La ricetta Meloni per l’inclusione

Durissimo il comunicato della segreteria nazionale dell’ANPI che usa il binomio “deriva securitaria” per fotografare il periodo che stiamo vivendo dal punto di vista politico-sociale. Tra l’altro l’argomento “migranti”, messo nella sua particolare declinazione dell’ “invasione” ha ripreso di nuovo le prime pagine dei giornali e praticamente tutti i giorni la presidente Meloni insiste con un refrain classicamente populista e sovranista. Sappiamo che la risposta “prima” all’elettorato di centrodestra (ma non solo) confezionata dal governo in carica si basa su due elementi: 1. siamo già in presenza di troppi immigrati, non ce la facciamo, ci teniamo alla nostra “italianità” per cui “raus”. 2. stiamo facendo di massimo per riprendere tutti i contatti possibili (e strumentali alla causa) con le nazioni africane della costiera mediterranea, con quelle del Sahel,  e con gli Stati a cui ancora qualcuno guarda con spirito veterocoloniale (nel corno d’Africa). Quella che viene definita l’opzione (o “piano”) Mattei. La “strumentalità” della causa sta, molto semplicemente, nel non badare ai modi di “arginamento” (il ministro Piantedosi ha usato questo termine) e, tanto meno nell’intervento correttivo delle molteplici tracce di neocolonialismo e di sfruttamento da parte dei paesi del c.d. Primo Mondo, semplicemente si chiede che vengano tenuti nelle zone di origine o, in alternativa, che vengano fermati in tutti i modi possibili lungo il tragitto verso nord. Era la cancelliera Merkel ad avere commissionato una serie di studi di livello all’Università di Francoforte, circa dieci anni fa, per verificare i costi e le possibilità concrete di trasferire competenze, proprieta di stabilimenti, miniere, infrastrutture tedesche o austriache in Africa con conseguenze responsabilizzazione dei governanti locali e delle loro cosietà civili. Il responso, all’euro del 2016, era inclemente…solo per una prima fase di “aiutiamoli a casa loro” si sarebbero dovuti spendere più di 40 miliardi di euro. Per poi avere ulteriori carichi negli acquisti, visto che non si sarebbe più stati proprietari o intermediari privilegiati. Di quella frase ci si sono riempiti la bocca in molti ma pochi hanno fatto i conti con la realtà.

Il risultato di questa politica raffazzonata e assolutamente slegata, nell’approccio e nei contenuti, a livello europeo, li stiamo vedendo in questi giorni con frizioni di ogni tipo tra Italuia, germania, Francia, Austria ecc.

L’ANPI, fra le righe offre anche percorsi per soluzioni possibili ma, con  questo governo in carica, è inutile fare voli pindarici.

Il comunicato
La modifica del termine di trattenimento dei migranti irregolari nei CPR – vere e proprie prigioni – innalzato a 18 mesi, è di fatto una forma di detenzione amministrativa che contraddice lo spirito e la lettera della Costituzione; il pagamento di 5.000 euro da parte del migrante che non vuole essere trattenuto in un CPR è una grottesca presa in giro perché è ridicolo il solo pensare che lo straniero sbarcato a Lampedusa richiuso nel centro diidentificazione possa andare in banca o in assicurazione per farsi rilasciare una fideiussione. Si tratta di provvedimenti varati a solo scopo propagandistico. Per di più la recentissima “disposizione urgente” varata dal governo prevede minori garanzie per i richiedenti asilo e minori tutele per i minori non accompagnati.
Davanti alle ricorrenti stragi nel Mediterraneo, il governo continua a criminalizzare le ONG anziché ripristinare una missione europea analoga a “Mare Nostrum”. La violenta e spesso offensiva polemica del governo italiano verso quello tedesco in merito ai finanziamenti alle ONG incrina i rapporti con un Paese fondamentale nei rapporti internazionali e di amicizia dell’Italia, e sferra un ennesimo colpo alla tenuta dell’unità europea.
Come dimostra l’esperienza dell’accoglienza di milioni di profughi ucraini, le grida all’emergenza e all’invasione sono false, ciniche e strumentali. Si alimentano odio, insicurezze e paure, mentre è indispensabile garantire adeguati e strutturali canali di accesso legali, per poter stroncare le reti dei trafficanti di esseri umani. La questione migratoria, anche a fronte dei rapidissimi cambiamenti del resto del mondo, in particolare in Africa e in Asia, è complessa e non si può risolvere militarizzandola; richiede una strategia europea, il pieno coinvolgimento dei sindaci, una nuova Legge
quadro al posto della Bossi-Fini, seri investimenti nella rete dell’accoglienza a partire dal potenziamento del Sistema Accoglienza Integrazione. (1)

La deriva securitaria non ha mai risolto nessun problema. Anzi ne ha aggravati i termini perchè non è facendo finta di niente che si possano risolvere le questioni. Croazia e, ancor di più Ungheria, già da tempo hanno scelto la più classica delle strade sovraniste, quella di causare più difficoltà possibili a chi si avventura in viaggi pericolosi di migliaia di chilometri per migliorare la propria condizione economica e sociale o, semplicemente, per salvarsi da condizioni impossibili. Una insufficiente attenzione alle modalità di integrazione e inclusione, la concessione al sistema mafioso di mano d’opera a bassissimo costo, oltretutto ricattabile, fanno parte di questo disegno di esclusione. L’ANPI ci ricorda, con asprezza, i termini della questione, vedremo se qualcuno se ne accorge.

(1) “Le grida all’invasione dei migranti sono false e strumentali. La deriva securitaria non risolve il problema” Nota della Segreteria nazionale ANPI  (23 settembre 2023).

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