La banalità del bene

Tutti conoscono il saggio scritto da Hannah Arendt subito dopo la conclusione del processo Eichmann in Israele.

Il saggio, come forse ricorderete, creò un grande subbuglio e fu considerato da alcuni come una difesa di Eichmann e quindi del Nazismo: un errore evidente, visto che non si considerava la raffinatezza del pensiero di Hannah.

Ma è possibile che esista una banalità del bene?

Secondo il mio assunto sì.

Preciso che io sono nato cristiano, anzi cattolico, e sono stato sia battezzato che cresimato, quanto poi a letture bibliche ed evangeliche, ho seguito per tre anni, da ragazzo, dei corsi di Teologia in un seminario.

Durante gli studi di Filosofia, ho dedicato molto del mio tempo al corso di Filosofia Medioevale, che parte da Sant’Agostino ed arriva a San Tommaso d’Aquino.

Con ciò non voglio dire che mi considero un esperto, ma sicuramente una infarinatura dei dogmi della Chiesa Cattolica la possiedo.

Orbene mi sembra che con questo Papa Francesco, nonostante la sua bonomia ed il voler apparire a tutti i costi un Buon Pastore, ci sono molte cose che non vanno nella Chiesa.

Ne ricorderò solo un paio.

Un mio amico egiziano, di religione copta, mi raccontava come i villaggi non musulmani, poiché cristiani, sono spesso attaccati con violenza, gli uomini umiliati, bastonati e talora uccisi, mentre le donne sono spesso violate, anche perché su eventuali figli non cristiani si potrebbe esercitare la legge del Corano.

Ma le sofferenze dei cristiani in tutto il mondo sono incredibili e non mi sembra che la chiesa di oggi faccia delle azioni in difesa, se non con preghiere, che comunque raggiungono i fedeli umiliati solo dopo il danno.

L’Egitto dei copti, l’Etiopia dei primi cristiani, le Filippine e tanti paesi in Africa sono il teatro di una caccia al cristiano, che secondo me il Vaticano dovrebbe proteggere.

Sia ben chiaro che io non chiedo la reintroduzione di un Ordine Templare o di un Ordine Ospitaliero armato con carri armati, missili, jets e droni, ma sicuramente mi sembra opportuna la presenza di una Chiesa Militante che difenda milioni e milioni di Cristiani perseguitati.

Apriamo senz’altro un dibattito su questo fondamentale argomento.

Permettetemi di sottolineare la completa inutilità del viaggio del Monsignor Zuppi a Kiev e Mosca, ha parlato con personaggi di basso rilievo ed ha concluso la sua visita a Mosca interfacciandosi con Kiril, il capo della chiesa Ortodossa a Mosca, ben noto per la sua fratellanza spirituale con Putin.

Caro Vaticano, bisogna assumersi la responsabilità di entrare nel mondo reale, le preghiere vanno rivolte a Dio, ma la politica richiede altri mezzi, molto più profani.

E visto che sono arrivato a una certa età, permettetemi di ricordare due Papi che mi hanno favorevolmente impressionato per la loro capacità di rispondere al presente con messaggi forti e determinati.

Papa Wojtyla, studente, operaio, nemico del nazismo e poi vittima del comunismo, aveva in sé una carica profetica che talora rasentava la potenza di alcuni papi del Medioevo.

Vi ricordate la minaccia di scomunica agli uomini della mafia? Non era una mera minaccia romana, ma una sorta di vaticinio in cui il nostro era veramente il tramite fra Dio e l’uomo.

Memorabile.

Poi permettetemi di ricordare un Papa a me carissimo, Ratzinger, la cui unica colpa era quella di essere un professore universitario di teologia, quindi del tutto lontano dalle televisioni statali o berlusconiane, da cui non si faceva sedurre.

Poi, diciamolo francamente, non era amato poiché era tedesco e questo, scusatemi, mi sembra una stupidaggine colossale, come se tutti i tedeschi fossero degli Hitler in miniatura, senza possibilità di remissione.

In realtà l’attacco a Ratzinger è un attacco alla cultura, anzi alla kultur, di cui abbiamo tanto bisogno, in questo mondo di ladri di immagini, di ricercatori della materia, di cani fruganti nella spazzatura.

Viator

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