Gestione rifiuti, i dati del consorzio

Promossi i piccoli Comuni. Bocciate Alessandria e Valenza

Il Consorzio di Bacino Alessandrino per la raccolta dei Rifiuti Solidi Urbani ha reso noti i dati del 2020 e del primo trimestre 2021 per quanto riguarda, sia la percentuale della Raccolta Differenziata che la quantità dei Rifiuti indifferenziati prodotti dai 32 Comuni che fanno parte del Consorzio. Per maggiore chiarezza e in quanto i dati del primo trimestre 2021 confermano l’andamento dell’anno precedente prendiamo in considerazione quelli del 2020.

Va rilevato che la Regione Piemonte ha recentemente approvato la Legge 16 febbraio 2021, n. 4. Con questo provvedimento la Regione punta, in ogni Consorzio di Bacino, sul raggiungimento dell’obiettivo di legge del 65% di raccolta differenziata e sull’abbassamento entro il 2025 del quantitativo di rifiuti indifferenziati prodotti. L’obiettivo per il 2020 era di non superare i 159 kg/abitante/anno di rifiuto urbano indifferenziato: entro il 2025 la quota di indifferenziato prodotto da ciascun cittadino non potrà essere maggiore di 126 kg all’anno. A tale proposito la Regione prevede l’introduzione della possibilità di commissariamento dei Consorzi, dopo una prima verifica sui risultati del 2022, e l’aggiornamento delle sanzioni amministrative pecuniarie annuali. Questo significa che, se non si raggiungeranno gli obiettivi di legge, i costi saranno ripartiti tra gli abitanti di un Consorzio.

L’andamento della raccolta differenziata

Vediamo com’è andata la raccolta differenziata nei Comuni del Consorzio Alessandrino nel 2020. Fra i 32 Comuni consorziati tutti i Comuni, eccetto Alessandria e Valenza, superano l’obiettivo del 65%, alcuni con eccellenze che oltrepassano l’80% di raccolta differenziata. La media del Consorzio, visto il “peso” che hanno i due centri più grandi, si ferma, però, al 51%.

Dati 2020 Cons Al Racc Diff (2)

I rifiuti indifferenziati prodotti

Analizziamo adesso la situazione dei rifiuti indifferenziati. Fra i 32 Comuni consorziati, sono 30 a rispettare ampiamente la quota massima di produzione di rifiuto indifferenziato in un anno, fissata dalla Regione in 159 kg per abitante. Soltanto i due Comuni più grandi del Consorzio, Alessandria e Valenza, non raggiungono l’obiettivo, portando la media del Consorzio a ben 245 kg/abitante/anno di rifiuto indifferenziato. Il dato sicuramente interessante è che tutti i Comuni, fatta eccezione per Alessandria e Valenza, già oggi raggiungono l’obiettivo fissato per il 2025 (126 kg/abitante/anno).

Dati 2020 Cons

I dati e l’andamento di Alessandria

Prendiamo adesso in considerazione la preoccupante situazione del capoluogo, sia per la sua importanza nel Consorzio che per l’anomalia che continua a riscontrare nei confronti delle altre città capoluogo del Piemonte. Alessandria rispetto al 2019 peggiora ancora i suoi dati sia nella raccolta differenziata (46% nel 2020 – 48,5% nel 2019) che nei rifiuti indifferenziati prodotti (292 Kg nel 2020 – 274 Kg nel 2019). Ricordo che tutti gli altri capoluoghi di provincia, con l’esclusione di Torino che, però, sta migliorando, sono, nella raccolta differenziata, prossimi o superiori al 70%.[1] E sono tutte realtà che nella gestione dei rifiuti adottano il sistema della raccolta domiciliare detta “porta a porta”.

Cosa raccontano i dati e quali suggerimenti consigliano.

Nella raccolta differenziata 1 30 piccoli comuni del Consorzio alessandrino che superano abbondantemente la percentuale del 65% (tutti oltre il 70% e 16 oltre l’80%) adottano un servizio di raccolta “porta a porta” semplificato: a domicilio di divide e raccoglie l’organico e il differenziato, mentre il resto dei materiali (vetro, carta, plastica, alluminio etc.) si conferisce in isole ecologiche facili da raggiungere e sorvegliate.

  1. Orbene questo sistema, che “Amag Ambiente” ben conosce, essendo l’azienda che serve e gestisce la raccolta in quasi tutte queste realtà, potrebbe essere esteso a tutti i sobborghi e le frazioni del Comune di Alessandria senza particolari costi aggiuntivi: Cabanette, Cantalupo, Casalbagliano e Villa del Foro per la zona a Sud; Spinetta Marengo, Mandrogne, Litta Parodi, Cascinagrossa, San Giuliano Vecchio e Nuovo, Lobbi, Castelceriolo per la “Fraschetta” e ancora San Michele, Valmadonna e Valle San Barlolomeo. Sobborghi e frazioni che rappresentano, per numero di abitanti, il 30% del Comune di Alessandria. Ricordo, poi, che un miglioramento della raccolta differenziata (quantitativo e qualitativo) incide, riducendola, sulla quantità di rifiuto indifferenziato.
  2. Alessandria ha ancora due zone nelle quali la raccolta viene realizzata con il sistema “porta a porta”: il Centro e una parte del quartiere Cristo (Corso Acqui). Ma con risultati modesti (50% o poco più). Qui il consiglio è quello di riprendere una campagna di comunicazione, assente da anni e aumentare i controlli. I controlli da parte dell’azienda, mentre sono del tutto inefficaci per la raccolta stradale, risultano molto utili e produttivi dove la raccolta è domiciliare.
  3. Nelle zone del “porta a porta” i materiali raccolti vanno, poi, tenuti separati da quelli della raccolta “stradale” (oggi non avviene) e inviati ai consorzi di filiera per il riciclo dei materiali, permettendo all’azienda di recuperare risorse.
  4. Per quanto riguarda la raccolta stradale vanno, da subito, eliminati i cassonetti nelle zone artigianali e industriali i quali, più che in altre zone, finiscono per diventare piccole discariche, spostandoli all’interno delle aziende presenti.

Prima di intraprendere, con costi rilevanti per la comunità, altre iniziative come quella annunciata dei “cassonetti intelligenti” che, dove adottati, hanno evidenziato criticità e problemi, metterei in atto questi primi quattro interventi, che l’analisi dei dati del Consorzio consiglia. Non conosco nel dettaglio la situazione di Valenza, ma è molto probabile che i negativi risultati riscontrati derivino dalla scelta, a suo tempo adottata dal Comune, delle “isole interrate”. Tipologia che utilizza modalità analoghe a quella dei “cassonetti intelligenti” (apertura tramite “card”).

Valutati i risultati l’azienda e il Consorzio di Bacino avrebbero maggiori elementi per decidere nuove e diverse soluzioni. Anche se, personalmente, ritengo si dovrebbe, gradualmente, ritornare alla raccolta domiciliare “porta a porta” eliminando del tutto i cassonetti, normali o “intelligenti”, dalle strade. Come, da tempo e con ottimi risultati, fanno gli altri comuni capoluogo di provincia della Regione.

Renzo Penna

Associazione “Città Futura”

Alessandria, 1 luglio 2021

  1. La classifica 2019 dei capoluoghi di provincia per la percentuale di raccolta differenziata vede in testa Verbania (81,8%), seguita da Biella (78,5%) e Novara (73,9%), Vercelli (71,7), Cuneo (71,4) e Asti (69,4).

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