Head hunters

Evidentemente, con questa denominazione non intendo alludere ai cacciatori di teste del Borneo o ai Daiacchi.

Nell’accezione moderna del termine, si allude a quelle società, che si occupano della ricerca e del posizionamento del personale ad alto livello, cioè quadri o dirigenti nelle aziende pubbliche o private.
Durante il mio percorso lavorativo, mi è successo di avvalermi delle prestazioni di tale società spesso e volentieri.
Dopo la laurea, mi sono rivolto ad una di esse, la O. di Milano, e mi hanno rapidamente trovato una posizione nell’ufficio commerciale di un’acciaieria.
Tale esperienza lavorativa è durata tre anni, dopo i quali ho deciso di fare un salto di qualità, quindi mi sono rivolto alla stessa O., che mi ha trovato quasi immediatamente una posizione qualificata nel settore costruzioni con uno stipendio circa tre volte superiore a quello iniziale.
Ma, come si suol dire, i quattrini non sono tutto, conta anche la formazione, che una persona si costruisce, a poco a poco, in queste aziende.
Ebbi modo poi di contattare un’altra società di consulenza, G. F. di Modena, la quale riusciva ad ottenere per i managers, da lei proposti, dei sostanziosi stipendi.
Quindi, nel pieno della mia attività lavorativa, ebbi modo di usufruire di entrambe le possibilità, cioè formazione e salari medio-alti.
Ma non tutte le ciambelle riescono col buco, e quando, per motivi personali, mi trasferì in Toscana, ebbi modo di contattare a Siena un’altra società di consulenza, alla quale presentai il mio CV.
Qui, di fronte alle mie richieste salariali, di fringe benefits e di bonus, così normali a Milano e Torino, mi trovai di fronte a una sorta di sbigottimento, per cui sembrava che tali richieste fossero del tutto anomale, almeno per loro.
Ma così non era…
Si trattava di un’assoluta conferma della mia teoria che l’Italia è un paese che procede a differenti velocità, per cui in ogni parte di essa, o anche in ogni regione, ci sono differenti modi di affrontare le realtà lavorative e salariali.
Non mi metto a discutere sulle differenze di trattamento salariale nei vari paesi d’Europa, che sarebbero molto disdicevoli per l’Italia o parte di essa, ma mi limito a sottolineare che questo paese conserva certe abitudini e certi atteggiamenti non conformi al mondo contemporaneo, quindi, a mio avviso, molto deve essere realizzato per raggiungere realmente e stabilmente l’Europa.

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