Guglielmo settimo

Guglielmo VII

A cura di
Giancarlo Patrucco
Clemente Accornero

(tratto da Guglielmo gran marchese di Monferrato)

Mira principale del giovane marchese nei suoi primi anni fu la supremazia sul Piemonte meridionale. La signoria dei Monferrato aveva sempre cercato di combattere i comuni di Alessandria e Asti, e per sottometterli Guglielmo si schierò dalla parte francese e della Chiesa. La fortuna a fianco degli angioni era tuttavia destinata a finire presto. La paura per un possibile accerchiamento indusse Guglielmo a cambiare bandiera schierandosi con gli imperiali: la parte più antiangioina era capitanata da Alfonso X di Castiglia, proclamatosi erede di Manfredi di Svevia e pertanto anche erede del Sacro Romano Impero. Anche per questa ragione venne progettato un nuovo matrimonio tra Guglielmo, rimasto vedovo, e la figlia di Alfonso, Beatrice.

La paura di veder crollare i propri domini in mano nemica dopo tanti sacrifici lo indusse a formare una lega antiangioina alla quale aderirono Pavia, Asti e Genova. Guglielmo aveva perso Tortona e Acqui. Il 10 novembre 1274 a Roccavione Guglielmo VII e gli antiangioini sconfissero definitivamente Carlo I. Tutto sembrò ruotare ancora dalla parte di Guglielmo, che divenne in sostanza il signore militare di uno svariato numero di città: Pavia, Vercelli, Novara, Alessandria, Tortona, Alba, Genova, Torino, Asti, Brescia, Cremona e Lodi.

La smisurata potenza raggiunta da Guglielmo VII cominciò a ritorcersi contro di lui. Alessandria e Asti si ribellarono alla sua signoria, Guglielmo lasciò il controllo di Milano ad un suo vicario e mosse contro le città ribelli. Dopo aver riconquistato e riperso Alessandria per l’ennesima volta, gli astigiani corruppero gli alessandrini con una forte somma e la costrinsero a sollevarsi contro il marchese. Compreso quanto stava accadendo ad Alessandria, Guglielmo si spinse in armi fino davanti alla città, ove si accampò. Gli alessandrini lo convinsero allora ad entrare dentro le mura per negoziare protetto solo da una piccola scorta. Venne allora catturato e rinchiuso in una gabbia di ferro. Guglielmo morì dopo un anno, il 6 febbraio 1292.

Fin qui la storia, ma la leggenda? Sentiamo Ghilini; “I guelfi alessandrini … operarono in modo che tutto il popolo pigliò le armi per uscire in campagna e ne fu fatto generale Alberto Guasco d’Alice, alessandrino, molto amato dalla truppa.

Fu lo stesso generale, nei pressi di San Salvatore, dopo aver ruinato il nemico, a catturare Guglielmo con una collana d’oro che gli fu gettata ai collo”

Chiudiamo questo lavoro con uno straordinario esempio di realtà e di fantasia:

Castagnole Monferrato, lunedì 22 il Gran Marchese Gugiemo VII “Ambasciatore UNESCO del Monferrato” - ATNews.it

Guglielmo fu introdotto in Alessandria a schiaffi e sputi dai cittadini e poi chiuso nel pretorio un tempo palatium vetus e oggi noi non si sa se appeso dentro o fuori.

Palatium Vetus

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