L’Ignoranza

E’ un male diffuso e necessario se nel prenderne coscienza ci si adoperi per contrastarla, un impegno che dura tutta la vita non bastante l’intera vita ma, considerato il limite temporale dell’esistenza, l’impegno sarà maggiore nell’aprire scenari di consapevolezza sempre più ampi. E’ lo scopo primario di esserci a questo mondo.

Le origini dell’ignoranza sono genericamente associate alla stupidità, ad un ambiente povero di stimoli o degradato, ma non sempre è così giacché d’ignoranza soffrono un numero esorbitante di persone anche “titolate”. Ricordiamoci dei “no vax” che ebbero un seguito imponente di seguaci e uno spazio illimitato nelle trasmissioni televisive cui si deve una parte di responsabilità nell’aver diffuso le teorie più strambe in merito.

Ma chi sono gli ignoranti? Come abbiamo visto, non necessariamente le persone private del privilegio di studiare: non è raro incontrare persone, fermatesi alla scuola dell’obbligo, che abbiano proseguito a colmare le proprie lacune con un’appassionata dedizione alla lettura, frequentando corsi serali o studiando la notte, per conseguire il diploma o la laurea.

A Pisa ebbi il privilegio di conoscere uno studente della facoltà di Medicina dalle capacità eccezionali, tre fratelli, un solo stipendio del padre sottufficiale dell’aeronautica e una madre eroica nel tenere unita la famiglia con serenità. Appassionato dello studio delle lingue, conosceva a fondo il Russo, il Tedesco, l’Inglese ed era interessato alla cultura araba di cui stava studiando la lingua: “Non è poi così difficile imparare… se studi il Sanscrito da cui derivano le lingue Indoeuropee”, diceva con semplicità disarmante.

Si manteneva agli studi traducendo la notte ,in quel periodo, “I fratelli Karamazov” dal Russo al Tedesco, e ricordo quanto mi stupisse un’ attitudine così straordinaria unita al fatto che, per laurearsi in fretta, diede tutti gli esami del sesto anno in un’unica sessione, con la lode. Una persona così unica e geniale avrebbe meritato l’offerta di una carriera universitaria, ma così non fu e non vado oltre … .

Uno dei volti dell’ignoranza si configura nella brutalità dove gli istinti primari prevalgono sulla ragione e sul sentimento: stupro e femminicidio (uno ogni tre giorni) ne sono la testimonianza, aggressioni “a coltello” e altri atti feroci dove le condizioni socio ambientali non sono un’attenuante. Questo argomento richiederebbe una lunga elaborazione se non fare un breve cenno alla disgregazione della famiglia: regole e autorevolezza comportano sacrificio che si configura con l’esempio, il dialogo e l’affetto. La scuola, da sola, non può sopperire a questa mancanza. Per averne conferma è sufficiente uscire la sera e soffermarsi nel centro cittadino: gruppi di giovanissimi in divisa nera, tuta e cappuccio dai tirarsi in testa e ragazzine in short e maglietta, che fanno gruppo vociante,anche se non sempre avviene che le due realtà si confrontino amichevolmente. E i genitori?

Sembra che l’ignoranza attragga più della cultura. Lo constatiamo nell’uso sconsiderato dei social che coinvolge appunto tutte le categorie sociali: il tempo dedicato alla lettura è sostituito dalla ricerca di contatti con sconosciuti, sapida di solitudine, dove l’amante dal quale non ci si separa è il cellulare, in un alternarsi di foto e frasi cretine ma, fermi tutti … ora ci pensa il Generale Vannacci a riportarci alla lettura, un successo editoriale sorprendente da far riflettere chi da anni si dedica alla scrittura con più o meno riscontro, ma con passione e perseveranza. Ciò che mi infastidisce è la pubblicità gratuita che si sta facendo a questo personaggio.

Le sue presentazioni sono affollate, le vendite alle stelle e da qualche parte vorrei trovarne una spiegazione plausibile.

Il “Generalone” incarna lo stereotipo dell’uomo- maschio con tutte le qualità del caso: alto, di fiero aspetto, con l’aggiunta del fascino della divisa di cui però bisogna tener conto che almeno una volta al giorno se la toglie.

L’unico modo per soddisfare la mia curiosità sarebbe acquistare il libro per darne una personale valutazione, ma rifiutando di rendermi complice e dunque sostenitrice di chi sembra esprimere teorie aberranti, resterò come il Prode Anselmo, con l’illusione di vuotare il mare dell’ignoranza con l’elmo bucato.

allegoria dell’ignoranza (dipinto) di Mehus Livio (metà sec. XVII)

– L’ I m b e c i l l e –

Tra eventi nefandi, piovuti a stille,

da tempi lontani a giorni men remoti

nulla potè Dio contro l’imbecille.

Non misurando l’effetto dei suoi atti,

tinge la vita propria e quella altrui

di male gesta e atroci misfatti

di cui sicuramente il più incisivo

è il propagare, senza alcun ritegno,

il proprio seme con atto furtivo:

qual cancrena silente, oh tempi bui,

s’incista quatto e poco appariscente

nella massa, imbecille come lui.

Privo d’alcun sapiente paragone,

ei può pensare d’esser sì valente

da tentare più volte l’elezione

e mentre chi sa sta fermo a guardare,

ei va al potere nel gaudio popolare…

così mi spiego, in questo su per giù,

perché il bravo sgobba e l’inetto sta su.

Marina Elettra Maranetto

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