La maledizione della mela

Quando Eva offrì il frutto proibito ad Adamo originò, con quel gesto, il destino maledetto dell’espiazione per le donne nei secoli a venire: donne streghe, donne sottomesse,donne stuprate, donne vendute, donne ignoranti, donne infelici. Anche Dio, creando la donna dalla costola dell’uomo, la collocò in una posizione di subalternità e schiavitù che tuttora permane in troppi paesi del mondo, anche nel nostro .

Secoli di soggezione mi fanno dire che la paura della donna, da cui dipende la continuazione della specie, sia tuttora espressione di un malevolo sentimento all’origine della violenza che riscontriamo nella cronaca quasi quotidiana. Non dimentichiamo che la completa parità fu raggiunta nel nostro Paese solo nel 1975 con la riforma del diritto di famiglia: responsabilità genitoriale condivisa, eguaglianza fra i coniugi, regime patrimoniale (separazione o comunione).

E’ vero che una maggior consapevolezza stia riducendo il divario tra parità sancita dalla legge e realtà, nonostante il mostro agonizzante del maschilismo.

La maledizione della mela, nonostante le figure femminili che hanno contribuito all’evoluzione dell’umanità nelle scienze, nella letteratura, nelle arti e nella politica, continua nella cronaca quotidiana con un campionario di efferatezze come mai in questo momento: omicidi, stupri, molestie, violenze domestiche, perpetrate nel silenzio e nella paura anche sulle figlie. Dall’inizio dell’anno ad oggi , sono quarantadue gli omicidi di donne in ambito familiare e non, un triste elenco destinato ad aumentare.

La Storia insegna … infatti neppure le regine avevano vita facile: unioni dinastiche che dovevano garantire la discendenza, mentre il coniuge si distraeva con le amanti reali che, anche loro, non avevano giorni facili: figliavano con i rischi del caso e fragili garanzie e dovevano quotidianamente difendersi dalla concorrenza. Mantenere “l’impiego” era una gran fatica, paventando di essere messe da parte come merce scaduta.

Tra le amanti reali di grande fama e dotate di encomiabile ingegno, molto celebrata fu Madame de Maintenon. Aveva più anni di Luigi XIV e aveva dimostrato la sua eccezionalità nel convertire il Re alla fedeltà: aveva trovato in lei molto più dell’offerta di giovani bellezze, servite in portate elaborate, ma con un contorno di noia. Ho visitato nel Nord della Francia il castello della Madame abitato a lungo dai suoi discendenti ed ora convertito in hotel. Morì dopo di lui lasciando ai posteri la sua leggenda.

Amanti reali e regine erano dunque accomunate dalle plurime gravidanze a cui si rassegnavano come erano rassegnate le donne di ogni estrazione sociale ancora nel Novecento, a meno di sottrarsi definitivamente alla copula coniugale. Ne ho raccolte di testimonianze in proposito: le signore della borghesia ricevevano in casa la levatrice che, profumatamente pagata, offriva i suoi servigi per consentire l’unico modo possibile di controllare le nascite. Le altre si affidavano a metodi empirici rischiando la vita. L’uomo, anche acculturato, soddisfaceva senza precauzioni i propri bisogni ed era normale partorire tanti figli. Alla donna rimaneva la sottomissione o il rifiuto con conseguenze prevedibili, talvolta violente.

Nella Cina di Mao per un lungo periodo fu imposto un severo controllo delle nascite che limitava a due figli la discendenza, ed è incalcolabile il numero delle bambine soffocate alla nascita in favore della sopravvivenza dei maschi, ritenuta più utile soprattutto nelle campagne: “L’altra metà del cielo”, un riconoscimento riferito alle donne, non bastava a riscattarne la condizione mortificante.

Sui danni dell’integralismo religioso, unito all’ignoranza, ci troviamo tutti d’accordo ma le conseguenze della negazione dei diritti fondamentali dovuti alle donne è una piaga che riguarda tuttora una gran parte della popolazione mondiale e le religioni ne portano una grave responsabilità.

Il Clero è uomo e come tale si è macchiato nel tempo di pratiche manifestamente sadiche verso le donne, con particolare attitudine a servirsi dell’accusa di stregoneria per annientare coloro che si distinguevano per abilità non comuni dedicate alla cura o più generalmente per comportamenti poco conformi all’autoritarismo maschile e religioso. L’ipocrisia consisteva nel fatto che la tortura venisse demandata al potere temporale mentre i religiosi assistevano. Nella rocca marchigiana di San Leo, dove fu detenuto Cagliostro, come in altre strutture del tempo, sono esposti raffinati strumenti di tortura a sfondo sessuale, con morbosa dedizione ai genitali femminili: uno spettacolo osceno ed eccitante per chi vi assisteva.

Un servizio dedicato al viaggio penitenziale del Papa in Canada, con l’intento di scusarsi personalmente per il ruolo avuto dalla Chiesa nel perpetrare un vero e proprio genocidio culturale nei confronti dei nativi, ha rivelato l’orrore di migliaia di bambini prelevati dalle famiglie e ospitati nelle tetre strutture religiose dove hanno subito violenze sessuali e violenze di ogni genere dalla fine dell’800 agli anni novanta.

Il racconto delle sopravvissute non ha tralasciato nulla delle circostanze in cui avvenivano gli stupri e le sparizioni, lasciando loro il ricordo doloroso e ricorrente d’una esperienza che tuttora continuano a rivivere come una persecuzione. Più di 1.300 le tombe di bimbi senza nome ed altre ancora devono essere individuate.

Marina Elettra Maranetto

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