In occasione della uscita del nuovo libro di Agostino Spataro “Delitto La Torre, fu solo mafia?” pubblichiamo le avvertenze scritte dall’autore.
I 213 giorni di Pio La Torre in Sicilia
1 Con il tempo, l’interrogativo che figura nel titolo di questo lavoro continua ad aleggiare, pressante e insoluto, sopra un’opinione pubblica sempre più convinta che non fu solo mafia e che pertanto sia necessaria una risposta più appropriata. Dopo 42 anni, d’indagini, di processi e anche di polemiche politiche e mediatiche, che lasciano trasparire nuovi brandelli di verità, quel “Non” appare viepiù condivisibile come risultanza di una deduzione logica derivata dall’analisi del complesso contesto investigativo e intuitivo di riferimento. Nel libro non troverete nuove rivelazioni, oltre a quanto è stato già detto e scritto su questo gravissimo delitto politico, ma solo la riproposizione dell’esigenza di cercare ancora per individuare e perseguire altre, eventuali responsabilità connesse. Compito, questo, che appartiene agli organi preposti che hanno la competenza istituzionale e gli strumenti idonei a tal fine.
Lo scopo precipuo di questo lavoro è quello di contribuire, mediante l’uso di un certo numero di note, episodi, articoli, documenti parlamentari, foto, per altro riportati in un ordine imperfetto, alla ricostruzione degli ultimi 213 giorni vissuti da Pio La Torre da segretario regionale del Pci siciliano.
Avverto che la gran parte dei materiali qui raccolti provengono dal mio archivio ai quali se ne aggiungono altri di varia provenienza ritenuti appropriati.
Pubblico questo libro, a mie spese e in pochi esemplari, in primo luogo per un doveroso omaggio alla memoria di Pio La Torre e di Rosario Di Salvo in occasione del 42° anniversario del loro, barbaro assassinio e, al contempo per puntualizzare, precisare alcuni passaggi della vicenda che precisi non sono.
La ricostruzione, seppure sommaria, di queste 30 settimane e mezza mi consente, inoltre, di ricordare taluni momenti della mia collaborazione con Pio, soprattutto sul piano del comune impegno alla Camera dei Deputati, in ciò avvalendomi di materiali parlamentari, appunti sul dibattito interno al Pci e di taluni episodi relativi alla sua breve esperienza conclusasi con l’attentato del 30 aprile 1982 in via generale Turba, a Palermo.
2 Nella vita del Pci siciliano il ritorno di La Torre segnò uno spartiacque fra un “prima”, che si trascinava con una certa rassegnazione, e un “dopo” svoltosi all’insegna della lotta contro il sistema mafioso e la decisione d’installare 112 missili nucleari Usa a Comiso.
Due obiettivi chiari, adeguatamente motivati, che Pio propose al congresso regionale del Pci del gennaio 1982 che lo confermò segretario.
Fu quella una stagione breve ma intensa, ricca di dibattiti, di riflessioni, di confronti a vasto raggio e, soprattutto, di mobilitazione popolare unitaria che rianimarono il ruolo della sinistra pacifista e contribuirono a ravvivare l’immagine di una Sicilia che sembrava subire passivamente il malgoverno dilagante, al centro e in periferia, e la inquietante militarizzazione, convenzionale e nucleare, del suo territorio.
Dal 29 settembre 1981 al 30 aprile 1982, tanto durò il suo incarico, Pio intraprese un’azione quasi frenetica per scuotere il partito siciliano che usciva da una nuova sconfitta elettorale e che appariva intorpidito anche di fronte alla tremenda prospettiva di vedere trasformare l’Isola in un formidabile avamposto militare e nucleare.
Un cambiamento assai inquietante che aggiungeva al sottosviluppo, alla marginalità economica la cappa di una crescente militarizzazione foriera di gravissimi rischi per la vita del popolo siciliano e compro-metteva gli sforzi intrapresi per consolidare la pace e la cooperazione economica e culturale fra l’Italia, la Sicilia e tutti Paesi dell’area mediterranea e del mondo arabo. Non volevamo farci nemici popoli che sentiamo amici.
3 Partendo da codesti temi e problemi, Pio riuscì a scuotere quel partito a forte caratterizzazione contadina, a mobilitare le nuove generazioni e settori importanti della cultura e ad impegnare, in un confronto creativo e coinvolgente, personalità di rilievo del mondo cattolico e dell’area socialista. L’impulso e la velocità della sua azione politica erano tali da sconvolgere sonnacchiosi recinti, tanto da far pensare ad una sorta di “personificazione” del processo politico che, talvolta, può condurre all’isolamento. Nelle alte sfere dei centri di potere interessati, nazionali e internazionali, si sarà notato questo cambio di passo dovuto, in gran parte, all’azione di Pio La Torre che stava ridestando, in Sicilia e altrove, lo spirito combattivo del popolo pacifista e mirava a ritardare il programma di riarmo nucleare per favorire la trattativa sul disarmo avviata a Ginevra. Bisognava, dunque, fermare il protagonista di questo “dopo” e ritornare al “prima”. E questo avvenne!
Tuttavia, il loro sacrificio non fu inutile. Anzi, quella memorabile battaglia contro tutti i missili dell’Est e dell’Ovest, contribuì a spingere la trattativa fra Usa e Urss che nel 1987 porterà alla firma di un trattato per l’eliminazione dal teatro europeo dei missili nucleari intermedi. Una vittoria solenne, adamantina dei popoli della pace che dedicammo alla memoria di Pio e di Rosario
Oggi, nel vivo dei tremendi conflitti in corso in Ucraina e nel vicino Oriente, in cui viene affacciata, con una certa nonchalance, la possibilità di una guerra nucleare limitata, non è difficile immaginare quali pericoli avrebbe potuto correre la Sicilia, già gravata di una pluralità di basi e di infrastrutture militari italiane e Usa, con quei 112 missili nucleari basati sul suo territorio. Ovviamente, la preoccu-pazione resta grande. Tuttavia, grazie allo smantellamento e alla distruzione dei missili nucleari basati a Comiso, ci sentiamo un po’sollevati e speranzosi che l’Italia, l’Europa e il mondo intero non abbiano a subire un eventuale confronto nucleare… Grazie Pio! (a.s.)
Aprile, 2024.
Agostino Spataro
Scheda del libro: pagg. 252- ISBN: 0000001330648- prezzo euro 18- in vendita in diverse librerie on line
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