“Innovatori responsabili” o “Conservatori irresponsabili”

Fratoianni e Bonelli, “Sinistra Italiana” e “Europa Verde”  sono i primi a farci capire che è già iniziata la campagna elettorale più importante, quella delle Elezioni Nazionali. Non è ancora terminata l’eco dei Ballottaggi comunali e siamo già in piena bagarre elettorale . Angelo Bonelli cita Chico Mendez definendo “giardinaggio” un impegno per l’ambiente e la difesa di salute e territorio “sin lucha de clases” (1) e apre la strada per una nuova mutazione del soggetto verde nazionale, ibridandolo con chi è solito far politica con parole d’ordine, comportamenti e riferimenti (il marxismo classico)  appartenenti ad un’altra epoca. Situazione simile al “centro” o a quello che potrebbe  somigliare ad una palude fogliante di rivoluzionaria memoria. Calenda, sempre più tecnico e civico e Renzi in perenne “odio e amore” con le sue radici, con Beppe Sala “civico doc”, governisti di Lega, Forza Italia e CinqueStelle, stanno preparando il percorso migliore per riportare l’elettorato italiano all’ovile. Passando per la cabina elettorale, beninteso… Tragitto “dimenticato” e considerato quasi superfluo da circa il cinquanta per cento degli elettori, alle prese con i problemi veri di tutti i giorni che la “politica” non risolve. Un panorama disarmante che ricorda le corse spasmodiche delle famiglie con ombrelloni, paperelle gonfiabili, materassini e borse frigo alla ricerca di tre metri quadri di spiaggia in cui passare la giornata di mare. E, soprattutto, per poter dire, al ritorno, “tutti i giorni in spiaggia…è stato bellissimo”, anche se le gomitate date e ricevute per tentare dieci metri di nuotata, sono ancora visibilissime.

Nel caso nostro ritroviamo il “numero  3” ma come soglia di sbarramento da superare per entrare in Parlamento (2) e, pur di arrivare in tempo “a mostrare la pelle al sole”  si è disposti a tutto, anche a dimenticare le proprie radici o, comunque, a snaturarle. Restano Partito Democratico di Enrico Letta  e Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni a condurre una lotta a parte, con accrediti variabili tra il 22 e il 28 per cento dei voti validi. Due pianeti di peso contornati da satelliti più o meno affidabili e credibili, utili soprattutto per bloccare voti altrimenti difficilmente recuperabili. Col conseguente rischio di portare l’astensionismo a sei su dieci e, quindi, a rendere l’esercizio del voto in Italia sempre più simile a quanto succede già da anni in molte Nazioni industrializzate e non. Satelliti, oltretutto,  con pulsioni autodistruttive provocate dalla comparsa di meteore in fase aggregativa nel nome del “Santo Centro Rassicurante”. Una potente calamita che con una pennellata di “civismo”,  di giustificazioni ovvie  (“non si può fare tutto e subito”, “per energia, innovazione informatica, eccetera,  paghiamo il populismo del passato, intriso di ambientalismo e statalismo” condito dal solito “ma i Sindacati cosa vogliono ancora?”) …funziona sempre. Il Santo Centro Rassicurante potrebbe addirittura raggiungere il 20 per cento ma, per il momento, è un aggregato di meteoriti più o meno grandi con un collante meteorico tutto da sperimentare. Vedremo gli sviluppi.

Ricordiamo che, per rimanere in tema e per far capire in quale gabbia ci troviamo, dal 2017 è in vigore un sistema elettorale misto a separazione completa, ribattezzato Rosatellum bis. In pratica, in ciascuno dei due rami del Parlamento, il 37% dei seggi assembleari viene attribuito con un sistema maggioritario uninominale a turno unico, mentre il 61% degli scranni verrà ripartito fra le liste concorrenti mediante un meccanismo proporzionale corretto con diverse clausole di sbarramento (il 3 per cento, nel nostro caso). Le candidature per quest’ultima componente sono presentate nell’ambito di collegi plurinominali, a ognuno dei quali spetta un numero prefissato di seggi; l’elettore non dispone del voto di preferenza né del voto disgiunto. Una gabbia, appunto, da cui non si riesce ad uscire.  Poco importa che la Costituzione stabilisca  che otto deputati e quattro senatori debbano essere prescelti dai cittadini italiani residenti all’estero, Il sistema è questo e l’unica variante vera prodotta dalle decine di proposte di riforma elettorale di queste ultime legislature è quella della diminuzione drastica dei posti a disposizione. Magra consolazione. Quindi…dopo cinque anni di vita politica nazionale contrastata e poco chiara, segnata dall’antipolitica all’inizio e, progressivamente, da un impaludamento complessivo, si  riuscirà ad avere una coalizione coesa, vincente e credibile? Anche qui…vedremo gli sviluppi.

