Ozgur Ozel è il nuovo leader del principale partito d’opposizione in Turchia. Lo scorso 5 novembre, durante il 38° congresso ordinario del Partito Popolare della Repubblica (CHP), con una differenza di 276 voti, sfidando il suo avversario Kemal Kilicdaroglu, è diventato il Presidente Generale del partito.
“Il nuovo che avanza”?
“Il cambiamento” è stato lo slogan di Ozel nella sua campagna elettorale avviata per sfidare Kilicdaroglu, che ha guidato il partito per ben 13 anni. Mentre l’uscente presidente ha 75 anni, Ozel ne ha appena 49. La candidatura di Ozel ha avuto lo spirito di rinnovamento e l’apertura di una nuova pagina con la forza di un politico giovane. La sua candidatura è stata sostenuta da numerosi gruppi giovanili del partito e da una serie di sindaci, in particolare quello di Istanbul, Ekrem Imamoglu.
Ozgur Ozel, nel suo discorso di un’ora e mezza durante il congresso, ha criticato la scorsa presidenza per le sue scelte elettorali, soprattutto quella di creare una coalizione con i partiti di destra, conservatori e gli ex alleati del Presidente della Repubblica. Ozel si è rivolto anche all’ex dirigenza del partito ovviamente riferendosi a quelle quattro tornate elettorali politiche e le due presidenziali perse dal CHP e dai suoi alleati. Ozgur Ozel ha sottolineato la necessità di riformare il sistema elettorale interno del partito, che tuttora prevede la nomina delle candidature dall’alto. Secondo il nuovo leader dell’opposizione, è necessario adottare il meccanismo delle elezioni presso i circoli del partito.
Nel suo discorso, Ozgur Ozel ha fatto più volte riferimento alla necessità di spostare il partito verso la direzione socialdemocratica, creando alleanze adeguate in Turchia e all’estero. Ozel ha criticato l’uscente presidente per il suo mancato impegno nella costruzione delle relazioni con i partiti amici/cugini in Grecia, Germania e altri paesi. Infine, Ozgur Ozel ha sottolineato che nel suo incarico riformerà il partito per avviare le basi di un nuovo sistema che prevede il maggiore e diretto coinvolgimento dell’elettore attraverso una serie di meccanismi, anche informatici, della democrazia partecipata.
All’inizio del suo discorso, Ozgur Ozel ha voluto inviare un saluto ai giornalisti della redazione in lingua turca dell’agenzia russa Sputnik, in sciopero da 4 mesi per chiedere il rinnovo del loro contratto, rispettando l’inflazione sfrenata in Turchia. Tra le persone che ha salutato Ozel c’era l’ex parlamentare Selahattin Demirtas, in carcere da 7 anni, e anche il filantropo Osman Kaval, anch’esso in carcere dal 2017 e condannato all’ergastolo nell’ultima udienza del 2022.
Chi è Ozgur Ozel?
Nato nel 1974 nella città di Manisa, Ozel è diventato farmacista e nel 2007 è entrato nel consiglio amministrativo dell’Unione dei Farmacisti di Turchia. Durante la sua carriera professionale, si è occupato di diverse campagne, come quella a favore della raccolta delle pile esaurite presso le farmacie e la produzione del pane per i celiaci nella sua città, Manisa.
Nel 2009, entra nel Partito Popolare della Repubblica (CHP) e si candida per diventare il sindaco della sua città, ma non viene eletto. Nel 2011, diventa parlamentare con il CHP, e nel 2014 ritenta la vittoria nelle elezioni amministrative a Manisa, ma anche questa si conclude con l’insuccesso. Quindi, Ozgur Ozel è membro della Grande Assemblea della Repubblica di Turchia dal 2011.
Ozel ha lavorato in diverse commissioni di inchiesta parlamentare per indagare sulle morti sul lavoro, i diritti dei giornalisti, la riforma sanitaria e le violazioni dei diritti dei detenuti. Nel 2015, è stato eletto vice presidente del gruppo parlamentare del suo partito.
Ozgur Ozel, in questi anni, nel parlamento nazionale e presso alcuni canali televisivi, ha fatto una serie di interventi che hanno creato forti polemiche e hanno attirato l’attenzione dell’opinione pubblica. Il suo intervento del 2014 sulla decisione, da parte della maggioranza, di respingere la richiesta di apertura di una commissione parlamentare per indagare sull’esplosione mineraria di Soma del 13 maggio dello stesso anno, che causò la morte di 301 minatori, ha attirato l’attenzione sulla mancata volontà di giustizia del governo.
