Si vis pacem, para pacem (seconda puntata)

Avevamo già utilizzato, nei giorni immediatamente successivi alla mai abbastanza maledetta iniziativa sovranista panrussa, la frase riportata nel titolo, risultato di una evoluzione storica di un famoso passo di Vegezio, che riportiamo qui sotto (*). Un invito alla moderazione e alla ponderazione degli atti, un’attenzione ai fatti e alle conseguenze, un inno alla pace “venienda” più che alla guerra.

Antonio Mazzeo ci ricorda dove siamo. In anticipo aveva previsto (di qualche giorno) il maggior coinvolgimento dell’Italia nei tragici fatti di Ukraina. Aveva previsto, sulla base di quelli che erano interessenze precedenti, un totale e silenzioso collaborazionismo alle azioni di guerra operate in zona Mar d’Azov e non solo , sotto l’ombrello Nato. Sì, proprio la mitica North Atlantic Threaty Organization, quella che a brevve diventerà la nuova ONU. Il suo è un freddo elenco di eventi di luoghi, di aziende, di contatti…Il problema è che riguardano tutti (o quasi tutti)  il territorio italiano o aziende italiane immerse fino al collo nella vendita/gestione di armi. Ritroviamo il caro, vecchio sito di Sigonella, nella Sicilia sud orientale, di cui da un po’ non si sentiva parlare ma che, zitta zitta, ha continuato a funzionare egregiamente come punto di osservazione ipertecnolgico di tutto il quadrante sud europeo. Reincrociamo “Leonardo” , subentrato a Finmeccanica , nei movimenti nazionali e internazionali di intelligence di primissima qualità. Ripiombiamo, soprattutto, nel più trito collateralismo a Nazioni “Nato” potentissime a cui possiamo fare solo da vallette.

Ah…dimenticavo, si tratta di un settore strategico che “tira”, che salva il nostro PIL e, perciò, automaticamente intoccabile. Già. Perchè l’Italia non riesce più ad essere propositiva, magari con qualche altro Stato non direttamente allineato (l’India….ma faccio fatica a trovarne altri), in vista di un rilancio dell’Organizzazione delle Nazioni Unite. Unico percorso serio per invertire la deriva in atto.

Antonio Mazzeo, militante ecopacifista ed antimilitarista, ha pubblicato alcuni saggi sui temi della pace e della militarizzazione del territorio, sulla presenza mafiosa in Sicilia e sulle lotte internazionali a difesa dell’ambiente e dei diritti umani. Ha inoltre scritto numerose inchieste sull’interesse suscitato dal Ponte in Cosa Nostra, ricostruendo pure i gravi conflitti d’interesse che hanno caratterizzato l’intero iter progettuale. Con Antonello Mangano, ha pubblicato nel 2006, Il mostro sullo Stretto. Sette ottimi motivi per non costruire il Ponte (Edizioni Punto L, Ragusa).  Invece ha pubblicato, nel 2010, I Padrini del Ponte. Affari di mafia sullo stretto di Messina (Edizioni Alegre), con una prefazione di Umberto Santino. (qualcosa di suo qui (**)

D. – Buongiorno Antonio. Allora …che sta succedendo?  Pare che anche la nostra cara Italia sia sempre più invischiata nel conflitto…

C’è un annuncio della scorsa settimana che difficilmente avrete ascoltato nei martellanti notiziari sulla guerra dei media mainstream e che invece a noi pare abbia una notevole rilevanza, perfino se si guarda alla tragedia in corso da una prospettiva tutta legata al territorio italiano. “La Nato AGS Management Agency (NAGSMA) ha ricevuto in consegna il sistema completo per la piena operatività dei velivoli a pilotaggio remoto assegnati alla AGS Force”, ha comunicato la vice presidente e direttrice generale dell’azienda, Jane Bishop. Questo sistema è adesso attivo nella principale base operativa di Sigonella, in Sicilia, e rappresenta una pietra miliare del programma Nato AGS. Servirà ad assicurare ai 30 paesi membri dell’alleanza la consapevolezza delle situazioni critiche d’intelligence, sorveglianza e riconoscimento. Un gran bel salto in lungo nel coinvolgimento tricolore di una guerra di cui è sempre più difficile immaginare la fine e che è sempre meno lontana Escalation USA e NATO nel conflitto Russia-Ucraina mentre a Sigonella diviene pienamente operativo l’AGS – Alliance Ground Surveillance, il sistema avanzato di sorveglianza terrestre dell’Alleanza Atlantica basato su cinque grandi droni d’intelligence. A renderlo noto il colosso aerospaziale statunitense Northrop Grumman, ideatore e main contractor dell’AGS.

