Panem et circenses

Molti sono i paragoni fra la politica e il “calcio” , vera filosofia del mondo moderno, se non altro per la continuità con cui affascina milioni di persone e, soprattutto, per i miliardi di euro che “fa girare”. Molte volte ci è capitato di sentire riferimenti a “capitani” (1) , a “catenacci” (2), a “zona Cesarini” (3) e a tanti altri luoghi comuni delle telecronache che solo chi , istintivamente, gira canale … non può capire. Niente di male… si può vivere senza il calcio, così come milioni di statunitensi vivono senza particolari problemi l’astinenza da “Superbowl”, dal campionato di basket o di baseball… Molti non conoscono regole e mosse base di questi eventi “sovrastruttura” e non se ne crucciano, intaccati solo in minima parte – e  dopo martellante pressing pubblicitario – dai richiami/inviti per questo o quell’evento. E’ successo a me, di essere “intaccato” e penso sia successo a molti lettori.

Bene. Proviamo però ad andare un pochettino più a fondo della questione. Uno dei motivi per cui si può essere risucchiati nel vortice dell’evento sportivo, è quello dell’identificazione e della partigianeria, per motivi campanilistici o per semplice omologazione alla massa dei circonvicini, quelli con cui devi vivere e relazionarti giorno per giorno. E’ la motivazione che porta, stupidamente, molti alessandrini ad essere “prevenuti” nei confronti dei casalesi (i “nerostellati” per quanto riguarda il calcio) oppure per gli spezzini (sempre per quanto riguarda il “pallone”), non si sa bene per quale torto subito negli ultimi quarant’anni di confronti ufficiali “in casa o fuori”. Per il basket, quello che conta, quello che fa girare decine di milioni di dollari intorno ad una sola partita, è più o meno lo stesso meccanismo.

Basti ricordare l’acerrima competizione (al limite dello scontro fisico) fra i sostenitori dell’Indiana University e dei “Purdue” sempre dello stesso Stato ma della città di Lafayette, due ore di distanza in auto ma una tensione a mille, rinfocolata da propaganda basata su luoghi comuni e insulti. Con il risultato di avere più eccellenze nello sport che negli Studi ma… come si dice… quello che conta è “far muovere gente” soprattutto quando è pagante. E qui compare, dopo il meccanismo di “identificazione”, piuttosto infantile, l’altro ben più importante e subdolo: l’interesse. Per un certo periodo si è pure cercato di far passare come “patrimonio culturale della città” la squadra dell’Alessandria, i “mitici” Grigi con tanto di gadget, pubblicazioni, manifesti, iniziative, serate, ricchi premi e…cotillons. Tranne che il principale risultato che si sarebbero aspettati decine di migliaia di concittadini: la promozione in Serie B. Si spera sempre per l’anno che verrà… intanto si pagano abbonamenti, biglietti, trasferte ecc. Un piccolo business, per chi si accontenta.

“Panem et circenses” quindi, in rivisitazione moderna ed i due  miliardi di dollari di infrastrutture spesi dal governo russo per le attuali partite dei “Mondiali” lo stanno a confermare. Un’operazione che, per la stragrande maggioranza, ha fruttato moltissimo in termini di immagine (e anche di turismo e commercio indotto) all’amministrazione Putin e che, sostanzialmente, ne costituisce il definitivo sdoganamento agli occhi dell’opinione pubblica mondiale.

Un evento, quello dei mondiali, che solo  rispetto a quanto  speso e “movimentato” in termini di costi diretti, indotti, sponsor e altro, ha raggiunto la non disprezzabile cifra di quattro miliardi di dollari complessivi, il doppio esatto di quanto denunciato per le nostre “vincenti” partite del 2006 in Germania (4). Un cento per cento netto in più in dodici anni di crisi che dovrebbero pur significare qualcosa.