Ozel, nel 2016, in un suo intervento parlamentare, ha criticato la proposta di riforma della legge sui tribunali penali, sottolineando che sono previste una serie di riduzioni di pena per i reati di molestie sessuali.
Nel 2018, in un intervento sempre parlamentare, Ozel si è rivolto al Ministro della Difesa Nazionale, Hulusi Akar, nonché l’ex Capo dello Stato Maggiore, accusandolo di aver inizialmente fatto parte del tentativo fallito di colpo di stato del 2016. Secondo Ozel, a causa di una serie di trattative avvenute nella notte del fallito colpo di stato del 15 luglio, Akar ha cambiato parte all’ultimo momento perché inizialmente era nella parte dei golpisti.
Ozgur Ozel ha seguito da vicino il maxi processo che riguarda la rivolta popolare del 2013, Gezi, che ha visto come imputati 13 persone. Il processo si è concluso nel 2022 con la condanna all’ergastolo del filantropo Osman Kavala e la reclusione per 18 anni per gli altri 7 imputati
Infine, durante la campagna elettorale del 2023, Ozgur Ozel diverse volte, in TV, ha preso di mira l’ex Ministro dell’Interno, Suleyman Soylu, accusandolo di aver consolidato dei rapporti personali ed economici con le organizzazioni criminali e squadre di troll che prendevano di mira i politici d’opposizione.
Dubbi?
E’ ancora tutto da scoprire se Ozgur Ozel sarà il vero antagonista dell’attuale Presidente della Repubblica, se si distinguerà da lui ma anche dall’ex presidente generale del suo partito, e infine se riuscirà a spostare il partito verso il centro-sinistra come ha promesso.
Ozel è un politico attaccato ai principi fondatori della Repubblica e ammira fortemente il padre fondatore della Repubblica, Mustafa Kemal Ataturk. Quindi è ancora un grande punto interrogativo se sarà in grado di convincere l’elettore conservatore, nazionalista e curdofono. Questi tre pilastri sono molto determinanti per il successo di qualsiasi partito politico in Turchia. Per cui è anche molto importante capire con chi deciderà di tagliare i ponti e con chi consoliderà la sua alleanza nel mondo dei partiti politici parlamentari.
La prima sfida?
Senz’altro a Ozgur Ozel spetta un’importante sfida elettorale, quella delle amministrative che si trova dietro la porta. Il 31 marzo del 2024, in tutte le città della Turchia si svolgeranno le elezioni che si sono concluse con una chiara sconfitta per la coalizione del governo nel 2019. Soprattutto nella città più grande della Turchia, Istanbul, e nella capitale, ovvero Ankara, il principale partito del paese, Partito dello Sviluppo e della Giustizia (AKP), ha perso dopo più di 20 anni di dominio. Si tratta senz’altro di una sconfitta economica, politica, di prestigio ma anche personale per la coalizione del governo, quindi le elezioni del 2024 rischiano di essere una rivincita decisamente importante.
In quest’ottica, la prima decisione di Ozel è stata resa pubblica; i sindaci attuali di Ankara e Istanbul saranno ricandidati. Tuttavia, la partita di altre città altrettanto importanti deve essere giocata con altri partiti d’opposizione che nel 2019 hanno portato una notevole quantità di voti al CHP per la sua vittoria.
Infine, ovviamente, sarà un tema che Ozel dovrà affrontare quello delle 99 municipalità vinte nel 2019 dalla formazione socialista, ossia il Partito Democratico dei Popoli (HDP). Purtroppo, nell’arco di un anno, per 94 di queste, il Ministero dell’Interno ha avviato una procedura di sospensione con l’accusa di “sostegno alle organizzazioni terroristiche” e ha nominato dei commissari straordinari al posto dei sindaci sospesi. Nel suo intervento durante il congresso in cui è stato eletto, lo scorso 5 novembre, Ozgur Ozel ha condannato la decisione del Ministero. Nonostante questa netta posizione, è ovviamente tutto da capire e vedere la scelta di allearsi o meno con l’HDP nella tornata elettorale del prossimo anno.
Vedremo…
Ozgur Ozel è una figura ben nota nel suo partito ed è un personaggio decisamente mediatico agli occhi degli elettori. Tuttavia, oggi indossa un ruolo molto più significativo rispetto a quanto abbia mai avuto, soprattutto in considerazione della Turchia contemporanea, afflitta da una profonda crisi economica, soffocata da una depressione collettiva che spinge i giovani a emigrare. Il paese è diventato un crocevia per il traffico di droga e di esseri umani, in uno stato di gangrena con il suo sistema giuridico controllato dalle comunità religiose e dalle organizzazioni criminali. I centri penitenziari sono colmi di oppositori, e la Turchia è sempre più isolata a livello internazionale.
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