L’altro ieri, 3 dicembre 2020, si è tenuto il primo “Lean Day” dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria (AO Al). L’Ufficio Comunicazione” dell’Azienda ci informa[1] di come, grazie a un approccio “Lean Thinking” e coinvolgendo i dipendenti, si riesca, attraverso un ripensamento dei percorsi amministrativo-gestionali e sanitari, a migliorare l’efficacia e l’efficienza dei sistemi sanitari (e dio sa quanto il nostro ospedale ne avrebbe bisogno).
Dal comunicato della AO Al apprendiamo che, tra i venticinque presentati, sono stati scelti e premiati cinque progetti che miglioreranno “l’efficacia e l’efficienza” dell’assistenza offerta ai pazienti.
Siamo tutti molto contenti, anche se incrociamo le dita pregando di non aver bisogno di sperimentare i miglioramenti. E poi, il coinvolgimento dei dipendenti è comunque un fatto positivo per qualsiasi azienda. Pur non essendo un dipendente vorrei permettermi però di aggiungere alle venticinque (o forse ventisei) proposte già avanzate una mia molto modesta, che potrebbe valere non solo per l’AO Al ma per tutte le strutture pubbliche. Tra i requisiti richiesti per l’assunzione a livelli di responsabilità dovrebbe essere previsto obbligatoriamente che si sia seguito il corso di studi in Italia, in una scuola in cui le lezioni sono tenute in italiano.
Quest’ultima precisazione si rende necessaria in quanto, oltre a diverse Università, anche alcune scuole superiori della nostra provincia stanno orientandosi a tenere le lezioni in inglese. Da profano ero convinto che chi decideva di venire a fare un anno di Erasmus in Italia venisse non solo per la cucina ma per conoscere meglio la nostra cultura, della quale la lingua è parte essenziale. Evidentemente sbagliavo: a giudizio degli esperti sembra che gli studenti stranieri vengano in Italia non attratti dalla nostra cultura, ma dalla qualità dei corsi tenuti in inglese.
Io continuerò comunque ad usare “O tempora o mores”, come si usava dire ai tempi del “latinorum”. Sarà un po’ antiquato, ma ha aveva un piccolo pregio: lo capivano tutti, inglesi compresi.
Nicola Parodi
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