E conseguente ai circa 700.000 euro che si sono spesi a partire (prima in lire) dal 1993 in progetti inerenti la viabilità sostenibile. Ma andiamo avanti, sperando in qualcosa di più pregrante…

  • Soluzioni tempestive e innovative di miglioramento della viabilità da Spinetta M.go;
  • Garantire un sistema di trasporto più efficiente , più economico, più sicuro e accessibileper tutti, anche attraverso un nuovo disegno delle linee e un rinnovamento graduale del parco mezzi.
  • Implementare la sicurezza sui bus installando, oltre alle telecamere, il “Panic Button“, ossia un pulsante all’interno della cabina a disposizione dell’autista da premere in caso di emergenza per situazioni di pericolo e non rispetto delle regole.
  • Istituire, al sabato sera e nei giorni prefestivi, un servizio di trasporto A/R a chiamata anche con l’ausilio dei taxisti e ncc per i giovani 14-18 anni residenti nei sobborghi della nostra città.
  • Servizi navetta per il centro e creazione di un punto di interscambio per la Fraschetta;
  • Autonomia gestionale del sistema di programmazione dei trasporti e forte dialettica con l’agenzia per la mobilità piemontese;
  • Servizio di trasporto gratuito per i residenti dei sobborghi: al fine di ridurre l’utilizzo dell’auto in città e incentivare l’utilizzo del trasporto pubblico si prevede per i richiedenti, residenti nei sobborghi, la stipulazione di una tessera annuale che consenta di raggiungere il capoluogo senza ulteriori costi.

Anche in questa sequela di buoni propositi non si intravvede un filo conduttore forte che faccia da collante e promozione al “tutto” (ammesso che si realizzato)

  • Riorganizzazione del servizio.
  • Trasporto gratuito per studenti con disabilità: prevedere la gratuità del servizio nel tragitto casa scuola/centro diurno.
  • Ridefinizione della logistica urbana per regolare in modo efficace e sostenibile la distribuzione delle merci, anche attraverso un centro di distribuzione urbana a complemento di iniziative di riduzione del traffico urbano.

Anche qui alcune linee di massima ma niente più. Che significa “Ridefinizione della Logistica Urbana” ? se su questo punto si muovono interessi ben superiori al più volenteroso dei Comuni… Inserirlo a freddo in un programma senza un minimo di spiegazione, vistas l’importanza dell’argomento, è disarmante.

  • Il miglioramento della raccolta differenziata: con investimenti mirati per il graduale aumento della raccolta porta a porta e il miglioramento e l’intensificazione del servizio su strada fino a raggiungere l’obiettivo della tariffa puntuale che consente di parametrare la ľARI sulla quantità di rifiuti realmente prodotti consentendo un risparmio ai cittadini virtuosi. 

Con questa dizione potrebbe andare bene tutto , anche il recente provvedimento votato dalla Giunta uscente ed, evidentemente, non adatto a tempi e abitudini  dei cittadini.

  • La ciclabilità urbana come elemento strategico;
  • Ampliamento della rete, migliore manutenzione e funzionalità di quella esistente; considerazione di tutti i quartieri e tutti i sobborghi all’interno di un piano di ciclabilità urbana;
  • Realizzazione di parcheggi dedicati e sicuri, a cominciare dalla stazione FFSS; supporto alle iniziative di diffusione della cultura della bicicletta;
  • Promozione del rapporto cittadini-ambiente agricolo e naturalistico: proposta di una gestione inclusiva di aree agricole poste nella prima cintura della città in modo per la fruizione della collettività per attività ciclo pedonali (con contributi per la gestione delle strade di campagna senza l’uso di diserbanti, creazione di piccole zone alberate, panchine/tavoli per aree pic-nic, attrezzi per esercizi fisici.
  • Impulso a progetti intersettoriali come quelli del distretto del cibo e incentivazione di filiere produttive corte con positiva ricaduta sia sulle imprese agricole che sull’ambiente che sul consumatore (stagionalità e freschezza delle materie prime, controllo e verifica diretta sui metodi di coltivazione);
  • Mitigare gli effetti inquinanti delle attività produttive con un’agricoltura più attenta all’ambiente comprendente la lotta integrata.
  • Tavolo di confronto con ANAS e provincia per la ridefinizione dei percorsi dei mezzi agricoli in area urbana e periurbana.

Sono già cinque le proposte, fatte in circa 15 anni, riguardanti percorsi ciclabili sicuri, continui, privilegiati rispetto alle auto, completi… Tre amministrazione e nulla finale. Parcheggio bici agibile e piacevole in stazione (altra promessa eterna…). Novità riguardanti i terreni agricolo e la promozione di  “distretti per il cibo” ma, temiamo, anche questi con tempi biblici. Col risultato di tenerci da anni una città poco vivibile, non resiliente, con lo stesso traffico caotico (forse peggio) di prima del marzo 2020. Una città in cui è difficile parcheggiare e dove i parcheggi, se trovati, sono carissimi. Una città che continua a non prendere in considerazione alcuni passaggi delicati dell’immediato futuro: la EGEA che farà partire un mastodontico servizio  calore partendo dal “teleriscaldamento” con bollette del gas in continuo rialzo e la convivenza difficile con un polo chimico di livello mondiale, in perenne scontro tra la critica totale (al limite della richiesta di chiusura) con la ripetizione di sperticati apprezzamenti al minimo segno di vita attiva. Trentacinque nuovi impiegati nella Solvay non sono quisquilie, così come la giusta segnalazione dell’impossibilità a procedere a bonifiche radicali e prodonde, in assenza di fondi. In modo particolare preoccupa la facilità con cui ci si augura un connubio naturale fra attenzione all’ambiente e imprenditoria più o meno grande , in mancanza di una carta della trasformazione economica (che andrà a coinvolgere tutti i settori vitali di città e dintorni) concertata con i vertici del Commercio e dell’Industria. I libri e le testimonianze del prof. Giorgio Nebbia, sullo specifico, potrebbero aiutare e potrebbero far scalare alla nostra città una ventina di posizioni nel consueto appuntamento  annuale della “città con più problemi ambientali”. Riprendendo il discorso “teleriscaldamento” Egea, sarebbe utile, invece, fare di Alessandria una città all’avanguardia nel campo delle rinnovabili. Una volta eravamo leader del settore…mentre oggi importiamo moltissimo. Ma ci possono stare le “rinnovabili” in un piano complessivo promosso dall’ente locale? Irena (agenzia specializzatain analisi  di funzionalità energetica) ne è perfettamente consapevole e, partendo dal generale arriva poi ai Comuni. In particolare, per l’Agenzia, i maggiori consumatori di energia del mondo e gli emettitori di carbonio del G20 e del G7 dovrebbero sostenere la fornitura globale del 65% di energie rinnovabili nella produzione di energia entro il 2030. Sono Cina, USA, India, Europa, Brasile che, grazie ad un nuovo impegno di manod’opera specifica di quasi cento milioni di nuove unità, andrebbero a tamponare, almeno temporaneamente la situazione. Circa cento milioni di nuovi posti di lavoro per le progettazioni e le realizzazioni in impianti solai, eolici, delle onde, geotermici, su base idrogeno e sull’idroelettrico leggero. Con coinvolgimento diretto delle comunità locali, probabilmente da consorziare, con l’obiettivo di concorrere con suggerimenti, aumento dei controlli, semplificazioni diprocedure, alla riduzione dell’effetto serra e ad un ritorno alle stagioni ai tempi giusti. <Vedremo.

 

 

 

 

 

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