La Nato AGS Management Agency (NAGSMA) ha ricevuto in consegna il sistema completo per la piena operatività dei velivoli a pilotaggio remoto assegnati alla AGS Force”, ha annunciato il 7 aprile 2022 la vice presidente e direttrice generale dell’azienda, Jane Bishop. “Questo sistema è da oggi nella principale base operativa di Sigonella, in Sicilia, e rappresenta una pietra miliare del programma Nato AGS. Esso è stato predisposto specificatamente per l’Alliance Ground Surveillance e realizzato unicamente secondo le richieste Nato per assicurare ai 30 paesi membri dell’alleanza la consapevolezza delle situazioni critiche d’intelligence, sorveglianza e riconoscimento ISR”. (1)

D. – Dalle pubblicazioni degli ultimi vent’anni (qualcosa qui in fondo…) mi sembra che tu possa dirci qualcosa in più su questi sistemi…

Beh sì. Cose conosciute e di domini o pubblico. Non secretate o vincolate in qualche modo. In particolare il sistema AGS è basato sui droni RQ-4 “Phoenix” realizzati da Northrop Grumman a partire dall’aggiornamento e potenziamento tecnologico dei modelli “Global Hawk Block 40” da oltre un decennio nella disponibilità dell’US Air Force, anch’essi operativi dalla grande stazione aeronavale siciliana. Questi nuovi velivoli sono lunghi 14,5 metri e possono volare in tutte le condizioni ambientali e ininterrottamente per più di 30 ore, fino a 18.280 metri di altezza e a una velocità di 575 km/h. Il loro raggio d’azione è di oltre 16.000 km e possono trasportare un carico fino a 1.360 kg. I droni sono alimentati da turbomotori Rolls Royce AE 3007H, mentre alcune componenti chiave del velivolo sono state fornite da un consorzio di industrie europee, tra cui Airbus Defence and Space (Germania), Kongsberg (Norvegia) e l’italiana Leonardo (ex Finmeccanica). I sistemi radar e i sensori dei droni sono stati realizzati da Raytheon e hanno una portata di 200 km, con funzioni SAR (Syntetic Aperture Radar) e GMTI (Ground Moving Target Indicator), consentendo di individuare e tracciare gli “oggetti” in movimento nelle aree sotto osservazione. (2)

D. – Quindi una rete di contatti, pare di capire, assai ramificata…

Certamente. Oltre ai segmenti aerei, il sistema AGS è composto dalle stazioni di terra per la pianificazione e il supporto operativo delle missioni. Il centro di comando e controllo, anch’esso localizzato a Sigonella, è fornito di interconnessioni datalink e sistemi di processamento dati e si interfaccia con l’ampia rete dei centri di intelligence e riconoscimento dell’Alleanza Atlantica. L’AGS utilizza tre differenti tipologie di telecomunicazioni satellitari: quelle denominate “Ku band” e prodotte da LuxGovSat, una joint venture costituita dal governo del Lussemburgo e da alcune industrie private del settore; le comunicazioni “Inmarsat” predisposte da Airbus Norway; e le comunicazioni UHF – Ultra High Frequency grazie ad un memorandum sottoscritto dal Comando NATO con quattro paesi membri dell’alleanza. L’UHF è il sistema adottato dalla costellazione MUOS della Marina militare USA, con un terminale terrestre per le comunicazioni satellitari installato a Niscemi (Caltanissetta), sotto il controllo operativo-logistico del Comando delle forze armate statunitensi di Sigonella. (3) Le informazioni raccolte dai droni “Phoenix” possono transitare anche attraverso la rete satellitare gestita dalla NATO Communications and Information Agency per poi essere trasferite a tutti i comandi centrali e periferici dell’Alleanza e dei paesi membri.
Anche se è consentito l’accesso alle informazioni a tutti i 30 partner Nato, l’AGS è stato finanziato solo da 15 paesi (Italia, Bulgaria, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Germania, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Norvegia, Polonia, Romania, Slovacchia, Slovenia e Stati Uniti): il sistema di sorveglianza terrestre è il programma più costoso della lunghissima storia dell’organizzazione internazionale, oltre 1,7 miliardi di dollari secondo le stime risalenti al 2008, ma che con gli ultimi stanziamenti potrebbe aver superato una spesa complessiva di 2 miliardi.

