Sistema ferroviario a pezzi. Federalismo a rischio

Le considerazioni dei consiglieri regionali Coluccio e Ravetti, alla fine di una appassionata e documentatissima relazione dell’ing. Angelo Marinoni, così come gli interventi dei rappresentanti del Comune di Alessandria (Gotta e Serra) ci hanno sinceramente preoccupato. Hanno ben rappresentato un disagio diffuso del mondo politico a fronte di un sistema trasporti che fa acqua da tutte le parti. E questo perché si pagano, e care, le scelte “torinocentriche” di diverse amministrazioni regionali precedenti e, soprattutto, la tendenza ad emarginare sempre più e in tutti i modi l’area “Piemonte sud” di cui Alessandria “dovrebbe” essere centro nevralgico. Lo era un tempo, e bene ha fatto Marinoni nella sua disamina (visibile qui ) a ricordarcelo ma, da una trentina d’anni la musica è cambiata.

Ci aspettiamo, dai nostri rappresentanti un pugno sul tavolo (metaforico…ma fino ad un certo punto) con un impegno a rimettere le cose a posto, costi quel che costi. Cercando di dimostrare che le “colpe”, perché di colpe si tratta, vanno cercate in chi, specie dopo la dismissione delle reti ferroviarie da parte di una unica mano coordinata nazionale, non ha fatto il suo dovere. Non ha preparato ipotesi di collegamento a lunga percorrenza sapendo incrociare le nuove necessità dei treni ad alta velocità con i più tradizionali Intercity e simili. Non ha saputo nemmeno recuperare le migliori e più fruttuose tratte a media corta percorrenza, così importanti per la vita di tutti i giorni di cittadine e cittadini. Non solo, come vedremo tra poco, inanellando una serie di disfunzioni tecnico/amministrative, dalle più lievi e locali alle più gravi con morti pesanti sulla coscienza, inesorabilmente destinate ad assoluzioni o, al massimo, a condanne limitate. Un quadro disarmante, fatto di pressappochismo, di impegni non mantenuti e di svicolamenti che, e qua viene l’appello forte ai consiglieri Coluccio e Ravetti, come pure ai politici presenti all’incontro, se non affrontati con serietà e rigore…causeranno ulteriori danni e disservizi.

Cio’ che successe in Toscana alla stazione di Viareggio nel giugno 2009 con più di trenta persone morte per conseguenza di un immane incendio più danni miliardari a infrastrutture private e pubbliche (1) e quanto si verificò nel febbraio 2018 a Pioltello (2) con un drammatico incidente dovuto ad un binario chiaramente sgangherato, aggiustato alla bell’e meglio, denunciato più volte alle direzioni di compartimento e mai sistemato, non fu un caso. Fu, semplicemente, la conseguenza di cattiva programmazione unita a superficialità e poca organizzazione. Chiedere conto all’ing. Marinoni di “dov’era la SLALA (3)” durante i disservizi in Piemonte (per fortuna non ancora drammatici ) non fotografa la realtà dei fatti ma, piuttosto, un tentativo di scaricare responsabilità “in attesa di verifiche puntuali” (sic). Ma la preoccupazione, a ben vedere, è legittima. Chi meglio di SLALA potrebbe esercitare questa funzione di raccordo e di rete di collegamento e stimolo? Probabilmente necessita di sostegno, anche politico, più convinto e determinato negli scopi di quanto è stato fino ad oggi. Ma su SLALA, per il momento, sospendiamo il giudizio, segnalando comunque l’eccezionale livello di analisi critica di cui è stata capace con la documentazione presentata. Funzione informativa benissimo condotta e arricchita dall’ing. Marinoni.

Riguardo alla opportunità delle “ verifiche “ citate poco sopra, viene naturale ricordare ciò che chiese a più riprese la commissaria ad acta Iolanda Romano. Commissario (ora docente universitaria e presidente di “Avventura Urbana”) fino a tre anni fa alle prese con un rebus indecifrabile come il c.d. “Terzo Valico ferroviario Genova Milano AV/AC” (4). Fece di tutto per evitare una scriteriata corsa alle compensazioni da parte di 11 Comuni (tra cui Alessandria) interessati dai lavori di RFI e consorzi vari, ma la sua proposta di lasciare una parte cospicua del malloppo di 60 milioni al gestore ferroviario non passò. Così 49 milioni (11 erano destinati in perfetta divisione agli undici Comuni) furono ulteriore motivo di spartizione e…vinse che gridò più forte o chi aveva le spalle più coperte. Non chi, per scelta ferroviaria ed ingegneristica ne avrebbe dovuto effettivamente beneficiare “al fine superiore ultimo” di un migliore servizio per la popolazione residente e transitante.

