Nubi grigie sulla Germania

Il partito di estrema destra Alternative für Deutschland (AfD) e il nuovo partito di sinistra radicale BSW (Alliance Sahra Wagenknecht) hanno tenuto il loro congresso questo il 10, 11 e 12  gennaio scorso. E’ stata l’occasione rilevare le somiglianze fra queste due formazioni populiste, a un mese soltanto dalle Elezioni anticipate. Forse le più importanti dopo la riunificazione dell’Ottantanove. Vediamo se indovinate le differenze…

Durante il congresso del suo partito, tenutosi domenica 12 gennaio, “x” ha denunciato l’immigrazione “incontrollata”, ha attaccato l’élite al potere e ha criticato le sanzioni contro la Russia. Tuttavia, il suo nome non è Alice Weidel e non guida il partito populista di estrema destra Alternative für Deutschland, che difende tutte queste posizioni….il nome di “x” è Sahra Wagenknecht. E intende fare in modo che la Germania se ne ricordi, dal momento che non ha esitato a chiamare il suo partito di sinistra, nato appena un anno fa, Alliance Sahra Wagenknecht (Bündniss Sahra Wagenknecht, BSW).

L’ex leader del partito radicale-sinistra Die Linke appare sempre più come la controparte  della neo segretaria dell’AfD. Il fatto che le due donne abbiano organizzato i congressi dei rispettivi partiti nello stesso fine settimana, poco più di un mese prima delle elezioni generali anticipate del 23 febbraio, rafforza l’impressione di un fronte populista che unisce la sinistra radicale con l’estrema destra. Una mostruosità del panorama politico tedesco e internazionale solo qualche decina di anni fa…ora la normalità.

Dall’estrema destra alla sinistra radicale

All’altro estremo dello spettro politico, Alice Weidel cavalca da diversi anni l’onda del populismo di destra. Nominata co-leader dell’AfD nel 2017, dopo essere stata designata come rappresentante dell’ala “moderata” di questo partito ultraconservatore, Alice Weidel sembra aver preso una piega molto più estremista. Al congresso del suo partito, tenutosi sabato 11 gennaio, “ha utilizzato il termine altamente controverso ‘reimmigrazione’ e ha parlato di espulsioni di massa [di immigrati]“, (1) .Fino a poco tempo fa, il concetto di reimmigrazione era un tabù nel dibattito pubblico tedesco. E, tutto sommato sarebbe pure prevedibile un sostegno a quel tipo di posizione politica se in area di estrema destra, meno se a dirlo è la Wagenknecht.

Sahra Wagenknecht e un percorso al contrario

Nel settembre 2023 ha lasciato Die Linke per fondare il suo partito BSW, spesso definito “di sinistra conservatrice”. Si tratta, soprattutto,  di un movimento che “in termini di populismo si colloca a metà strada tra il partito Die Linke e l’AfD“, spiega Jan-Philipp Thomeczek, (2)

L’AfD di Alice Weidel e il BSW di Sahra Wagenknecht condividono le stesse componenti di un partito populista: “Entrambe le formazioni politiche si presentano come rappresentanti dello ‘spirito del popolo’ e portano con orgoglio i colori dell’anti-elitarismo“, ancora una volta andando a spulciare Jan-Philipp Thomeczek.

Inoltre, è più facile trovare somiglianze nei rispettivi programmi e nei loro discorsi che differenze. Entrambe le parti “hanno adottato lo stesso atteggiamento nei confronti della Russia e di Vladimir Putin: sono contrarie alle sanzioni contro la Russia, vogliono continuare a importare idrocarburi russi e chiedono di ridurre gli aiuti all’Ucraina. Si distinguono anche per una comune critica all’influenza culturale nordamericana. Infine , Alice Weidel e Sahra Wagenknecht hanno fortemente criticato la politica migratoria tedesca fin dai tempi dell’ex cancelliera Angela Merkel [che nel 2015 ha avviato una politica di grande accoglienza, in particolare per i rifugiati siriani“; questa volta le parole sono di Frank Brettschneider, specialista in comunicazione politica presso l’Università Hohenheim di Stoccarda (3).