D. – Sui “droni” in particolare, cosa ci puoi dire?

I cinque droni “RQ-4D Phoenix” sono giunti uno alla volta in Sicilia a partire dal 21 novembre 2019; l’ultimo il 12 novembre 2020. La capacità operativa iniziale dell’AGS è stata conseguita il 15 febbraio 2021; dieci giorni dopo, durante un volo d’addestramento di un drone “Phoenix” nel Mediterraneo centrale, il Comando delle forze navali NATO (MARAIR) di stanza a Northwood (Regno Unito) ha comunicato il successo dell’integrazione del sistema AGS nella rete di connessione tra gli operatori di Sigonella e i centri di telecomunicazione di MARAIR e del NATO Air Command and Combined Air Operations Centre di Torrejon (Spagna). “In futuro – ha aggiunto il Comando Nato – le comunicazioni MARAIR-AGS saranno migliorate con il collegamento alle unità navali e ai velivoli pattugliatori marittimi”. (4) Nel novembre 2021 i droni AGS hanno completato la loro prima missione della durata di 24 ore; da allora i tempi di volo sono andati crescendo ulteriormente, sino a superare nelle più recenti operazioni anche le 30 ore. Entro il 2024 i “Phoenix” potranno effettuare missioni di volo sino a 100 ore complessive a settimana coprendo un’ampia area del pianeta: dall’Oceano Atlantico sino al Mar Nero e la Crimea e dal Mare del Nord e il Baltico sino al Sud Africa.
Per il programma AGS è già presente a Sigonella uno staff di 375 tra miliari e civili di 24 paesi ma il loro numero è destinato a crescere sino a 600 unità. Nella base siciliana funzionerà pure una specie di Centro di formazione e addestramento dei piloti dei droni, degli analisti dei dati d’intelligence, degli operatori dei sensori e del personale addetto alla manutenzione del sistema Nato (Sigonella Premier Training Centre). Quando sarà pienamente operativo, il Centro ospiterà 22 istruttori che potranno formare sino a 80 allievi l’anno.

I membri dello staff si occuperanno dei dati raccolti insieme a un piccolo numero di persone del programma AGS che operano presso il Comando delle operazioni dell’Alleanza a Mons, Belgio e presso il Comando delle operazioni aeree alleate di Ramstein, Germania”, ha dichiarato il responsabile dell’Alliance Ground Surveillance, generale Houston Cantwell.
“L’architettura del sistema AGS assicura la piena consapevolezza di quanto avviene nei teatri operativi ai comandanti delle forze ivi dislocate”, spiega l’ufficio stampa NATO. “L’AGS sarà in grado di contribuire ad un ampio raggio di missioni come ad esempio la protezione delle forze terrestri e delle popolazioni civili, il controllo delle frontiere e la sicurezza marittima, la lotta contro il terrorismo, la gestione delle crisi e l’assistenza umanitaria in caso di disastri naturali”. Inoltre (e soprattutto), grazie alle informazioni decodificate dal nuovo sistema di “sorveglianza terrestre”, l’Alleanza sarà in grado di ampliare lo spettro delle proprie attività nei campi di battaglia e rafforzare la capacità d’individuazione degli obiettivi da colpire con gli strike aerei e missilistici. (5)

D. – Di fatto vere centraline viaggianti con possibilità di intelligence, sostegno a terra e in volo e anche di offesa…E sembra che la base di Sigonella in Sicilia abbia un ruolo importante in tutto questo. E’ così?