E ora siamo alla finale. Al momento conclusivo di un mondiale che molti (italiani soprattutto, di un’Italietta piccola piccola) ritengono “di scarso livello tecnico” ma che, invece, ha mostrato cose nuove e sostanzialmente positive. Prima di tutto l’organizzazione, impeccabile. Poi il pubblico, o meglio “i pubblici” di decine di nazionalità diverse, bianchi, neri, gialli, mezzo e mezzo… che ci hanno fatto capire – in positivo – che i pregiudizi di molti non sono solo infondati, sono stupidi e frutto di ignoranza. Anche il pubblico di Serbia e Croazia, pur se in distinti gironi non si è lasciato andare a particolari recriminazioni campanilistiche… (nel caso specifico, decisamente nazionalistiche). Solo qualche striscione, totalmente invisibile nella bagarre generale, durante qualche partita della Serbia (e anche della Croazia) e – per quanto riguarda questi ultimi – una pesante reprimenda per un dirigente croato e per il calciatore Vida. Ma, diciamo, “erano nel pieno dell’euforia”… Una euforia contagiosa e pericolosa se, come sappiamo, nell’ultimo confronto diretto tra le due nazionali si è rischiata più volte l’interruzione (per i più vari motivi) e, soprattutto, sono ricomparse vecchie ruggini tra giocatori attualmente attivi e “vecchie glorie” (5). A coronamento della “riappacificazione” in atto, stanno alcune prese di posizione (una dello stesso Sinisa Michailovic) tutte improntate a prevedere una “giusta” vittoria finale dei vicini (poco amati) Croati. “Giocano meglio” , dice Sinisa a Radio Redna Beograd, ed è giusto che vincano. Modric, Perisic e compagni se lo meritano tutto”. Con questa previsione, che speriamo porti bene e con cui – sostanzialmente – concordo mi accingo a vedere la finale. Senza troppi patemi, perche’ non gioca l’Italia, e con la consapevolezza che, forse, è giunto il momento di capire perché la politica “tira” sempre meno e invece lo sport continua a farla da padrone. Nell’immagine pubblicata si vedono a brevissima distanza ben tre campi sportivi (siamo nel citato Stato dell’Indiana a Lafayette, USA) e anche diversi edifici universitari. Questi ultimi provvedono al “panem” di cui sopra.. noi (Italiani) al massimo ci fermiamo al “circenses”.

p.s. h. 19.22.     Purtroppo la Francia ha vinto. E citando il grande Vujadin Boskov (anche lui di quelle parti): “….Rigore è se arbitro fischia…”.

.1. Forse il “capitano” più noto, dal punto di vista “calcistico”, è stato il Matteo Renzi prereferendario con una serie di “boutade” di cui si è pentito.

.2. “Catenacciaro” di ferro, fino alla consunzione è, sicuramente Clemente Mastella, dopo una vita a svariare in attacco e a centrocampo a Montecitorio, ferocemente chiuso in difesa nella sua Maddaloni. Ma i “casi” sono molti…

.3. “(2013.02.26) . Prima gli instant poll consegnano la vittoria al centrosinistra, poi le proiezioni frenano regalando il Senato a Silvio Berlusconi. E alla fine i risultati reali (leggi la cronaca ora per ora) confermano un sostanziale pareggio tra la coalizione del Cavaliere e quella di Bersani al Senato e la vittoria di un soffio del centrosinistra alla Camera, dove però la legge elettorale garantisce un premio di maggioranza blindato, pari a 340 deputati su 630. Risultato: da un lato la quasi certa ingovernabilità e dall’altro la sconfitta (in parte inaspettata) del leader democratico, schiacciato dal successo del partito di Grillo e dalla rimonta (a forza di comparsata televisive) di Berlusconi. E ora per il capo del centrosinistra la smacchiatura del giaguaro diventa un incubo che potrebbe significare dimissioni. Destino comune per Nichi Vendola che al Senato strappa il 2,99%. (completo su : https://www.ilfattoquotidiano.it/2013/02/26/elezioni-2013-dati-reali-al-senato-centrosinistra-35-centrodestra-26/512313/)

.4.  – http://www.espn.com/soccer/fifa-world-cup/story/3241898/russia-says-2018-world-cup-costs-have-grown-by-$600-million

.5. –  https://www.independent.co.uk/sport/football/international/croatia-v-serbia-the-rematch-memories-of-riots-battles-and-war-crimes-8544821.html

 

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