Il ritorno del “vecchio”

Intendiamoci, anch’io sono “vecchio” e, se non proprio da rottamare (visto che rottamare “costa”), sicuramente da tenere alla larga, in mezzo ad altri “dinosauri”, a sorbirsi spezzoni “vecchi” di “Rischiatutto”, della finale mondiale del 2006 o, che so…., della cinquantesima puntata del primo “Zorro” quello con Guy Williams e Henry Calvin. Un “vecchio” ingombrante perché chiede ragione dei comportamenti e non vuole avere ragione alla fine ma, se possibile, partecipare a percorsi virtuosi con esiti positivi.

La premessa è doverosa perché, quanto visto in diretta lo scorso 27 maggio presso la sede del Laboratorio Sociale di Via Piave ad Alessandria necessita di più di una spiegazione. L’argomento del contendere era di quelli tosti andando a toccare direttamente il grado di non libertà concessa ad Ilaria Salis a Budapest ormai da un anno e mezzo. Presente il padre Roberto, ex manager d’azienda, pacato e ben calato nella sua parte di “promoter”, presente soprattutto Nicola Fratoianni, rappresentante coportavoce di AVS (Alleanza verdi Sinistra) già in Sinistra Italiana ed in altre formazioni di Sinistra.  Moderatrice una delle rappresentanti della Casa delle Donne con pubblico a metà (ed è già un successone) tra giovani e meno giovani con, pertanto, meno capelli bianchi del solito. Pubblico comunque numeroso fino alla copertura totale dei posti, all’incirca  centocinquanta.

L’atmosfera è frizzante e, a guardare le varie file di sedie, con molti amici e “compagni” che si rivedono periodicamente ogni tot anni ma sembra sempre che si siano visti la settimana prima a “preparare uno striscione”, le premesse sono delle migliori. Presenti anche alcuni nipoti in età scolare e prescolare proprio a sottolineare il clima più da “merenda sinoira”  che da assemblea pubblica da campagna elettorale. A coronamento l’intervento di un veterano della “Campagna di Genova del 2001” di confronti vari per le vertenze più varie, “No Tav” riconosciuto e contro l’installazione del deposito scorie nucleari, probabilmente (non ne sono certo) per una soluzione tutta estera “visto che in Italia non si trova il posto dove metterle” (il riferimento va ad Andrea cegna, presente in video). Insomma, c’erano tutti gli ingredienti per una rimpatriata alla “Rifondazione Comunista” con venature anarchiche e pentastellate e con il simbolo dei Verdi/Europa Verde di fatto in un angolo, sia come citazioni, sia per  posizione e contenuti riportati.

Si è parlato, ovviamente della Salis, del motivo per cui la si è voluta come capolista per le Europee, ribadendo che non si tratta di una operazione di salvataggio ma, piuttosto, di un forte segnale al “sistema” quello di Bruxelles, delle destre peggiori ma anche della Von del Leyen e del suo raggruppamento maggioritario e composito. Particolarmente netto l’intervento di Fratoianni che ha rispolverato tutto l’armamentario degli anni Ottanta del secolo scorso con riferimenti allo strapotere dell’informazione, alle “destre” che hanno complici e sentinelle ovunque, che i “compagni e le “compagne” devono saper resistere sulle posizioni di difesa vera della Costituzione, dei diritti acquisiti e della tutela di lavoro e ambiente. ….

Tutte frasi impeccabili e che, se realizzate, ci porterebbero avanti anni luce rispetto al provincialismo attuale. Ma, purtroppo, si tratta solo di enunciazioni, con esortazioni alla lotta e a “metterci corpo e faccia” che nel XXI secolo avanzato, con un capitalismo e una finanza che sono stati in grado per primi di cambiare passo ed essere “resilienti”, sembrano veramente provenire dal Giurassico.

I verdi, i candidati Verdi di Europa verde locali, regionali ed europei, quelli  in carico – in fase di realizzazione delle liste – alla componente “verde – bonelliana” avrebbero potuto riequilibrare il fuoco di fila colorato di ‘rosso stinto’ portato avanti da Fratoianni, ma non sono intervenuti. Probabilmente erano presenti ma sono stati inglobati in una massa di antagonismo e di revanchismo che, sinceramente, fa paura e che, soprattutto, non ha futuro. Se non per un ristretto numero di persone che, provo ad indovinare, darà il voto alle Europee alla Salis ma si sentirà di mantenere il non voto o di appoggiare i pentastellati o Piemonte Popolari negli altri ordini di voto. Sarà facile verificare i risultati veri delle urne da lunedì 10 giugno in poi. Ciò che resta è molto amaro in bocca. Il pubblico non ha praticamente avuto voglia di aprire un vero dibattito, limitandosi ad alcune domande di rito, perdendo così una occasione di confronto e di approfondimento che sarà difficile replicare.

Soprattutto si è favorito, forse in modo inconscio, un ritorno al ribellismo fine a se stesso, bloccando quei percorsi di analisi e di soluzione dei problemi che, a livello regionale, hanno trovato nella candidata Pentenero un sicuro punto di riferimento e che a livello europeo attendono la nutrita componente italiana futura ad appuntamenti di grande rilievo e, soprattutto, di grande responsabilità e competenza.

I passi indietro con la PAC, in pratica con il “liberi tutti” ad uso di pesticidi, sistemi vecchi di gestione agricola e mancata risposta alle richieste di innovazione, così come i segnali di arretramento nel delicato settore dei “diritti civili” e le difficoltà in vista di un “fisco comune” e di un “sistema comune di difesa” ne sono una triste conferma.

Continuiamo pure così…accontentiamoci di una rimpatriata e di qualche vittoria di Pirro… intanto le destre volano e tagliano un traguardo dietro l’altro. Ma per molti, evidentemente, “va bene così”.

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