Gkn: bloccati i licenziamenti – Per la FIOM una prima vittoria

Adesso tocca al Governo agire

La Fiom Cgil ha vinto il ricorso contro Gkn per violazione dell’articolo 28 dello Statuto dei lavoratori per comportamento antisindacale. Il Tribunale del lavoro di Firenze ha revocato l’apertura della procedura di licenziamento collettivo per i 422 lavoratori dell’azienda di componentistica auto di Campi Bisenzio (Firenze), proprietà del fondo inglese Melrose, avvisati tramite una e-mail il 9 luglio scorso, congelando di fatto la chiusura dello stabilimento. Chiusura peraltro imminente, visto che mercoledì 22 settembre scadevano i 75 giorni dall’annuncio della procedura.

Il Tribunale ha dunque condannato Gkn “a porre in essere le procedure di consultazione e confronto previste dall’articolo 9 parte prima del Ccnl e dall’accordo aziendale del 9 luglio 2020 indicato in motivazione; a pubblicare il testo integrale del presenze decreto a sue spese e per una sola volta sulle edizioni nazionali dei quotidiani Repubblica, Nazione, Corriere della Sera e Sole 24 Ore; al pagamento in favore del sindacato ricorrente delle spese di giudizio che liquida in complessivi 9.300 euro oltre Iva, e contributo spese generali”.

La Gkn ha preso atto del provvedimento, annunciando l’immediata esecuzione della sentenza.

“Abbiamo vinto insieme ai lavoratori perché avevamo ragione, i licenziamenti alla Gkn sono illegittimi”, commentano Francesca Re David, segretaria generale Fiom Cgil e Daniele Calosi, segretario generale della Fiom Cgil Firenze e Prato: “Il Tribunale del lavoro di Firenze ha revocato l’apertura della procedura di licenziamento collettivo per le lavoratrici e i lavoratori della Gkn di Campi Bisenzio, accogliendo il ricorso depositato dalla Fiom di Firenze e riconoscendo, quindi, la violazione dell’articolo 28 dello Statuto dei lavoratori per comportamento antisindacale. Ringraziamo per l’ottimo lavoro il collegio legale della Fiom fiorentina e nazionale”.

Questione sociale, questione di democrazia. Questo il messaggio lanciato al governo da Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, parlando ai lavoratori e alle lavoratrici della Gkn e alle migliaia di partecipanti alla manifestazione che sabato 18 settembre, si è tenuta a Firenze. Una intera città è scesa in piazza non solo per manifestare contro i licenziamenti che il Fondo inglese Melrose ha annunciato per gli addetti dello stabilimento fiorentino, ma contro la logica della delocalizzazione spinta da logiche di profitto.

Per oggi (lunedì 20 settembre), intanto, è confermata la convocazione del tavolo Gkn al Mise, alle ore 17. “La revoca dei licenziamenti collettivi è un primo grande passo per i lavoratori che da mesi presidiano lo stabilimento di Campi Bisenzio. Questo risultato certifica gli sforzi sinergici portati avanti dalle istituzioni, dai sindacati, dai lavoratori e da tutta la comunità che dal primo momento ha sostenuto il territorio in questa difficile battaglia”, spiega la viceministra dello Sviluppo economico Alessandra Todde: “In questi mesi abbiamo convocato il tavolo due volte, non abbiamo mai interrotto le interlocuzioni con le parti e abbiamo lavorato in un contesto difficile con una azienda che ha smarrito il suo senso di responsabilità sociale. Ora dobbiamo essere concreti, perché quando parliamo di 422 lavoratori, più l’indotto, parliamo di famiglie”.

Ma veniamo alla sentenza. “L’obbligo di informare il sindacato circa l’esistenza di condizioni che inducano l’azienda a valutare la necessità di effettuare dei licenziamenti risulta testualmente assunta” dall’accordo aziendale firmato il 9 luglio 2020, nel quale la stessa Gkn, dopo aver escluso “allo stato attuale l’uso di licenziamenti coercitivi”, si era espressamente impegnata al “confronto con la Rsu in caso di mutamento del corrente contesto e condizioni di mercato”. Per il Tribunale, la Gkn era “tenuta a informare il sindacato non solo dei dati relativi all’andamento dell’azienda, ma anche del fatto che il quadro delineato dai suddetti dati stava conducendo i vertici aziendali a interrogarsi sul futuro dell’azienda stessa”.

La sentenza precisa che “nessuna informazione risulta essere stata fornita al sindacato circa il carattere allarmante dei dati relativi all’azienda in relazione alle direttive ricevute dalla direzione del gruppo e alle possibili ricadute di tale situazione sulle dinamiche occupazionali. Né può fondatamente sostenersi (come ha fatto la difesa di Gkn) che la società non avesse alcun obbligo informativo, essendo mancata una esplicita richiesta del sindacato. Invero, tale assunto contrasta sia con il contenuto dell’impegno preso il 9 luglio 2020 sia con l’effettivo svolgimento dei fatti, da cui si desume che la richiesta del sindacato c’è stata ed è stata ignorata”. Al Tribunale di Firenze, infatti, risulta che “l’8 giugno 2021 Gkn aveva rappresentato ai sindacati possibili esuberi per il 2022 quantificati in una cifra oscillante tra le 15 e le 29 unità. A fronte di tale comunicazione, con nota del 29 giugno 2021, il sindacato aveva risposto proponendo soluzioni organizzative idonee ad evitare gli esuberi”.

Ma adesso tocca al Governo agire e prendere provvedimenti perché negli altri Paesi non è possibile licenziare come ha fatto la Gkn. Serve una legge che fermi le delocalizzazioni

In Francia e Germania sono in vigore strumenti condivisi tra istituzioni, sindacati e imprese per contenere gli effetti sociali negativi in caso di crisi produttive e licenziamenti. Eppure, come invece accade in Italia, nessuno vede minacciata la libertà d’impresa. Il Tribunale, inoltre, rileva che “pur non essendo in discussione la discrezionalità dell’imprenditore rispetto alla decisione di cessare l’attività di impresa, nondimeno la scelta imprenditoriale deve essere attuata con modalità rispettose di princìpi di buona fede e correttezza contrattuale, nonché del ruolo e delle prerogative del sindacato. Nel caso di specie parte datoriale, nel decidere l’immediata cessazione della produzione, ha contestualmente deciso di rifiutare la prestazione lavorativa dei 422 dipendenti (il cui rapporto di lavoro prosegue per legge fino alla chiusura della procedura di licenziamento collettivo), senza addurre una specifica ragione che imponesse o comunque rendesse opportuno il suddetto rifiuto, il che è sicuramente contrario a buona fede e rende plausibile la volontà di limitare l’attività del sindacato”.

Sabato 18 settembre oltre 30 mila persone per le vie di Firenze insieme agli operai.

Questione sociale, questione di democrazia. Questo il messaggio lanciato al governo da Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, parlando ai lavoratori e alle lavoratrici della Gkn e alle migliaia di partecipanti alla manifestazione che sabato 18 settembre, si è tenuta a Firenze. Una intera città è scesa in piazza non solo per manifestare contro i licenziamenti che il Fondo inglese Melrose ha annunciato per gli addetti dello stabilimento fiorentino, ma contro la logica della delocalizzazione spinta da logiche di profitto.

Alessandria, 20 settembre 2021

Renzo Penna

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