Fuochi d’artificio in Comune ad Alessandria

Per il 31 dicembre, chi l’avrebbe mai detto, anche la sonnacchiosa Alessandria, perennemente sotto pressione per questioni “nazionali” come “la pipì del cane del civico 71” affianco o per come sono diventati “una vera foresta” i marciapiedi di fronte o, peggio, “guarda che non si può più andare in giro alla sera…girano certi ceffi”, prova a volare alto. E lo fa nel modo meno  prevedibile e scontato, quello dell’intervento diretto sul tavolo del manovratore, quello che ha in mano tutto. Il Sindaco Abonante, sicuramente ispirato da buoni consiglieri, pare (sottolineiamo “pare”) stia prendendo seriamente in considerazione l’ipotesi di un rimpasto di “quasi metà mandato”, tanto improvviso e imprevisto quanto lo sono i fuochi artificiali, quelli veri, autorizzati e di qualità, che ci deliziano in spazi aperti o sul mare. Quelli che ad una serie di cascate di stelline scintillanti fanno seguire vortici multicolori di saette ascendenti e, dopo pochi secondi, un inframmezzo con il più potente botto dell’anno, quello provocato da un solo petardo-missile lanciato a più di cento metri di altezza con un primo fiore viola-turchese e, a seguire, sei altri gialli, rosa, rossi, blu, azzurri e bianchi. Uno spettacolo (lontano da animali domestici e deboli d’udito, beninteso).

Bene. La stessa cosa sta per verificarsi, almeno sembra, nella brumosa piana alessandrina con un rimpasto che sembra molto un accordo di breve periodo per dare maggiore stabilità all’insieme (stavamo per scrivere “alla baracca” ma il termine non ci sembra appropriato e rispettoso). Comunque, pare che Giovanni Barosini stia per diventare vicesindaco e che la professoressa Marica Barrera sia destinata ad altri prestigiosi incarichi, probabilmente (“probabilmente”) risultato di settimane di consultazioni che dovrebbero tendere a qualche obiettivo. Azzardiamo… Se l’asse che si andrà a creare darà più solidità ai corpi vivi della società alessandrina, alle sue migliori risorse commerciali, industriali, culturali, tecniche, in chiave di concretezza e di aderenza alla realtà, con il viatico di Prefettura e altri Portatori d’Interesse importanti, non potremo che esserne felici. Gli eventuali (piccoli) danni collaterali causati da spostamenti di incarichi, da “promozioni” a mo’ di spostamento o altro, saranno perfettamente tollerati da una città abituata a ben altri sconquassi. Se invece….ma non pensiamo che ci sia una opzione due… si tratterà solo di “piazzare qualcuno” saremo nella solita nitta che ci caratterizza da anni e che non dà nessun lustro alla Città. Ma, come scritto, l’opzione due non ci pare ammissibile.

Ci aspettano grandi appuntamenti per far diventare di nuovo grande questa Città (per la seconda veolta scritta con la “C” maiuscola non a caso): l’apertura di un Museo degno di questo nome presso il compound dell’ex area San Francesco con bellissima Pinacoteca annessa. Il ritorno, conseguente, di tutti i beni storico-archeologici ora depositati “temporaneamente” o, surrettiziamente, in quel di Torino, specie nella sede del Museo Archeologico regionale. La riapertura, finalmente, del suo glorioso Teatro, passato dai fasti dell’A.T.A. dei tempi di Delmo Maestri a ricettacolo di sbandati o, peggio, a deposito di materiali di scarto e sovrappiù delle più diverse provenienze. Un Teatro di prim’ordine che il 2024 dovrà vedere in ordine, operativo ed efficiente. Aggiungiamo anche “autosufficiente” dal punto di vista economico e, a guardar bene Teatri di pari grandezza in città di pari livello, non si tratta di una operazione impossibile. Il rilancio di una serie di iniziative di qualità che ripropongano la nostra Cittadella 1728, il nostro immenso patrimonio napoleonico (e non solo) di Marengo, i nostri siti archeologici troppo spesso dimenticati di Villa del Foro e, disseminati in città, del Cristo e della stessa area di piazza Garibaldi. Una città che torni ad essere attrattiva per i suoi negozi in centro, per la qualità dei prodotti esposti e per la dimostrazione di poter coniugare la qualità con prezzi non proibitivi. Cosa per cui il commercio in centro città era stato per decenni competitivo non solo rispetto ai supermercati / sinonimo di massificazione ma competitivissimo con le città centro zona che oggi, purtroppo, si stanno dimostrando molto più attrattive della nostra Alessandria. Per cui … se il rimpasto porterà stabilità, certezze, migliori organizzazioni, più cultura, più voglia di stare insieme…ben venga il rimpasto.

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