A Mario Salomone, così come ad altre/altri candidat* all’impegnativo compito di rappresentanza in ambito europeo, abbiamo chiesto alcune valutazioni sul valore dell’Europa oggi e di come, fattivamente, si potrebbero “declinare” i capisaldi dell’Europeismo, quello vero. Ecco le risposte, di fatto anche “proposte”.
(Intervista fatta a termini di legge. Secondo approfondimento con le/i candidat*)
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DOM. 1 – Può riassumerci un suo breve profilo collegandolo alle motivazioni per cui ha accettato la candidatura?
Sono sensibile ai temi ambientali fin da ragazzo e all’università mi sono laureato con una tesi sul rapporto uomo-natura. Ho coltivato poi questi temi, sia in Italia sia a livello internazionale con la rete WEEC, nell’insegnamento, nella ricerca e nel giornalismo, senza trascurare la narrativa, ad esempio con il mio romanzo fanta-ecologico “Messaggio dal futuro”, che ha ottenuto la menzione al premio di Legambiente “Libro per l’ambiente”.
Ho accettato la candidatura perché la transizione ecologica è a rischio, insieme a tanti altri campi che in un mondo in cui tutto è interconnesso si ricollegano all’aspetto ambientale: pace, diritti, giustizia sociale. Le prossime elezioni europee sono le più importanti e decisive degli ultimi trent’anni. E Verdi e Sinistra sono senz’altro la formazione più impegnata e coerente su questi temi.
DOM. 2 – Partendo dalle leggi e regolamenti che rendono vivo il Parlamento Europeo qual è la sua opinione sull’articolato funzionamento del Parlamento stesso?
Efficace? Ridondante? Perfettibile? altro….
Il Parlamento europeo è un terreno di impegno di notevole complessità, perché deve fare i conti, all’esterno, con la Commissione e con i Governi dei singoli stati. Al suo interno, poi, convivono culture, lingue, sensibilità diverse. La sfida dunque è immane, ma anche affascinante, perché vi si può fare politica nel senso migliore del termine. Il bello è che i deputati europei sono scelti con metodo proporzionale e grazie alle preferenze. Questo va sottolineato agli elettori: i parlamentari europei non vengono decisi dalle segreterie dei partiti ma da cittadine e cittadini con il voto. Voto che è libero da ricatti, perché il sistema proporzionale non obbliga a scegliere tra coalizioni e al cosiddetto voto utile.
In Europa, insomma, anche i deputati sono più liberi e infatti spesso si formano schieramenti trasversali che rompono le rigide appartenenze partitiche.
Certo, come ogni cosa, si può migliorare. Andare a votare e scegliere bene è il modo in cui elettrici ed elettori possono far sì che ciò accada.
DOM. 3 – A coronamento della domanda n.1 in quale gruppo di lavoro / commissione pensa di poter dare il meglio secondo le sue esperienze, competenze, interessi, opportunità?
Spero di potermi impegnare nel campo delle politiche ambientali, per le rinnovabili, il biologico, l’efficientamento energetico e la crescita di lavoro verde, dignitoso e sostenibile, contro l’inquinamento dell’aria, del suolo e dell’acqua e in generale contro un modello economico che distrugge il pianeta e produce disuguaglianze e conflitti. Per storia lavorativa (nella scuola e nell’università) sarò inoltre molto attento ai programmi europei che riguardano la ricerca, la formazione e gli scambi. I sistemi educativi formali e del non formale (parchi, musei, arti,…) sono fondamentali per costruire visione, condivisione, conoscenze e competenze.
Infine, nel mio volontariato ambientale ho sempre usato anche gli strumenti della comunicazione. Il mio terzo cappello di giornalista mi rende dunque molto sensibile a temi quali la libertà di espressione, la funzione dei media tradizionali e digitali e lo stato di salute della democrazia.
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Grazie (e come a tutte/tutti le/i candidat* interpellat*, un sincero “in bocca al lupo”)
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