Ho incontrato Ferruccio Lamborghini

Lamborghini è uno di quei nomi che ricordano l’Italia rampante degli anni ’60, quella conosciuta in tutto il mondo per l’inventiva e i prodotti unici.
Mi trovavo con la mia fidanzata accanto al lago Trasimeno e giravamo intorno al lago con la nostra vettura, quando intravidi un cancello aperto e, sullo sfondo, luccicanti al sole, delle vetture bellissime.
Io sono naturalmente curioso e non potei fare a meno di avvicinarmi ed entrare nel cancello aperto.
Non so perché lo feci, fu una sorta di impulso immotivato.
Era una fattoria, proprio accanto al lago, ed io vidi una sola persona, che si mosse verso di noi.
Lo riconobbi quasi subito: era Ferruccio Lamborghini, il grande creatore di trattori e di macchine sportive, che avevo avuto modo di incontrare casualmente a Modena alcuni anni prima.
Tutti conoscevano all’epoca il suo incontro-scontro con Ferrari per costruire la più bella macchina sportiva al mondo, come egli, Ferruccio, avesse avuto la capacità, la testardaggine e il coraggio di produrre un modello come la Miura, che ancora oggi desta ammirazione.
Parlammo brevemente e gli presentai la mia fidanzata, accennai al fatto che lo avevo conosciuto in una serata a Modena anni prima e che ero un fervente ammiratore delle sue bellissime automobili.
Gentilmente ci accompagnò a vedere alcuni modelli che erano esposti nella parte inferiore dell’edificio e vidi in successione le meraviglie che aveva prodotto: la Miura, la Marzal ed altre vetture con nomi altisonanti di tori, che si producevano negli anni ’60 e ’70.
Sembrava che non ci fosse altri che lui nella fattoria, forse era un giorno di festa, ma fu estremamente gentile: mi parlò brevemente della sua vita e poi, avendo saputo che dovevo sposarmi a breve, volle a tutti i costi offrirmi due casse di vino, il suo famoso vino rosso del lago.
Lo ringraziai caldamente e gli augurai tanti altri successi, anche se più tardi venni a sapere che aveva dovuto cedere la sua azienda.
Ma il sogno era rimasto, il voler produrre delle automobili che fossero bellissime, velocissime ed uniche era sempre vivo.
Ci accomiatammo da Ferruccio con una lunga, affettuosa stretta di mano.
Io e la mia fidanzata andammo verso la nostra vettura, così modesta in confronto alle meraviglie lì esposte, e vedemmo un uomo solo, un po’ curvo, che si incamminava verso la fattoria.
Tanti commenti si potevano fare, ma sicuramente la verità era che Ferruccio aveva cercato di costruire qualcosa di originale, di proprio, sia nella prima parte della carriera, con i famosi trattori, sia nella seconda parte, con le sue meravigliose vetture, che non erano soltanto delle auto per ricchi, ma anche il monumento ad un’idea, ad una volontà di costruire qualcosa di unico ed originale.
Ed io ho sempre amato le Lamborghini più di qualunque altra vettura sportiva…

Giorgio Penzo

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