Diverse tonalità di grigio

Sembra inoltre che i due partiti condividano un approccio comune alla lotta al riscaldamento globale. “Sono entrambi scettici“, sempre secondo Jan-Philipp Thomeczek.

Anche se, per la verità,  l’AfD e il BSW non sono esattamente  la stessa cosa. In questo senso, il clima è un buon esempio delle sfumature che possono esistere: “L’AfD mette in discussione la realtà stessa del riscaldamento globale causato dall’uomo, mentre il partito di Sahra Wagenknecht non si spinge fino a questo punto“, specifica Jan-Philipp Thomeczek. (cit.)

Tra le due formazioni, si tratterebbe principalmente di una storia di sfumature di grigio, più o meno screziato, un po’ da linee nerastre, ma anche da fasce verdi e rosse.. Sebbene i temi siano gli stessi, “l’AfD è molto più radicale”, afferma Werner Krause, politologo presso l’Università di Potsdam. A volte queste differenze possono essere molto sottili. Quindi quando si tratta di attaccare l'”establishment”, l’AfD parlerà dei vecchi partiti, il che ha una connotazione negativa, mentre Sahra Wagenknecht “Preferiremo parlare dei partiti tradizionali, che sono più neutrali“, afferma Jan-Philipp Thomeczek.

Clima, alterazioni globali di stagioni e temperature condizionano le idee più di molti discorsi

Gli effetti del cambiamento climatico sono diventati molto più evidenti negli ultimi anni, con temperature anormalmente elevate registrate in tutto il mondo. Maria Cotofan, Karlygash Kuralbayeva e Konstantinos Matakos (4) esaminano come i picchi di temperatura influenzano il comportamento politico e come le fasce d’età rispondono in modo diverso.Negli ultimi anni, c’è stato un aumento notevole delle temperature e delle ondate di calore estreme in tutta Europa. Le persone anziane potrebbero essere particolarmente vulnerabili a questo, con indicazioni di un aumento del 30% dei decessi correlati al calore negli ultimi due decenni a causa delle temperature crescenti, molte delle quali – appunto –  tra gli anziani.

In questo contesto, le politiche governative sul clima sono state criticate per essere gesti insufficienti e meramente simbolici privi di misure sostanziali ed efficaci per combattere il cambiamento climatico. Da cui ne deriva  un crescente consenso sul fatto che ciò di cui c’è bisogno “non sono politiche incrementali o superficiali, ma piuttosto azioni climatiche trasformative “ (sic). Pertanto, è stato  fondamentale esaminare se le risposte agli  shock climatici hanno spinto gli elettori a sostenere programmi specifici di politica climatica. Cioè a comprendere l’emergenzialità vera del periodo che stiamo vivendo assumendosene le responsabilità correlate.

Un argomento comune è che gli individui più anziani potrebbero essere meno inclini a sostenere politiche robuste sui cambiamenti climatici a causa della loro più breve durata di vita residua, rendendo i benefici a lungo termine della mitigazione meno evidenti per loro. Con l’invecchiamento della popolazione in tutto il mondo sviluppato, c’è la percezione che una percentuale maggiore di elettori anziani potrebbe impedire ai governi di adottare politiche ambiziose sul clima, influenzando potenzialmente i partiti che hanno maggiori probabilità di essere sostenuti dai cittadini più anziani, come i conservatori in Italia, Francia e Germania, a sostenere misure meno ambiziose. La ricerca citata (4), basata sul sondaggio Risks That Matter 2022 dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), rivela un cambiamento negli atteggiamenti tra le persone anziane. Abbiamo scoperto che i recenti picchi di temperatura nelle regioni OCSE spingono gli elettori più anziani a riconoscere i cambiamenti climatici come una minaccia più imminente. Paradossalmente sono proprio stati gli over sessanta a rappresentare maggiori preoccupazioni.