Esatto. I velivoli senza pilota NATO operano congiuntamente ai droni-spia “Global Hawk” e Broad Area Maritime Surveillance e ai droni killer “Reaper” che le forze armate degli Stati Uniti hanno dislocato a Sigonella. Dal 2018 nella base siciliana è operativo pure l’UAS SATCOM Relay Pads and Facility per le telecomunicazioni via satellite con tutti i droni che le agenzie di spionaggio statunitensi e il Pentagono schierano in tutto il pianeta. La facility di Sigonella consente la trasmissione dei dati necessari ai piani di volo e di attacco dei nuovi sistemi di guerra, operando come stazione gemella del sito tedesco di Ramstein e del grande scalo aereo di Creech (Nevada).

Per ospitare gli hangar, le officine, i centri di manutenzione e di comando e controllo del sistema AGS, la Nato ha finanziato la realizzazione a Sigonella di un complesso programma infrastrutturale con 14 nuovi edifici che saranno completati entro il prossimo anno. “Oltre alle installazioni fisse, Sigonella ospiterà anche le unità mobili per esigenze expeditionary, peculiarità del sistema Nato, che comprendono due Deployable UAV Control Element (DUCE), due Transportable General Ground Station (TGGS) e sei Mobile General Ground Station (MGGS)”, spiega RID – Rivista Italiana Difesa. “Le TGGS e le MGGS sono pensate per poter attingere alle rilevazioni dei droni AGS direttamente a livello tattico e processare i dati in favore di unità a livello di divisione e battaglione, e la NRF – NATO Response Force (la forza di pronto intervento dell’Alleanza in via di completamento, nda) ne sarà presumibilmente il primo beneficiario”. Secondo gli analisti di RID, con la piena operatività dell’Alliance Ground Surveillance la Nato avrà la possibilità di avere sempre in missione due droni (uno presumibilmente sul fronte orientale ed uno sul fronte sud/Mediterraneo). “Sul fronte sud, uno dei target principali dell’AGS è senz’altro il dispositivo militare realizzato in Libia dai mercenari della Wagner e dai consiglieri russi”, aggiunge RID. “Si tratta di una serie di postazioni difensive che da Sirte si spingono a sud nel cuore del Fezzan fino alle basi di Jufra, dove è schierata un’aliquota di bombardieri tattici Su-24 e caccia MiG-29, e Brak Al Shati”. (6)

D. – Si tratta di una evoluzione tecnico militare di lunga data, pertanto. Con quali caratteristiche e sviluppi?

Ma non è il continente africano il principale teatro operativo odierno dei droni AGS. Precedentemente all’invasione russa in Ucraina e ancora di più dopo il 24 febbraio 2022, i velivoli senza pilota ospitati a Sigonella vengono utilizzati quotidianamente dalla Nato per “sorvegliare” e monitorare tutti i movimenti delle forze armate di Mosca in territorio ucraino, in Bielorussia e nelle regioni più occidentali della Federazione Russa.
La prima operazione d’intelligence sui cieli del Mar Nero è stata tracciata dagli analisti di ItaMilRadar il 13 gennaio 2021. Dopo essere decollato da Sigonella alle ore 11 locali, un RQ-4D “Phoenix” ha sorvolato il Mediterraneo per dirigersi verso il mar Nero e “sparire” per tre ore ai radar dopo l’inusuale spegnimento dell’ADS-B transponder che lo rende di norma tracciabile. (7)

