Mar Rosso (Sangue)

In questi giorni si parla molto dell’attacco di uno squalo a due turisti italiani nel Mar Rosso.

Risultato: uno morto, l’altro ferito.

Ci sono delle zone del mondo dove il numero degli squali è molto elevato e, essendo il Mar Rosso, lato egiziano, una zona molto turistica, si pensava non ci fossero eccessivi pericoli.

Ma così non è.

Lo squalo è uno degli animali più antichi che vive nei nostri oceani e, anche se studiato da eminenti ittiologi, non è che se ne sappia poi molto.

Ricordo il periodo in cui, in Australia, avevo visitato, sulla Gold Coast, il centro di studi diretto da Ron a Valerie Taylor: ogni tanto tenevano delle conferenze, ma loro stessi sostenevano che le ricerche e gli studi erano perennemente in corso.

Essi affrontavano ogni tipo di squalo, ma non erano in grado di coglierne le differenze attitudinali.

La conoscenza degli squali è un continuo studio in fieri.

Ma non è di questo che voglio parlare.

Ricordo una vecchia foto degli anni ‘50, in bianco e nero.

Si riconoscono un ufficiale di marina in alta uniforme ed accanto a lui uno squalo appeso ad un gancio, catturato da poco, lungo forse quattro metri e dall’aspetto simile ad un tigre.

L’ufficiale era mio padre e la preda, probabilmente, seguiva la nave per divorare i rifiuti.

Tale scena era stata fotografata nel Mar Rosso, sulla nave “Africa” che scendeva verso Cape Town.

Quindi il Mar Rosso è un mare infestato dagli squali, sia lo squalo bianco, il tigre e il mako.

Qualunque sia l’assicurazione che le autorità danno ai turisti, vale poco o niente: se uno squalo che sta in acque, anche poco profonde, individua una potenziale preda, c’è poco da fare, lo squalo attacca.

E l’attacco porta sempre conseguenze, fatali o comunque sanguinose.

La considerazione che si può trarre è che, qualunque siano le difese che si organizzano per proteggersi, bisogna ricordarsi che è l’uomo a invadere il mondo dello squalo e non viceversa.

Su questa Terra l’uomo pensa di essere assurto ad una condizione di primus sine paribus, ma come vediamo, non è così.

I pericoli provengono da ogni parte e spesso tali pericoli sono letali.

Per quanto faccia, l’Uomo è sempre una potenziale vittima.

Ci siamo auto incoronati Re della Natura, ma la corona è di latta.

Viator

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