Manifesto per la soppressione dei partiti politici -Simone Weil -Castelvecchi editore

Simone Weil , con una prefazione di Andrè Breton e una postfazione di Alain / Castelvecchi editore

Se anche solo per sentito dire, il nome di Simone Weil ha attraversato le nostre vite.

Morta a soli 34 anni, nell’agosto del 1943, la Weil ha lasciato profonde riflessioni che toccano i temi fondanti di ogni singola vita e di ogni tempo, dato che le grandi domande dell’uomo sono sempre le stesse, seppur declinate in situazioni, ambiti e culture differenti.

Bene, giustizia, libertà, povertà, potere, dominio, alcuni dei molti temi che Simone affronta con uno spirito appassionato e indomito, dentro a un corpo sofferente e a un’anima ribollente d”amore.

Durante la guerra presentò a De Gaulle una proposta, sconcerante per il grande uomo: quella di affiancare alle truppe sul fronte delle donne che aiutassero la spiritualità dei soldati, crocerossine dell’anima potremmo definirle. Naturalmente questa proposta non fu nemmeno presa in considerazione e si derise la sua portatrice, esiliando ancora una volta la complessità dell’essere che siamo e la sorgente dove poter attingere acqua benefica nei momenti cruciali della nostra vita.

C’è un’altra riflessione della Weil, raccolta in un piccolissimo volumetto con una prefazione di Andrè Breton: Manifesto per la soppressione dei partiti politici.

Proprio perchè scritto in momenti bui della nostra storia, vale la pena oggi di rileggerlo, tenendo ben presente la differenza tra opinione e pensiero.

Scrive Breton: “Per la grande maggioranza, il movente del pensiero non è più il desiderio incondizionato, indefinito, della verità, ma il desiderio della conformità a un insegnamento prestabilito”.

Siamo in grado oggi di fare un bilancio più incoraggiante? L’azione del pensiero è arrivata a vincere il regno indiviso dell’opinione del pro e contro ?

Il piccolo libro si conclude con una riflessione di Alain ( andate a cercare chi è, e conoscerete un amico compagno di strada ) che scrive: “Avendo letto il celebre articolo di Simone Weil sulla necessità di sopprimere i partiti politici, sono giunto a questa idea: che abbiamo doveri solamente nei confronti dei morti. Quanto ai vivi, se si sbagliano o meno è affar loro. Ma i morti sono terribilmente abbandonati. Di un vivo quasi non si osa esamnare il pensiero. Perchè come reagirà costui ai suoi pensieri emendati ? Il morto, lui, non apre bocca. Questa è la sua forza, e questo è il nostro obbligo verso di lui.”

Alain prosegue raccontando l’esperienza e gli scritti della Weil – che lui accompagnò via via nella sua vita di donna e pensatrice rivoluzionaria – e prosegue:

” Ed ecco qui un articolo pieno di fuoco, che sembra scritto con un piccone dello sterratore. Di superba disinvoltura. Non potei limitarmi a quel che i lettori potevano pensare. Per dirla tutta vi trovavo un clima e come un ricordo di me stesso. Non ebbi nemmeno per un istante l’idea che fosse un pensiero astratto, e che, come mi dice il sindacato, chiedesse a tutti noi la Luna. Ne convengo, l’apparenza è questa, ed è l’apparenza ciò che guida i nostri pensieri. Ma attenzione qui ! C’è un male nella nostra esistenza politica. Un male o piuttosto un vuoto, un invincibile nulla . Non sarà magari il partito questo nulla ?

Lascio a chi è curioso e desideroso del pensiero della Weil , ma soprattutto del suo proprio e non della propria opinione superficiale, il desiderio di proseguire nella lettura, prendendo seriamente in considerazione questa idea.

I partiti sono organizzazioni verticistiche e inquadrate, mostrano un totale disinteresse per la res publica, ma un talento inenarrabile per sottrarre denaro pubblico alla comunità. Aderire all’ideologia di un partito significa limitarsi a prendere posizione pro o contro qualcosa, rinunciando al nostro pensiero critico, unito a quello del cuore.

E’ questa la democrazia ?

I partiti politici rappresentano davvero la volontà dei cittadini o sono dei semplici organismi che hanno come unico fine quello di riprodursi? Non userei qui la parola “organismi”, elemento vivo e in continua trasformazione, ma piuttosto “organizzazioni”, che tendono a irrigidirsi e a non trasformarsi, mantenendo lo status quo.

Accogliere oggi la proposta della Weil significa uscire dal letargo per tornare a pensare con le nostre teste.

Buona lettura

Patrizia Gioia

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