E’ ancora sul mar Nero che un drone AGS ha superato le 24 ore di volo consecutive il 16 novembre 2021. Con l’aggressione all’Ucraina le missioni in est Europa hanno assunto un ruolo centrale nella strategia Nato di “dissuasione” e “contenimento” anti-Russia. Tra le missioni di guerra più significative “tracciate” da ItaMilRadar c’è quella effettuata il 22 marzo da un RQ-4D “Phoenix” (denominato in codice Magma) congiuntamente a un “Global Hawk” di US Air Force, anch’esso decollato da Sigonella (Forte 10). Mentre quest’ultimo ha operato sul mar Nero e poi sul confine tra la Romania e la Moldavia, il drone AGS ha sorvolato un’area prossima ai confini occidentali dell’Ucraina per poi “sparire” ai radar dopo la disattivazione dell’ADS-B transponder.
Anche il 6 aprile è stata “tracciata” una missione in coppia da parte di un “Global Hawk” di US Air Force e un “Phoenix” AGS. Il primo velivolo, dopo il decollo da Sigonella, ha raggiunto la Polonia orientale, la Romania, la Moldavia e infine il mar Nero. Il drone Nato si è invece diretto subito verso il mar Nero per l’ennesima operazione top secret dopo l’oscuramento del sistema di rilevamento ai radar. (8)

Le operazioni di spionaggio dei droni di Sigonella contro target russi in Crimea e in Ucraina sono ritenute dagli analisti militari di enorme importanza per quelli che potrebbero essere gli esiti finali dei combattimenti tra le forze armate di Kiev e quelle di Mosca. E c’è pure chi ritiene che le informazioni sensibili raccolte dalla NATO e da US Air Force e successivamente trasferite ai comandi delle forze armate ucraine possano aver determinato alcuni dei “successi” nei contrattacchi contro i mezzi da guerra russi.
Lo scambio d’intelligence Washington-Bruxelles-Kiev è stato rivelato dall’autorevole Air Force Magazine, il mensile dell’Air Force Association pubblicato ad Arlington, Virginia. “Gli assetti di intelligence, sorveglianza e ricognizione degli Stati Uniti e della Nato sul fianco orientale dell’Alleanza stanno fornendo informazioni tattiche all’Aeronautica militare ucraina, anche se gli Stati Uniti sono molto attenti a evitare passi che possano essere interpretati come un’escalation”, scrive la rivista notoriamente vicina al Dipartimento della Difesa. “Un ufficiale che ha parlato ad Air Force Magazine in condizioni di anonimato ha riferito che l’US Air Force e la Nato stanno conducendo un po’ di discussioni con le forze aeree ucraine”.

D. – In pratica si potrebbe affermare che la “crisi ukraina” è un ottimo banco di prova per sistemi di attacco, difesa e intelligence…Anche per valutare le risposte del “nemico”...

Assolutamente sì. Infatti l’ISR (intelligence, sorveglianza e riconoscimento, n.d.r.) scambiato con l’Aeronautica militare dell’Ucraina dagli Stati Uniti e dalla Nato include i dati raccolti dal NATO Alliance Ground Surveillance (AGS) e quelli raccolti dagli aerei radar AWACS nello spazio aereo del fianco orientale dell’Alleanza, così come dai satelliti, dai sistemi radar, radio e telecomunicazioni”, prosegue Air Force Magazine. “I dati vengono poi usati dall’Aeronautica ucraina per sviluppare un quadro aereo di ciò che sta volando e dove, ha aggiunto l’ufficiale. L’U.S. Air Force sta fornendo anche i dati registrati dai sensori di una trentina circa di caccia statunitensi, inclusi gli F-15, gli F-16 e gli F-35 che stanno operando nelle missioni di polizia aerea nel fianco orientale della Nato. Essi possono vedere in profondità fino all’Ucraina, ha spiegato l’ufficiale”. (9)
Autorevoli conferme alle indiscrezioni raccolte dai giornalisti di Air Force Magazine sono giunte dai vertici delle forze armate statunitensi. Nel corso di un’audizione al sottocomitato per le forze armate del Congresso (18 marzo 2022), il direttore della Defense Intelligence Agency, generale Scott Berrier, ha spiegato che lo “scambio di informazioni e intelligence tra gli Stati Uniti e l’Ucraina è rivoluzionaria nei termini di ciò che possiamo fare”. Il generale di US Army Paul Nakasone, a capo del Cyber Command e della NSA – National Security Agency (la più potente agenzia di sicurezza statunitense alle dipendenze del Pentagono) ha invece dichiarato: “nei miei 36 anni di attività militare, non ho mai visto uno scambio migliore di intelligence accurata, tempestiva e utile come quanto sta accadendo in Ucraina”. (10)

