Non so, non so. Il poeta……

Poeti? Mica li distinguo dagli altri. Ne ho conosciuti e ne conosco tanti, sono fatti come tutti noi.

Qualcuno ha folti capelli, qualcuno è calvo ( pochi i calvi, una ragione ci sarà ). Qualcuno cammina adagio e serio, qualcun altro trotterella divertito. Qualcuno viaggia sempre con una cartella ordinata, qualcun altro tira fuori fogli dalle tasche insieme a qualche briciola di pane, un dado da gioco e una foglia. Qualcuno ha la barba, altri un tenero codino dietro al collo, qualcuno porta collana e bracciale, qualcuno nemmeno l’orologio.

E sembra che parli al maschile, no. Poeta è l’unico genere che li contiene entrambi: uomo e donna, come quella potente scultura di Brancusi, sembrano confondersi, invece si amano semplicemente, dentro.

Fuori poi i Poeti hanno comportamenti differenti: qualcuno ha qualche tic, vuole sempre tutto perfetto, qualcuno odia le curve, qualcuno le sedie diritte. Qualcuno ama il caldo, qualcuno il freddo, l’aria condizionata è sempre un optional, loro hanno una pelle diversa, forse ancora paleolitica o neolitica, voglio dire una pelle che ancora si avvicina senza titubanza all’alterità.

Certo ha difese, le scrive e si aprono le parole, quelle che emergono da un’ispirazione e Poeti sono quelli che non pretendono d’essere ispirati. Dove attinge la Poesia? Qualcuno parla di inconscio, qualcuno di specie, qualcuno usa la parola Dio, qualcun altro Mistero.

Ognuno ha la propria terra da coltivare, è da questa che esce il frutto di ognuno, la sua Poesia. Ognuna col suo profumo e il suo colore. Ah, dimenticavo ! I Poeti hanno amuleti, un piccolo ferro da stiro arrugginito, un pullover di lana, una collana senza perle, una chiave, di violino forse. E non si parla di Musica, Dea ancora da svestire.

I Poeti hanno il mondo, come nella danza del Grande Dittatore di Chaplin, nelle loro mani. Le mani dei Poeti sono enormi, fanno paura. E’ per questo che imparano a memoria i loro versi. Per rimanere per terra, le mani potrebbero, come ali, alzarli in volo e loro non vogliono. Infatti chi non impara a memoria i propri versi li tiene scritti su dei fogli, che sembrano fatti per essere letti, ma non è così, è per zavorrarsi e non volare via senza l’Angelo.

Sono i più poveri di maledizioni. Certo c’è qualcuno che a volte recita Narciso, qualcuno che vuol comandare, qualcuno vuol farsi bello e salire sull’altare, qualcuno che parla alla luna, qualcuno finge, qualcuno attraversa deserti, altri fiumi torrenti città, ma sanno sempre d’essere soli.

Non fanno a pezzi nessuno, nemmeno la Madre Terra, che occupano leggeri, solo quando mangiano troppo piangono, come i coccodrilli. Ma si riprendono presto e attraversano i giardini della metafora, i templi degli archetipi con aria sottile, con memoria infinita. Non sono mai da alcuna parte, non incollano francobolli sulle loro lettere, la loro poesia è come il pane, nutre e mangi quando hai fame.

Non serve a niente la Poesia se non ti serve.

Se non hai qualcuno dei tanti personaggi dentro che reclamano un po’ di ordine, per il Poeta va bene il grande caos, ma il suo viaggio necessita sempre di un ritorno. Mai nello stesso posto però.

La poesia è innocente, ma può far male. Ti colpisce alle spalle se smetti di volerla incontrare? E’ profetica? Iniziatica ? Follia d’amore? E’ poetica ?

“Non so, non so” , dice la Wislawa e si sa che i Poeti la sanno sempre più lunga: ma di chi?

di Patrizia Gioia

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