Le ondate di calore cambiano i voti

I risultati raccolti mostrano che dopo aver sperimentato temperature anormalmente elevate, le persone di mezza età (quelle di età compresa tra 42 e 64 anni nel nostro campione) diventano più preoccupate per il cambiamento climatico, nonché per i costi economici dell’implementazione di politiche sui cambiamenti climatici. Di conseguenza, scopriamo che esprimono sostegno per politiche volte a mitigare questi impatti economici.

Allo stesso tempo, scopriamo che queste stesse persone riducono il loro sostegno a partiti estremisti e populisti e aumentano il loro sostegno a partiti con programmi attenti all’ambiente. Più precisamente, le tendenze di fondo “mean trends” indicano che sperimentare temperature anormalmente elevate aumenta la probabilità che gli individui sostengano partiti di sinistra / centrosinistra / progressisti di circa il 3,5%. Questo effetto persiste per due o tre anni dopo l’esperienza, ma diminuisce dopo cinque anni.

Quale impatto è da attendersi?

Dato che le elezioni tendono a svolgersi in cicli di quattro o cinque anni, prevediamo un impatto significativo sui futuri risultati elettorali. Ciò è importante perché, con l’invecchiamento delle società, le preferenze degli elettori più anziani avranno più peso. Con gli eventi climatici estremi in aumento in frequenza e intensità, ci aspettiamo che gli shock legati al clima abbiano un impatto più forte sui risultati elettorali, una tendenza che i partiti di tutto lo spettro politico potrebbero voler tenere a mente. È importante notare che i risultati suggeriscono che gli elettori di mezza età e oltre sono disposti a cambiare la loro posizione sulle politiche sui cambiamenti climatici e a prestare il loro voto a partiti più “green” e di sinistra. Ma in cambio del loro sostegno a politiche che andranno principalmente a beneficio delle generazioni future, sembrano chiedere un risarcimento o esenzioni che li proteggano dai costi e dai sacrifici richiesti per un’ambiziosa mitigazione del clima.

I giovani elettori tendono a minimizzare

A differenza delle persone over 45, la ricerca rileva che i giovani elettori  (quelli di età compresa tra 18 e 41 anni nel nostro campione) sono meno preoccupati per i costi economici delle politiche sul clima e sembrano più disposti ad accettare queste conseguenze, tra cui, ad esempio, bollette energetiche più elevate. Lo studio rivela, infine, che i modelli di voto sono prevalentemente influenzati dalle persone più anziane, il che suggerisce che le esperienze estreme di cambiamento climatico non sono ancora emerse come un fattore decisivo che determina un aumento significativo della partecipazione dei giovani alle elezioni. La mancanza di un effetto tra i giovani elettori potrebbe derivare dai loro livelli relativamente più bassi di ansia per gli effetti economici del cambiamento climatico. In altre parole, i giovani elettori potrebbero essere più consapevoli degli impatti del cambiamento climatico indipendentemente dalle loro esperienze individuali e, di conseguenza, più disposti ad accettare i costi della mediazione sul cambiamento climatico. Ma, come dimostrano la Weidel e la Wagenknecht con le loro proposte,sono proprio i giovani i principali destinatari dei loro appelli. Non si fidano delle campagne di sensibilizzazione, tendono a sminuire i gradi di rischio, fanno finta che – tendenzialmente – non sia cambiato nulla.

“Volk” e “Arbeiter” al centro della propaganda politica tedesca

Tornando alla animata fase prevoto tedesca si sta verificando un uso sempre più libero di termini desueti e imbarazzanti.  L’AfD non esita a usare il termine ‘Volk’ (popolo), che ha una connotazione storica molto forte in Germania usato dal regime nazista, mentre il BSW preferirà parlare di “lavoratori”. Termini che rimandano alla sfera economica, al più stretto “particulare”, alla difesa del proprio orticello dagli usurpatori stranieri.