Aggiungiamo  una constatazione. Le premesse non sono delle migliori: atlantismo a mille, critica alla Russia di Putin sempre e comunque (per non essere considerati “putiniani”), poca autorevolezza politica nelle scelte economico-finanziarie che contano con “altri” a dare il mazzo…come sempre. Cultura, spettacoli, sport e varia umanità, utilizzati più per tenere buone le folle che per provare a fare cultura o spettacolo davvero. Una scuola a pezzi e una Università che non riesce ad uscire fuori dal cliche’ di poche eccellenze nazionali (Normale di Pisa, Bocconi, Politecnici ecc.) a fronte di servizi di medio livello, secondo vecchi schemi,  ora – però –  tragicamente superati da specializzazioni tecniche e organizzative in continuo mutamento. Un mondo vecchio, con una classe politica che, anche se giovane, rimane ancorata a visioni del passato, con in aggiunta un imprevisto recupero della “lotta di classe” da una parte e il mantenimento del “finanz-capitalismo” dall’altra, senza capire che il tempo per giocare è scaduto.

Infatti, una forza vincente –  oggi – in vista delle prossime elezioni dovrebbe avere il coraggio di dichiararsi “Innovatrice Responsabile” dimostrando la totale obsolescenza di tutte le forze (nono solo a destra) di “Reazionari/Conservatori Irresponsabili”, quelle che sostanzialmente non vogliono / possono cambiare nulla veramente.  Zavorre  politiche con tanto di Studi di Ricerca e Complessi Universitari che  si sforzano di trovare soluzioni energetiche che, prima di tutto, non scontentino i vari eredi delle ex Sette Sorelle, che per l’alimentazione, il sistema di coltivazione agricola, i trasporti, la “logistica” continuano nel solco segnato del più tradizionale sviluppismo da seconda metà del Ventesimo Secolo, che fanno pagare ai ceti più deboli e svantaggiati  i costi dei loro errori. Compresa l’ incapacità cronica a considerare i problemi (e le opportunità) in modo globale, quindi planetario. Non è più tempo di “sovranismo” ma, per queste forze/zavorre, vale sempre di più un neosovranismo di marca europea con confini sfumati a est con conseguente opera di contrasto verso vecchi e nuovi competitors . Cina, Russia, Iran, Paesi africani e del Sud America non immediatamente allineati su posizioni filo-occidentali, gli stessi Stati Uniti, un po’ avversari  (economici) un po’ alleati (militari), tutti “altri” rispetto ad un “noi” tragicamente neosovranista. Poco importa che le risorse siano “veramente” limitate (e con prezzi in continuo aumento), poco importa che tutti (o quasi) riconoscano come pesantissima l’impronta della moderna società dei consumi con i risvolti ambientali e sociali che conosciamo. Cambiamenti climatici in atto, desertificazione progressiva, impoverimento dei mari e delle varietà delle specie, tensioni sociali risultato di anni di disinteresse globale o, peggio, di sfruttamento di una parte contro l’altra per mantenere in piedi la magica società dei consumi.

Dovrebbero essere contenuti di “SI” più “Europa Verde”, così come di molti altri satelliti a cui si accennava prima… Ma se si vanno a cercare gli interlocutori giusti, oltre che nel PD e nel “Santo Centro Rassicurante”, si troveranno pure fra i “meloniani” sostenitori della necessità di un freno al cambiamento climatico, all’approccio globale planetario e all’appello a leggi giuste che facciano cambiare le cose. “Verba volant” e, purtroppo, sono il più collaudato sistema di rastrellamento di voti residui a disposizione di chi continua a ragionare in modo “vecchio”. Il “3 per cento” per loro è, di fatto, un passepartout  per continuare a non far nulla.