Sigonella è l’occhio e l’orecchio USA e NATO nel conflitto russo-ucraino. Molto più, dunque, di una collaborazione italiana a favore di Zelenski e dell’establishment politico-militare di Kiev: si tratta di cobelligeranza, senza se e senza ma. Sinceramnte preoccupati per la piega che sta prendendo la questione ci congediamo da Antonio e … andiamo ad accendere un grosso cero pasquale nella Chiesa più vicina…

Antonio Mazzeo   –  dal blog https://comune-info.net/ 

Note:

1) https://news.northropgrumman.com/news/releases/nato-rq-4d-phoenix-achieves-major-milestone-with-full-system-handover

2)https://www.ncia.nato.int/about-us/newsroom/initial-operating-capability-announced-for-alliance-ground-surveillance-system.html

3)http://antoniomazzeoblog.blogspot.com/2021/07/i-droni-ags-sigonella-e-la-sicilia.html

4)https://safety4sea.com/nato-tests-drone-to-boost-maritime-safety-and-tackle-terrorism/?__cf_chl_jschl_tk__=pmd_FbtzRzTFxdLCBNVYnd8s0M_MjdEg82fRUJ0YDPeF8fk-1634402823-0-gqNtZGzNAjujcnBszQi9

5)https://ac.nato.int/archive/2021/NATO_DSG_AGS

6)https://www.rid.it/shownews/4017#:~:text=TGGS%20e%20MGGS%20sono%20unit%C3%A0,e%20di%20brigata%20o%20battaglione

7)https://digit.site36.net/2021/01/15/libya-and-russia-nato-spy-drones-fly-first-missions/

8)https://www.itamilradar.com/2022/04/06/drones-at-work/

9)https://www.airforcemag.com/us-air-force-discusses-tactics-with-ukrainian-air-force-as-russian-advance-stalls/

10)https://news.usni.org/2022/03/18/intel-sharing-between-u-s-and-ukraine-revolutionary-says-dia-director?fbclid=IwAR0Lmi9eCa3Fswz9UNobiEWqeS_xN2_jDwuctvjf1KczmZK2lC9gytVF87A

(*)  – “Igitur qui desiderat pacem, praeparet bellum; qui uictoriam cupit, milites inbuat diligenter; qui secundos optat euentus, dimicet arte, non casu. Nemo prouocare, nemo audet offendere quem intellegit superiorem esse, si pugnet” . La formulazione in uso ancora oggi è invece ricavata dalla frase: Igitur qui desiderat pacem, praeparet bellum, letteralmente “Dunque, chi aspira alla pace, prepari la guerra”. È una delle frasi memorabili contenute nel prologo del libro III dell’Epitoma rei militaris di Vegezio, opera composta alla fine del IV secolo. (bella e istruttiva anche la continuazione…”chi desidera la vittoria istruirà accuratamente i suoi soldati; chi desidera risultati favorevoli, combatte con raziocinio, non in modo approssimativo e casuale. Nessuno osa provocare, nessuno osa offendere chi sente essere superiore, se dovesse seguire la via del combattimento”.

(**) –  Eccoc alcune sue pubblicazioi curate da “peacelink”.

Italia a stelle e strisce

MUOS, le carte segrete. “Io faccio Ponzio e tu Pilato”

Un prefetto, un diplomatico degli Stati Uniti d’America e una sfilza di generali e ammiragli. E un ministro della guerra e un viceministro degli esteri. Forse persino una talpa dell’Ambasciata Usa in un prestigioso istituto pubblico d’Italia. Tutti insieme appassionatamente per individuare una strategia che consenti alle forze armate statunitensi di aggirare lo stop ai lavori d’installazione del terminale MUOS nella riserva naturale di Niscemi.
18 giugno 2013 – Antonio Mazzeo
Guerre globali

Droni. Frontiere tecnologiche

L’uso indiscriminato dei droni rende le guerre sempre più violente e illegittime. Da radar a spie, un utilizzo spietato che vuol coinvolgere anche l’Italia, ponendo una base di controllo del programma Nato a Sigonella.
16 aprile 2013 – Antonio Mazzeo
Guerre globali e permanenti

