Kundera e Dante: ascoltiamoli davvero

“per tornar altra volta, là dov’io son, fo io questo viaggio “.
Buon compleanno Milan Kundera!

Ve lo ricordate il romanzo “l’insostenibile leggerezza dell’essere “?

Certamente il più famoso dei suoi romanzi, che l’ironia di Arbore e di tutti quei matti di “quelli della notte” resero il più venduto nel giro di una notte.

Ma la scrittura di Kundera, nato il 1 aprile del 29 a Brno, scrittore, poeta, saggista, drammaturgo ceco naturalizzato francese, ha parole della grande letteratura di denuncia.

Dopo la Primavera di Praga, le sue opere sono state proibite in Cecoslovacchia; i suoi romanzi più recenti furono scritti in lingua francese e non concedette a nessuno i diritti di traduzione in lingua ceca.

Per questa ragione Kundera subì forti critiche in patria , persino negli ambienti del dissenso, sin dall’atto della pubblicazione nel 1984 del suo più clamoroso successo, appunto “l’insostenibile leggerezza dell’essere”.

Sarà soltanto nel 2006 che Kunderà darà il permesso della pubblicazione del romanzo anche nella sua patria , tramite un’edizione anastatica di quella pubblicata in ceco a Toronto già nel 1985.

Rileggerlo oggi ha il sapore di quegli anni nostri folli, dove la leggerezza dell’essere ci lasciò credere alla grande menzogna della nuova economia, ci lasciò ingannare dai finti bisogni e da un’aria di festival continua.

La Milano non era da bere tracannandola, ma da sorseggiare, per comprendere il vero significato dell’essere, le sue primarie necessità che vivono nella semplicità della Conoscenza e dell’Amore.

E aimè, nemmo oggi ci fermiamo a vedere quello che siamo diventati, nonostante i molti avvertimenti, la capitalizzazione di ogni aspetto della nostra vita non ci tocca più dal momento che acconsentiamo anche all’esilio dal nostro corpo, separati e schermati quotidianamente da una paura a cui non si dà nome, ma che si accetta da una propaganda che ha ucciso ogni nostra immaginazione, ogni nostra nuova e possibile visione. Esiste il vero ed esiste la menzogna, oggi s’ha da imparare a separare il grano dalla zizzania, consapevoli che esistono entrambi.

Perchè non ci fermiamo e ascoltiamo davvero anche Dante, invece di farlo diventare quotidianamente figurina Panini, invece di ascoltarlo nella sua profetica profondità?!

“per tornar altra volta, là dov’io son, fo io questo viaggio “.

di Patrizia Gioia

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