D’altra parte dal punto di vista economico, le somiglianze sono solo superficiali. Se sul predellino per comizi, Alice Weidel adotta un tono segnato da una vena sociale, con un generico richiamo ai diritti dei lavoratori all’interno di un quadro chiaramente liberale, e non è un caso che abbia accettato di discutere di X con Elon Musk. Durante questo faccia a faccia non si è parlato solo di immigrazione, “ma anche di riforme economiche liberali”, ci ricorda Werner Krause (5). Sahra Wagenknecht non ha esitato a definire sprezzante la sua rivale dell’AfD come una “fan girl” dell’uomo più ricco del mondo.

Una Germania sempre più polarizzata

Il loro populismo, che funziona con le stesse molle, “potrebbe portare a credere che si rivolga allo stesso elettorato“, è sempre Werner Krause a ritenerlo. Gli elettori tedeschi, delusi dai partiti tradizionali e inclini ad attribuire alla politica migratoria la causa dei problemi economici del Paese, ora avrebbero la possibilità di scegliere tra l’AfD e il BSW. Pertanto, l’emergere del partito di Sahra Wagenknecht “è stato percepito come una minaccia elettorale per il partito di estrema destra“, aggiunge Krause.

Tuttavia, l’AfD continua a guidare molto in alto nei sondaggi – al secondo posto dietro la CDU (Cristiano-Democratici di centro-destra) con oltre il 20% delle intenzioni di voto per le elezioni legislative di febbraio – mentre il BSW sta lottando per superare la soglia critica di 5% che gli permetterebbe di entrare nel Bundestag.

Ma questi eredi della “Linke” dove ci porteranno?

Quello che vediamo è che il partito di Sahra Wagenknecht sta cannibalizzando una quota sempre maggiore di voti per i partiti di sinistra, come l’SPD (partito di centro-sinistra)”, sottolinea Ed Turner. Secondo il professore inglese, il BSW ha un discorso e un programma pensati su misura per gli elettori delusi dalla sinistra dell’ex Germania dell’Est che non osano votare per l’estrema destra. Ma Sahra Wagenknecht non avrà mai lo stesso appeal dell’AfD per gli elettori della CDU delusi e tentati dal voto di protesta. Se il partito di Wagenknecht otterrà il 5% o più dei voti a febbraio, “sarebbe una grande vittoria per lei“, afferma Werner Krause. Questa è, infatti, la prima volta che il suo partito si candida a un’elezione federale. “Non dobbiamo dimenticare che nel 2013, quando l’AfD ha partecipato alle sue prime elezioni legislative, ha mancato di poco il 5% [4,7%] e sappiamo quanti progressi ha fatto da allora il partito di estrema destra“, ancora secondo Werner Krause.

Una Germania chiusa su se stessa con poche idee per il futuro

Rispecchierebbe anche lo stato d’animo politico della Germania. Un’ondata di populisti ad entrambe le estremità dello spettro politico “rifletterebbe l’impatto politico del deterioramento della situazione economica del Paese“, ha affermato Turner. Per Werner Krause, è anche la prova che la Germania sta lentamente scivolando in uno stato di polarizzazione politica non molto diverso dalla situazione recente avutasi in Italia, in Francia e negli Stati Uniti. “Stiamo assistendo a una crescente divisione nell’elettorato  su questioni sociali come l’immigrazione, il clima o le questioni di genere. Da una parte ci sono gli elettori progressisti, dall’altra quelli che sono nel campo conservatore, che – in Germania –  si sentono rappresentati dall’AfD e il BSW.” Questa ultima affermazione è invece di Florian Klebs Responsabile Ufficio stampa, Comunicazione interna e Social media dell’ Università di Hohenheim presso Stoccarda.

Ma da dove viene questa diffidenza.

E’ proprio il professor Klebs a chiarici le idee.  Secondo i risultati del sondaggio annuale condotto a livello nazionale dall’Università di Hohenheim, tra i sostenitori dell’AfD la percentuale di chi imputa alla manovalanza straniera i problemi di natura economica e sociale,  raggiunge il 79%. Non solo…un quarto dei tedeschi ritiene che la politica in Germania sia controllata da “poteri segreti”. Un quinto è convinto che i mass media “mentano sistematicamente” alla popolazione. Lo dimostra uno studio dell’Università di Hohenheim a Stoccarda. A questo scopo, nel luglio 2023 sono stati intervistati  4.024 cittadini tedeschi per conto dei ricercatori.

