Sabato primo aprile, con inizio alle ore 16, a Palatium Vetus di Alessandria molte persone hanno partecipato alla presentazione del volume: “Carlo Pace – Segni – Materiali – Fonemi” promosso dall’associazione “Città Futura” e dall’ “Archivio Pace”.
Alla prima parte dell’incontro ha presenziato anche il sindaco di Alessandria Giorgio Abonante che ha conosciuto Pace e apprezza il valore delle sue opere.
Con il presidente della Fondazione Luciano Mariano sono intervenuti: Renzo Penna (presidente Città Futura), Alberto Ballerino (curatore del testo), Anselmo Villata (vicepresidente Aica), Mario Gerosa (critico d’arte) e Roberto Lasagna (ed. Falsopiano).
Tutto questo è risultato possibile perché, su suggerimento dell’amico Alberto Ballerino, l’associazione “Città Futura” ha partecipato al bando “Storia e Memoria” della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria con il progetto: “Conoscenza e valorizzazione dell’opera artistica di Carlo Pace: uno dei più importanti pittori alessandrini del 900”. L’obiettivo era quello di realizzare un volume dedicato all’opera di Carlo Pace, un testo propedeutico per iniziative volte a riscoprire l’artista e, soprattutto, ad effettuale una selezionata mostra antologica delle sue opere.
Mentre Ballerino ha frequentato per anni lo studio di Pace in via Verona, noi abbiamo appreso il valore dell’artista alessandrino dalle parole e dagli scritti di Marisa Vescovo e Dino Molinari, i critici d’arte che più ne hanno sostenuto e valorizzato i lavori. Oltre, naturalmente, ad aver visitato alcune delle numerose mostre personali e collettive.
Ultimamente, poi, grazie a Pinuccia Gilardenghi, moglie dell’artista e responsabile dell’ “archivio Pace”, abbiamo avuto la possibilità di visitare lo studio e ammirare l’imponente lascito di Pace e le diverse stagioni del suo impegno pittorico.
Da queste diverse fonti e informazioni abbiamo riscontrato, nelle scelte e nei comportamenti di Carlo Pace, aspetti valoriali che bene si combinano con gli indirizzi costituenti della nostra associazione. Una ragione in più per decidere di proseguire l’impegno di “Città Futura” nei confronti della riproposizione di un artista ritenuto, per i normali canoni, scomodo e controcorrente.
La recente decisione della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria di accogliere la nostra richiesta e di realizzare la mostra dedicata a Pace, scegliendo di inaugurarla venerdì 21 aprile nelle sale espositive do Palatium Vetus, rappresenta un indubbio successo di “Città Futura” e, al contempo, premia la passione e la determinazione della responsabile dell’ “archivio Pace”.
Nel ringraziare chi si sta già impegnando nella selezione delle opere e nell’allestimento della mostra, ci permettiamo di suggerire a chi organizza un particolare impegno nella comunicazione dell’evento per una sua conoscenza non solo nell’ambito della città e della provincia, seguendo l’esempio di altre città, come la vicina Asti.
Carlo Pace è ancora un artista da scoprire.
Moltissime sue opere non sono mai state viste. Un lascito immenso – migliaia di lavori – presenti nello studio, custodite e seguite con cura dall’archivio, un lascito che carica tutti noi di responsabilità.
Noi pensiamo sia arrivato il tempo di rendere giustizia a Pace, un artista controcorrente, refrattario alle regole, che non si è mai piegato alle esigenze e alle logiche del mercato. Logiche che pretendono la ripetizione e riproduzione sempre delle stesse opere.
Pace, anche per questo, si è volutamente tenuto ai margini dei circuiti mercantili.
Un uomo, una persona dell’essere e non dell’avere. Sempre proiettato in nuove ricerche, nuove sperimentazioni, mai pienamente soddisfatto del proprio lavoro.
Questo, in estrema sintesi, il suo lungo percorso pittorico:
– Anni ‘50 sceglie di cimentarsi nell’informale, con tecniche originali e innovative quando l’interesse dei pittori del nostro territorio era ancora tutto rivolto all’arte figurativa;
– Anni ‘60 si cimenta in particolari forme figurative che testimoniano e trasmettono inquietudine, malessere sociale, incomunicabilità;
– Anni ‘70 è il periodo dell’ arte povera, dopo il taglio della tela di Fontana, si dedica al lavoro di ricucitura del quadro con le dolorose spine dorsali;
– Anni ‘80 i Fonemi;
– Anni ‘90 le tessiture;
E ancora, sino alla fine, la ricerca di nuovi materiali, dove a colpire è, tra i tanti, l’utilizzo della carta vetrata, uno strumento che rappresenta la fatica del lavoro.
Carlo Pace ci ha lasciato 12 anni fa, adesso tocca a noi (cittadini, associazioni, istituzioni) riscoprirne il suo valore anche per accrescere l’importanza artistica di questa nostra città e del territorio alessandrino. E il volume e la mostra del 21 aprile a Palatium Vetus si muovono in questa direzione.
Redazione di “Città Futura”
Alessandria, 2 aprile 2023
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