In Afghanistan i droni uccidono sempre più civili

Nel 2012 le forze armate Usa e la Cia hanno accresciuto notevolmente il numero di attacchi in Afghanistan mediante l’utilizzo di aerei senza pilota, uccidendo molti più civili dell’anno prima.
7 marzo 2013 – Antonio Mazzeo
Guerre bestiali

Inchiesta ONU sui crimini dei droni USA

Le Nazioni Unite hanno annunciato l’avvio di un’inchiesta sulle conseguenze degli attacchi militari Usa mediante l’utilizzo dei droni in Pakistan, Yemen e Somalia.
4 marzo 2013 – Antonio Mazzeo
Italia a stelle e strisce

Affari Finmeccanica con i droni di Sigonella

Il consenso del governo alla trasformazione della base militare siciliana di Sigonella in “capitale mondiale dei droni” frutterà a Finmeccanica non più di un paio di commesse da parte delle aziende Usa produttrici di sistemi di guerra.
26 febbraio 2013 – Antonio Mazzeo
Università e forze armate

Messina e la Folgore. “A chi l’Università?” “A noi!”

Due ricercatori dell’Università di Messina messi alla gogna da centinaia di parà per aver pubblicato una ricerca sociologica sulla formazione parafascista all’interno della Brigata “Folgore”. Invece di essere difesi e sostenuti dai colleghi accademici, il Centro per cui operano li caccia via e oscura dal proprio sito web il loro lavoro.
24 febbraio 2013 – Antonio Mazzeo
Mercanti di morte

Tripoli bel suol d’amore per armi e divise italiane

Il ministro Di Paola si reca in Libia e consegna blindati “Puma” e decine di migliaia di divise della Marina militare alle ricostituite forze armate locali. All’orizzonte la speranza di rilanciare gli affari del complesso militare industriale in terra d’Africa
14 febbraio 2013 – Antonio Mazzeo
Le guerre dei droni

Obama consegna al Congresso le regole per uccidere con i droni

Usa. Il Presidente mira a proteggere il nuovo capo della Cia Brennan. In tre anni 386 strike. L’ultima base di lancio realizzata in Arabia Saudita. In attesa della futura “capitale mondiale”: Sigonella
8 febbraio 2013 – Antonio Mazzeo
Africa in guerra

Droni USA in Niger per le guerre africane

Dopo Gibuti, Mali, Kenya e Seichelles sarà il Niger ad ospitare i famigerati aerei senza pilota del Pentagono e della Cia. Continua l’escalation militare statunitense in Africa, continente che si trasforma nella nuova fontiera dello scontro con Cina, Russia e milizie islamico radicali e filo-al Qaeda
1 febbraio 2013 – Antonio Mazzeo
Mercanti di morte

Finmeccanica. Una holding per la guerra

Costruisce sistemi d’armi di tutti i tipi ed esporta a mezzo mondo, compresi gli eserciti all’indice per violazioni dei diritti umani. Finmeccanica è la seconda holding industriale d’Italia e i suoi profitti crescono annualmente mentre vengono messi in mobilità e/o licenziati migliaia di dipendenti. Il volto peggiore del capitalismo nostrano, oggi sempre più alla conguista degli Stati Uniti d’America
30 gennaio 2013 – Antonio Mazzeo
Mercanti di morte

Le Filippine fanno shopping di armi italiane

Dilianiate da un sanguionoso conflitto interno, le Filippine si confermano cliente di fiducia del complesso militare indistriale italiano. Firmato un contratto milionario con AgustaWestland (Finmeccanica) per tre elicotteri leggeri, ma all’orizzonte c’è una maxicommessa per diversi elicotteri pesanti d’attacco. Sponsor della partnership militare il ministro-ammiraglio Gianpaolo Di Paola.
23 gennaio 2013 – Antonio Mazzeo
Italia a stelle e strisce