Per determinare in quale misura una visione del mondo populista di destra sia diffusa tra la popolazione, sono state presentate agli intervistati 22 affermazioni. Alcuni di essi contenevano teorie cospirative, qualcuna al limtie del paradossale. È stato chiesto agli intervistati di indicare quanto fossero d’accordo o in disaccordo con queste affermazioni. Quasi un quinto degli intervistati ha mostrato una visione del mondo chiusa e populista, sostanzialmente  di destra. Frank Brettschneider (in collaborazione con Kleps) ha segnalato che “il sette percento dei tedeschi ha un grado molto forte di populismo di destra, e l’undici percento ne ha un grado forte“. Nella Germania orientale, la percentuale è leggermente più alta (23%) che in quella occidentale (17%). Quanto più elevato è il livello di istruzione formale degli intervistati, tanto più bassa è la percentuale di coloro che hanno una visione del mondo populista di destra. La percentuale è più alta tra i 45 e i 59 anni (21%) e più bassa tra i 18 e i 29 anni (11%).

“La differenza più grande è tra i sostenitori dei Verdi e quelli dell’AfD: il 79 percento dei sostenitori dell’AfD ha una visione del mondo populista di destra. Tra i sostenitori del Partito Verde è solo l’uno per cento”. In media, i sostenitori dell’AfD concordano con 17 delle 22 affermazioni presentate. Tra i sostenitori dei Verdi, la media è di sole 2,3 affermazioni.

“Poteri segreti”, “Bugie” e “Inganno”

Un buon quarto degli intervistati ritiene che la politica in Germania sia controllata da “poteri segreti”. Per lo specifico passaggio è risultato che : “ci sono organizzazioni segrete che hanno una grande influenza sulle decisioni politiche”. E il 25 percento è d’accordo con l’affermazione: “I politici e gli altri leader sono solo burattini dei poteri che stanno dietro di loro”. Il 16 per cento afferma addirittura: “Il nostro Paese ormai assomiglia più a una dittatura che a una democrazia”. Un quarto ritiene inoltre che chi detiene il potere stia “ingannando il popolo”. Tra i sostenitori dell’AfD, addirittura l’81 per cento è d’accordo con questa affermazione. Il 27 percento dei tedeschi ritiene che: “Il governo nasconda la verità alla popolazione”. E più della metà dei tedeschi in genere ritiene che i politici siano fuori dal mondo.

“I populisti di destra non solo disprezzano i partiti e i politici, ma diffamano anche i mass media“, afferma il Prof. Dr. Francesco Brettschneider. Da un quinto a un quarto dei cittadini tedeschi accusano i mass media di manipolazione. E il 21 percento ritiene: “La popolazione in Germania viene sistematicamente mentita dai media”. L’85 percento dei sostenitori dell’AfD è d’accordo con questa affermazione. Il 24 percento dei cittadini tedeschi ritiene: “I media e la politica lavorano mano nella mano per manipolare l’opinione della popolazione”. E il 23 percento afferma: “I media riportano solo ciò che i governanti dettano”. La profonda sfiducia nei confronti dei mass media tradizionali è molto più pronunciato nella Germania dell’Est che nella Germania dell’Ovest, afferma il Prof. Dr. Francesco Brettschneider.

Insomma: insoddisfazione per il funzionamento della democrazia, calo della fiducia nel governo federale e conseguente disaffezione al voto

Un quarto degli intervistati è insoddisfatto del funzionamento della democrazia a livello federale. A livello statale e locale ce ne sono meno. Quanto più è marcata la visione populista di destra degli intervistati, tanto maggiore è la loro insoddisfazione per il funzionamento della democrazia. Tra il gruppo con la più forte visione populista di destra del mondo, l’85 percento è insoddisfatto del funzionamento della democrazia a livello federale. “Tra il 2022 e il 2023, la soddisfazione per il funzionamento della democrazia è diminuita di dieci punti percentuali”, afferma il Prof. Dr. F. Brettschneider. Ciò riflette il l’insoddisfazione di parti della popolazione nei confronti delle azioni del governo federale.

