La fine della politica di sviluppo a Casale Monferrato

Un nuovo capitolo del fallimento amministrativo; un ennesimo “punto forte” del programma della Giunta Riboldi che viene meno; la certificazione della morte per eutanasia della Fondazione Aleramo per mano della stessa amministrazione che l’aveva fortemente voluta.

Queste, in sintesi, le risultanze della deliberazione assunta dalla maggioranza consiliare che governa la Città, sul tema “PIP 5” (un’area già pronta ad accogliere insediamenti produttivi): deliberazione assunta, peraltro, con significative assenze tra i banchi della stessa maggioranza.

Come era già accaduto nel precedente consiglio comunale relativamente alla contestata vicenda di “svendita” dell’immobile denominato “Maddalena nuova”, anche in questa occasione non mancano, inoltre, forti dubbi di legittimità e forti perplessità di natura giuridica sulla delibera “PIP 5” votata a maggioranza.

Dopo la surreale vicenda del respingimento da parte del TAR del bando sugli Asili Nido Comunali, eccoci quindi alla delibera di alienazione dei terreni industriali costati alla collettività circa 3 milioni di euro e messi in vendita, complessivamente, dalla attuale Giunta per circa 2 milioni. Valuteremo eventuali passi ulteriori presso le competenti Autorità per tutelare il bene comune.

Ma, oltre a questi gravi dubbi di legittimità dell’atto amministrativo in sé, il senso “politico” di ciò che è accaduto lunedì scorso, è che la stessa maggioranza consiliare che l’aveva fortemente voluta tre anni fa, affossa definitivamente la Fondazione Aleramo, senza neppure tentare una pur simbolica difesa d’ufficio di questo ente creato per portare Aziende sul Territorio, che peraltro mai è entrato “in palla”.

La Fondazione Aleramo, nata con la solita “grandeur” pubblicitaria, e a cui avevano creduto fortemente pezzi importanti delle realtà industriale, commerciale, finanziaria, istituzionale della Città, del Territorio, della Provincia, lascia il campo nel modo peggiore per la nostra Comunità: abbandonata al suo destino dagli stessi che l’avevano creata con l’obiettivo, purtroppo del tutto fallito e mai veramente decollato, di realizzare opportunità importanti di sviluppo industriale.

Viene a mancare, per volontà della stessa Giunta e, a traino, della maggioranza consiliare il terreno (letteralmente) su cui impostare una crescita industriale e, di conseguenza, nuovi posti di lavoro per i nostri giovani e meno giovani.

Si è certificato, quindi, la fine di un “millantato credito”; un brusco risveglio per chi, non pochi, avevano creduto alle promesse di crescita, sviluppo, nuovi posto di lavoro fatte dalla attuale giunta comunale.

Cosa resta? La conclusione annunciata di un sogno, l’incapacità di attirare risorse, opportunità di sviluppo, il rilancio produttivo per la Città ed il Territorio.

Non ne siamo per nulla lieti : constatiamo il venir meno di una prospettiva di sviluppo manifatturiero e industriale a Casale, mentre in altre città e anche in piccoli centri non distanti da noi sorgono nuove aziende, si moltiplicano opportunità occupazionali, crescono i posti di lavoro.

Dovremo, tutti, rimboccarci le maniche e dopo la sbornia di grandezza malamente conclusasi, intraprendere un percorso di rinascita con concretezza ed impegno credibili.

Noi ci siamo.

Partito Democratico, Circolo di Casale Monferrato

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*