Parità di genere… maschile

Da troppo tempo confinato nella subalternità, questa volta è l’uomo ad aver  conquistato la parità di genere. Il silenzio su un disturbo che si riservava al mondo femminile è stato disvelato dalla pubblicità. L’annotazione potrà apparire una facezia… ma non troppo.

Le televisioni private si sono sostenute per anni grazie alla propaganda di soluzioni innovative per contrastare lo sgradevole inconveniente: donne  smaglianti s’avviano con passo leggero all’appuntamento serale, confidandosi quanto sia confortevole l’ultimo supporto in fatto di protezione; la Brasiliana, agitando ciglia e fianchi a tempo di samba, dimostra quanto sia discreto il ritrovato del celebre marchio; la signora rimbecca la figlia querula accarezzando l’elegante culotte elasticizzata a prova di minigonna.

Poi… un giorno… ecco un prestante signore dall’aria compiaciuta autodenunciarsi, condividendo tra  gli amici il pratico calzoncino assorbente. Finalmente liberato dall’imbarazzo, il gruppo si appresta ad una goliardica gita in automobile: dopo i disturbi alla prostata di cui esiste da tempo una pubblicità innovativa, è caduto l’ultimo baluardo della mascolinità immune dal fastidioso inconveniente dell’incontinenza. Ma come faranno i nostri eroi a superare il momento critico del primo approccio, già funestato dalla poco estetica caduta del pantalone?

E come la mettiamo con i Luponi attempati che, pur sofferenti i disturbi di cui sopra, si ritengono in diritto di molestia con approcci  grevi  e indesiderati? E’ sulla sorpresa che costoro contano per rimediare  la meschina soddisfazione di affermare la propria usurata virilità. La cosa che mi stupisce è l’intraprendenza dalle mani lunghe nella  convinzione di ritenersi irresistibili in quanto uomini, pur imbruttiti e ridicoli, ma uomini di una generazione predatoria e  desueta.

Noi donne, cui non mancano i difetti, abbiamo la buona qualità di comprendere il limite dell’età e di non comportarci da assatanate, salvo eccezioni patologiche. Non risultano finora denunce da parte maschile per molestie di mano consumate da sconosciute nei confronti del vicino di seduta al cinema, teatro, sale conferenze e simili, a meno che…  superata la sorpresa iniziale, la vittima non perda l’occasione di diventare a sua volta predatore.

Credo si tratti dell’ “istinto della clava” che affiora dai meandri più profondi dell’inconscio anche in uomini da cui mai ti aspetteresti  volgarità: l’amico di cui ti fidi, il professionista a cui ricorri, il medico, il professore pluridecorato, ex fascinoso non rassegnato, abituato all’offerta e all’adulazione per ottenere favori tanto da ritenersi irresistibile, anche se cadente. Certuni pensano addirittura di onorarti.

Poi, come sempre, esiste un aspetto di benevolo distacco nel considerare la circostanza che fa reputare tutto ciò un atto quasi eroico, una sfida al tempo, alla prostata, all’incontinenza di cui sopra.

 L’aspetto confidenziale è un carattere dei rapporti tra donne mature la cui esperienza di vita è un tesoro inestimabile che non serve a nessuno, salvo trovare una corrispondenza d’opinioni e talvolta conforto: la maggioranza, costituita da vedove, entra impavida nel nuovo status. La minoranza sopporta con abnegazione la cura quotidiana del marito, spesso più anziano e fragile, ma ciò che resta un mistero è lo sfarinarsi dei pensieri, dei ricordi, delle connessioni, salvo una  …  proprio “quella”, fino all’ultimo respiro.

                              Lupone

All’ignara fanciulla sta sempre in agguato

come antica novella un lupon spelacchiato

che cangia sembianze, vero camaleonte,

mostrando due facce qual Giano Bifronte.

La prima t’appare di saggezza segnata,

giardini di parole dalla bocca  incantata…

quando men te l’aspetti un’insidia fatale:

appar la vera faccia d’intellettual maiale

 

Marina Elettra Maranetto

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