Golpe della Cancellieri per il MUOS a Niscemi

Bypassando il Ministero della Difesa, Annamaria Cancellieri lancia la campagna del governo per accelerare l’installazione a Niscemi del MUOS, il nuovo sistema di telecomunicazioni satellitari della Marina Usa. Con una nota inviata al presidente della regione siciliana si preannuncia l’intervento della forza pubblica contro le azioni dirette nonviolente del Movimento No MUOS.
14 gennaio 2013 – Antonio Mazzeo
Italia armata

Insostenibile il cimitero navale NATO nell’Arsenale di Messina

Il ninistro della difesa Giampaolo Di Paola conferma l’intenzione di trasformare l’Arsenale navale di Messina in Centro d’eccellenza Nato per la dismissione di unità navali da guerra di piccolo tonnellaggio. Un progetto dall’insostenibile impatto ambientale e dalle assai dubbie ricadute occupazionali ed economiche.
9 gennaio 2013 – Antonio Mazzeo
Mercanti di morte

Come va il mercato delle armi negli sbandierati tempi di crisi

Pare non tanto male. Ne parliamo con Antonio Mazzeo, giornalista da anni impegnato nella denuncia dei traffici di armi, del militarismo e dell’affarismo conseguente. Militante nella campagna No MUOS, Mazzeo è autore di numerose pubblicazioni sui saccheggi ambientali, i conflitti internazionali e i crimini delle mafie transnazionali.
7 gennaio 2013 – Antonio Mazzeo
Italia in guerra

Nuovi caccia e pericolo droni per lo scalo di Trapani Birgi

il 18° Gruppo dell’Aeronautica militare con base a Trapani Birgi torna alla piena operatività dopo la consegna di 8 caccia multiruolo “Eurofighter”, il costosissimo sistema di guerra prodotto da un consorzio europeo dove compare Alenia Aermacchi (Finmeccanica). Lo scalo però è sempre più a rischio per le operazioni dei droni USA ospitati a Sigonella.
31 dicembre 2012 – Antonio Mazzeo
Italia a stelle e strisce

Inganni elettromagnetici nella base Usa di Niscemi

il fisico sardo Massimo Coraddo, in una nota all’Assessorato all’ambiente della Regione Siciliana denuncia le gravi inconguenze degli studi dell’ARPA sull’elettromagnetismo nella grande base di telecomunicazioni della Marina militare USA di Niscemi e gli enormi pericoli per la popolazione del costruendo centro satellitare MUOS. Ma la Regione non intende per adesso revocare le autorizzazioni.
29 dicembre 2012 – Antonio Mazzeo
Mercanti di morte

Armi e militari italiani per l’emiro del Qatar

Escalation nelle relazioni politico-militari con il Qatar. Dopo la firma nel 2011 dell’accordo di cooperazione militare-industriale, l’Italia invia nell’emirato consiglieri e addestratori, partecipa alle esercitazioni militari ed esporta elicotteri e nuovi sistemi missilistici. Ciononostante il Qatar sia all’indice per le crescenti violazioni dei diritti umani e le repressioni delle opposizioni.
27 dicembre 2012 – Antonio Mazzeo
Italia a stelle e strisce

Ecco perché il MUOStro di Niscemi è illegale e abusivo

Il MUOS, il nuovo sistema di telecomunizioni satellitari della Marina militare USA è un sistema di guerra che devasta il territorio e l’ambiente e viola le normative usrbanistiche nazionali. La richiesta di sequestro dei cantieri all’interno della riserva narurale di Niscemi (Caltanissetta) della procura della Repubblica ne individua le illegalità e i presunti responsabili.
24 dicembre 2012 – Antonio Mazzeo
Italia a stelle e strisce

Deliri di morte

Accade in Sicilia: programmato a Niscemi il MUOStro. Un sistema di telecomunicazioni satellitari Usa per trasmettere ordini e informazioni per azioni militari in qualsiasi parte del mondo.
26 novembre 2012 – Antonio Mazzeo
Italia a stelle e strisce

Deliri di morte

Accade in Sicilia: programmato a Niscemi il MUOStro. Un sistema di telecomunicazioni satellitari Usa per trasmettere ordini e informazioni per azioni militari in qualsiasi parte del mondo.
26 novembre 2012 – Antonio Mazzeo

 

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