Match point

Lo confesso, sono da sempre un grande appassionato del tennis, e lo seguo col massimo interesse dall’adolescenza: sono stato un discreto giocatore, anche classificato.

Dopo circa cinquanta anni è apparsa una stella di prima grandezza nel tennis italiano, si tratta di Jannik Sinner, il “peccatore” in inglese o tedesco, senza nulla togliere al suo virtuosismo magico.

Orbene, questo giovane di ventidue anni ha fatto una clamorosa scalata nelle classifiche mondiali, e si situa attualmente al quarto posto al mondo.

Nelle finali ATP di fine anno ha sbaragliato tutti i competitori e negli ultimi dieci giorni è diventato una sorta di mito.

Logicamente gli italiani sono abituati a queste creazioni ed hanno pensato che Sinner, il “peccatore”, fosse imbattibile.

I creatori di miti hanno caricato le spalle del giovane di tutte le loro mancanze e le loro insoddisfazioni, così facendo gli hanno imposto un peso insopportabile.

Non si può pretendere che in pochi mesi un giovane giocatore possa diventare il numero uno al mondo, per soddisfare qualche carenza personale.

In effetti Sinner, il “peccatore”, non ha commesso nessun peccato, si è semplicemente arreso nella finale ad uno dei più grandi giocatori di tutti i tempi, che ha dimostrato in circa venti anni di carriera di essere oggi come oggi il numero uno assoluto.

Inoltre lo stesso pubblico di Torino, che voleva osannare Sinner, ha disturbato Djokovic, il quale lo ha zittito con alcuni colpi spettacolosi.

Le cose si sono rimesse al loro posto, il vecchio campione ha vinto e convinto, il nuovo ha un ampio terreno da seminare.

Ciò che mi ha colpito è la potenza mitopoietica di tanti italiani, che vanno alla ricerca di qualcosa che gli dia solidità e sicurezza dietro ad una bandiera.

Riflettendo razionalmente, non è che a Settembre dell’anno scorso molti di questi italiani, eleggendo la Meloni, abbiano voluto cercare solidità e sicurezza in una donna piccola, ma molto vociante ed aggressiva, il cui unico errore è quello di appoggiarsi ad una ideologia centenaria, già bocciata dalla storia nel 1945?

Ma gli italiani non hanno buona memoria, si buttano là dove pensano di trovare delle soluzioni immediate, facili.

Però, come dice l’ottimo Djokovic, il tennis e la politica non sono cose che si possano improvvisare, ma esigono studio, addestramento e flessibilità.

Riflettete, gente, riflettete.

Viator

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