Rispetto

Secondo me è una parola bellissima, poiché indica la qualità del rapporto con gli altri.

Per quanto mi riguarda, ho sempre avuto un grande rispetto verso i miei genitori, ma non in modo indifferenziato e cioè perché mi avevano creato, ma perché ognuno dei due aveva, a suo modo, costruito qualcosa di me che sarebbe durato nel tempo.

Una perfetta simbiosi di due persone che, volenti o nolenti, hanno contribuito a fare di me quello che sono.

Mi sembra invece che il mancato rispetto della verità sia una caratteristica di questa epoca, del tutto superficiale ed effimera, in cui ogni tentativo di scendere sotto la crosta sembra un’inutile perdita di tempo ed invece la realtà deve apparire luccicante, Shining, che, come nel film di Kubrick, può produrre effetti mortali per il corpo e per lo spirito.

Faccio un esempio preciso e sconvolgente, i pensieri del Generale Vannacci, che a una lettura del suo primo libro, evocano un mondo a ritroso, à rebours, in cui sembra che il suo eroe sia Torquemada o i cacciatori di streghe di Salem, mentre tutti i progressi faticosi, conquistati in ottanta anni (dal ‘45 in poi), sono negati, ma, ricordiamolo, cinquecentomila elettori stanno dalla parte di questo moderno Pinochet e non aggiungo altro.

Un altro personaggio indescrivibile è un assistente di Salvini, tale Crippa, che si esprime con mugugni inintelligibili, che escono da un volto di mastino alla catena. Quello che dice, di solito, rispecchia la fotocopia dei pensieri di Salvini ed è quindi l’evidenza di una ignoranza abissale.

Ma tant’è, questi sono i rappresentanti tipici e topici del parlamento europeo ed italiano, questo è quello che ci meritiamo, né più né meno.

Per questi signori il rispetto per la verità non esiste, e quindi oggi, come duecento anni fa, deve valere il motto di Immanuel Kant: “il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me”.

Viator

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