Il ritorno dei Vichinghi

Si sta creando in Europa una situazione nuova e imbarazzante per le quattro grandi nazioni europee, Germania, Francia, Italia e Spagna.

Dei forti movimenti centrifughi sembrano portare il prestigio di queste nazioni sotto zero ed una ventata di estremismo neofascista sta percorrendo questi paesi, in Italia al governo, in Francia molto vicino al governo, in Germania dominio elettorale in alcuni lander.

Ma cosa sta succedendo in tutta Europa?

Alla prova del nove, alla prova di guerre importanti, il centro politico di Bruxelles sembra scricchiolare e questa bella idea post napoleonica di Europa frana, nonostante la presenza di mille burocrati (o forse a causa loro).

Fra due grandi paesi slavi, cioè la Russia e l’Ucraina, si è acceso un duello mortale, sopito varie volte nei secoli, ma ora più ardente che mai: chi rimane fuori dai fallimenti di questa Europa?

La Scandinavia, o meglio i tre regni scandinavi di Svezia, Norvegia e Danimarca, che sembrano aver creato le condizioni per un benessere fisico, culturale ed ambientale per i loro venti/ventidue milioni di cittadini.

Ricordo che Shanghai, città a me carissima, ha ventiquattro milioni di abitanti solo lei.

Ripercorriamo un po’ di storia: nel 1932, mentre un roboante personaggio strombazzava da piazza Venezia a Roma (un mucchio di sciocchezze), ed un altro, molto più determinato, si apprestava a conquistare il potere in Germania, proprio nello stesso 1932 il Partito Socialdemocratico in Svezia iniziava il suo programma di welfare, in tutti i campi, con risultati clamorosi, in ciò seguito nel dopoguerra da Norvegia e Danimarca.

Basta guardare con attenzione un film di Ingmar Bergman dell’epoca per capire i livelli di uguaglianza e benessere raggiunti, senza tuttavia aver toccato il Paradiso.

La visione di “Donne in attesa” è molto esplicativa, una lezione di educazione civica (e siamo nei primi anni ’50).

Più tardi, queste tre nazioni realizzeranno molti successi nei campi dell’istruzione, della sanità, dei rapporti con l’ambiente, per cui un paese come l’Italia può soltanto tacere.

Un piccolo esempio: il fondo da 100 miliardi di dollari che la Norvegia ha assicurato alle generazioni future, come una sorta di assicurazione; mentre a Roma si lesinano decine di milioni di euro per gli studenti universitari fuori sede.

Non esito a sostenere che gli scandinavi stanno costruendo un nuovo modello di umanità, a cui in Italia non siamo in grado di contrapporre nulla, se non le solite chiacchere da suburra.

Penso che a molti italiani tale lezione di civiltà sia poco sopportabile, poiché pensano ancora alle bande di Vichinghi che terrorizzavano mille anni fa l’Europa.

“Libera nos, Domine, a furore Normannorum”.

Certo, i cultori del Ponentino si riempiono la bocca di Giulio Cesare e Ottaviano Augusto, come faceva il roboante attore di Piazza Venezia, e visto che il Filosofo sosteneva che “Natura non facit saltus”, è probabile che, negli ultimi cento anni, gli scandinavi abbiano asceso molti gradini, mentre l’Italia, parolaia e cialtrona, ne ha discesi molti di più.

Mi ricordo che da adolescente avevo letto un asciutto libro di Knut Hamsun intitolato “Fame” e descriveva la vita di ragazzi distrutti dalla fame nei porti del Baltico.

Cosa è successo in cento/centodieci anni? Il trionfo dell’intelligenza, della volontà, della pazienza, per costruire un Nuovo Mondo intorno a sé, senza cercarlo in America.

E l’Italia? Si ciba delle solite baggianate romane, che sono diventate così abituali da non provocare più una giusta ed intelligente ripulsa.

Destra o Sinistra, definizioni che hanno perso gran parte del loro valore, sono le parole gettate nell’arena, dove alcuni combattono e muoiono (in Ucraina), altri muoiono di noia (in Italia), e i più seri cercano (al Nord) di costruire un sistema di vita invidiato, ma non copiabile.

Viator

1 Commento

  1. già… i numeri e le intelligenze.
    chiaramente la gestione di 22 mio di abitanti suddivisi in ben 3 nazioni – già di per sé non povere – è un gran bel punto di partenza.
    Ma la vera benzina scandinava è altro: è il sentire parte di una comunità vera con un destino comune.
    “se tu stai bene, prima o poi starò bene anch’io”. se ti aiuto oggi, lo stesso farai tu per me domani. Un ambiente sano serve a tutti, nessuno escluso.. e quindi TUTTI inquinano meno.
    Lì non esiste il nostro,familismo amorale’.. lì il giochino del ,non importante che non faccia io ma è importante che non faccia tu’ è linguaggio barbaro ed esotico.
    saranno forse anche i retaggi di una Chiesa Riformata, rispetto alla retriva Chiesa Cattolica, che per secoli non tradusse la bibbia per evitare il diffondersi dei saperi tra la gente comune?
    può darsi.. Quien sabe?
    certamente da noi il concetto germanico di HEIMAT, come patriottica Casa Comune, focolare.. stenta a venire fuori.
    preferiamo ancora il ben più succulento “Lei non sa chi sono IO (e chi conosco io)” rispetto al mettersi insieme per costruire un grande ospedale!

Rispondi a Ferruccio Capra Quarelli Annulla risposta

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*