I tedeschi sono coloro che ripongono la massima fiducia nella scienza, nella polizia e nei tribunali. Hanno la minima fiducia nel Governo federale, nel Parlamento europeo e nei partiti politici. “Solo il 13 o il 14 percento dei cittadini tedeschi diffida della scienza o della polizia, ma circa il 50 percento diffida dei partiti o del governo federale”, sempre secondo  Brettschneider.

Quanto più la visione del mondo di una persona è populista di destra, tanto maggiore è la sua sfiducia in queste istituzioni: del gruppo con la visione del mondo populista di destra più forte, il 48 percento diffida della scienza, l’89 percento diffida della televisione, il 93 percento diffida dei partiti politici e il 96 percento diffida il governo federale.

Un insieme di segnali negativi che non fanno presagire nulla di buono. Più di dieci anni di Angela Merkel e trent’anni di centrismo CDU-CSU combinato con governi PSD non  hanno soddisfatto un elettorato attento e solitamente ben disposto verso proposte ragionevoli e concrete. Ecco….forse i partiti “tinti di grigio” sguazzano in mare di promesse non mantenute e proposte contraddittorie. “Stiamo fermi, non comprendendo bene in quale direzioni ci stanno portando”, chiosa il prof. Klebs per far comprendere che la questione è seria. Vedremo a febbraio cosa succederà….

….

.1. Ed Turner, specialista in politica tedesca presso l’Aston University di Birmingham. https://fpc.org.uk/ten-key-takeaways-from-the-european-parliament-election-for-germany-and-europe/

.2. “Politologo” e specialista in populismo all’Università di Potsdam per lungo tempo alla munster Universitaet. Website: http://jpthomeczek.de/ . Questa la sua recente presentazione sul web. “J. Philipp Thomeczek is a research associate at the University of Münster, Institute for Political Science. His main research interests are the comparative study of populism, party system change, and voting behavior”.

.3. Frank Brettschneider:  Democracy Monitoring: un quinto dei tedeschi ha una visione del mondo populista di destra . Si trova su: https://www.researchgate.net/publication/318632096_The_nonpersonalization_of_voting_behavior_in_Germany

.4. Maria Cotofan, Karlygash Kuralbayeva e Konstantinos Matakos  sui cambiamenti climatici: https://cep.lse.ac.uk/_NEW/publications/abstract.asp?index=10839

.5. Werner Krause: “Does accommodation work? Mainstream party strategies and the success of radical right parties”. https://www.cambridge.org/core/journals/political-science-research-and-methods/article/does-accommodation-work-mainstream-party-strategies-and-the-success-of-radical-right-parties/5C3476FCD26B188C7399ADD920D71770

1 Commento

  1. Non condivido del tutto questa analisi poichè mentre scrivo dalla Germania vedo cose un pò diverse che provo a sintetizzare:
    sull’immigrazione dato che parliamo di circa 5 milioni negli anni 90 di ex DDR,di 5 milioni di turchi accettati, di milioni di africani di varie nazioni, di palestinesi e siriani ancora a centinaia di migliaia mi pare ovvio che si mettano paletti. qui però è la differenza fra chi usa la solita tiritera contro i migranti (AFD) come motivo di disperazione sociale e chi vuole una politica di accoglienza mirata e programmata (BSW e in parte anche la Linke))Sono differenze politiche sostanziali parificarle non fa chiarezza ed è sbagliato. Come si fa a mettere questi due opposti sullo stesso piano, mentre quote importanti di Europa verde e dei verdi tedeschi hanno votato per dare armi all’Ucraina e sostegno alle produzioni di mezzi di morte, questi si che sono fra i motivi della creazione di migranti con le guerre e se produci morte poi devi venderla facendo militarismo. Discorso piu complesso e articolato ma mi sembra utile segnalare questa critica necessaria per ristabilire verità

Rispondi a Gianni Gatti Annulla risposta

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*