L’impegno politico era, un tempo, finalizzato a modificare le condizioni di vita dei cittadini con norme comprensibili, applicabili e utili, non per costruire carriere più o meno improbabili.  Restiamo convinti che il “maggioritario” con un piccolo premio sia il miglior sistema elettorale per far conoscere ai cittadini chi andranno a sostenere. E tale sistema dovrebbe avere al suo interno partiti riconoscibili per programmi non superficiali e inventati all’ultimo minuto con una forza tale da poter esprimere, non in modo autoreferenziale o ricattatorio, propri esponenti di spicco nei posti di comando. Quindi… parlando di “sbarramento”, cinque o sei per cento minimo, con un incentivo automatico a superare bizantinismi e privilegi di sorta. Un mondo nuovo anche dal punto di vista della scelta dei delegati più idonei a rappresentare la realtà sociale.

Ma ormai il tempo è scaduto e, ancora una volta, si cominciano le solite danze con le conseguenze di sempre, ai danni della “politica” migliore. E qui, non vedremo proprio nulla…abbiamo già visto.

.1. https://www.redbubble.com/es/i/pegatina/Ambientalismo-sin-lucha-de-clases-es-solo-jardiner%C3%ADa-chico-mendes-de-tahaayoub/98610221.EJUG5

 

.2. La Legge elettorale italiana del 2005, il cosiddetto Porcellum, reintroducendo il sistema elettorale proporzionale dopo 12 anni (cioè dopo la Legge Mattarella che aveva invece introdotto un sistema misto) contemplava per l’elezione della Camera tre diverse soglie di sbarramento: al 4% per i partiti non coalizzati, al 2% per i partiti coalizzati, al 10% per le coalizioni, mentre al Senato le soglie erano diverse, 8% per i partiti non coalizzati, 3% per i partiti coalizzati e 20% per le coalizioni.

La Legge elettorale del 6 maggio 2015, n. 52, c.d. Italicum, nella sua versione definitiva, che non prevedeva coalizioni, aveva introdotto invece una soglia di sbarramento del 3% per tutti i partiti alla Camera dei Deputati (in una prima versione era invece prevista una soglia di sbarramento nazionale al 12% per le coalizioni, al 4,5% per i partiti coalizzati e all’8% per i partiti non coalizzati).

La legge elettorale approvata nell’ottobre 2017 e ribattezzata Rosatellum bis prevede invece una soglia di sbarramento nella quota proporzionale pari al 3% su base nazionale, sia al Senato che alla Camera, con l’eccezione delle liste relative alle minoranze linguistiche per le quali la soglia è al 20% nella regione di riferimento. In aggiunta alla soglia del 3%, è prevista anche una soglia del 10% per le coalizioni (in tal caso però almeno una lista deve aver superato il 3%, mentre una lista che raggiunge il 3% all’interno di una coalizione sotto il 10% è ammessa comunque al riparto).

Sempre nell’ambito del Rosatellum bis, il candidato di un partito escluso dal riparto dei seggi perché al di sotto della soglia, ma eletto nel collegio maggioritario, mantiene il suo seggio.

2 Commenti

  1. La penso esattamente all’opposto del c§avalchini: nessuno sbarramento, e proporzionale puro.
    Intanto i Renzi, Calenda, Tabacci, e compagia brutta, ci saranno sempre a ricattare i governi: senza “mastrussi”, almeno forse avremmo qualce punto di vista diverso – magari novecentesco, come sprezzantemente l’autore definisce il pensiero marxiano (del quale comunqwue Sinistra Italiana si è liberata da troppo tempo) – in Parlamento.

  2. Sono in parte d’accordo con l’analisi della situazione. Se verdi e si, dopo questo.primo accordo si aprissero al vasto mondo di chi.ogni giorno lavora per contrastare questo sviluppo patriarcale e insostenibile perché predatore e violento oppure vinceranno gli altri

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