Stesso discorso per le merci, (5) con un avviluppamento impressionante di interessi e sovrapposizioni che hanno portato di fatto ad una paralisi della rete logistica locale, che non ha ancora deciso quale strada percorrere. Puntare sullo scalo alessandrino? Su quello novese? Concentrare tutto su Rivalta Scr./Tortona? Riprendere in considerazione tratte commerciali dormienti come quella di S. Giuseppe di Cairo/Acqui oppure un retroporto genovese tra Ovada e Alessandria sud…. E potremmo continuare ma per pietà ci fermiamo e, purtroppo , non possiamo andare oltre un augurio finale… Le Regioni si parlino seriamente, si mettano d’accordo nel modo migliore valorizzando il decentramento e non soffocandolo. Pia illusione? Vedremo.

Pier Luigi Cavalchini

Note

.1. https://www.italiaoggi.it/economia-e-politica/attualita/strage-di-viareggio-moretti-condannato-a-sette-anni-a1jq4sgr La corte di appello di Firenze ha condannato. o meglio confermato la condanna a 7 anni già inflitta in primo grado a Mauro Moretti, l’ex amministratore delegato di Fs, Ferrovie dello Stato, e Rfi, Rete ferroviaria italiana (Rfi) che era andato a processo per la strage di Viareggio, l’incidente ferroviario del 29 giugno 2009 in cui persero la vita 32 persone. Moretti era imputato per disastro, omicidio plurimo colposo, lesioni colpose, incendio. Il tribunale di Lucca in primo grado aveva considerato la condanna solo rispetto alla sua funzione di amministratore delegato di Rfi. Inoltre la procura generale aveva chiesto una pena di 15 anni e 6 mesi. Condannati a 6 anni anche Michele Mario Elia, ex ad Rfi, e Vincenzo Soprano, ex ad Trenitalia. Per Elia la procura generale aveva chiesto una condanna a 14 anni e mezzo, mentre per Soprano a 7 anni e mezzo. Assolto “perché il fatto non sussiste” Giulio Margarita, ex dirigente della direzione tecnica di Rfi e oggi dirigente di Ansf, l’Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria, che in primo grado era stato condannato sei anni e sei mesi. Il Pg aveva chiesto per lui 12 anni e sei mesi. Condannati anche gli amministratori e i dirigenti delle società tedesche ed austriache che facevano manutenzione dei carri merci in appalto”.

.2. https://tg24.sky.it/cronaca/2025/02/25/deragliamento-treno-pioltello-sentenza

Nell’incidente, avvenuto il 25 gennaio del 2018, tre donne hanno perso la vita e un centinaio di persone sono rimaste ferite. Marco Albanesi, ex responsabile dell’unità di Brescia di Rfi, è stato condannato a 5 anni e 3 mesi. Assolto, tra gli altri, l’ex amministratore delegato di Rete ferroviaria italiana, Maurizio Gentile”

Una condanna e otto assoluzioni. Arriva a 7 anni di distanza la sentenza di primo grado del processo sul disastro ferroviario del 25 gennaio 2018 a Pioltello, in cui morirono tre donne e un altro centinaio di passeggeri rimasero feriti. Il collegio della quinta sezione penale del Tribunale di Milano ha stabilito la condanna a 5 anni e 3 mesi nei confronti di Marco Albanesi, ex responsabile dell’unità di Brescia di Rete ferroviaria italiana. Assolti invece gli altri imputati, tra cui l’ex amministratore delegato di Rfi Maurizio Gentile e la stessa società (…).

.3. “SLALA” – Nata nel 2003 come società a responsabilità limitata e trasformata in fondazione nel 2007, la Fondazione SLALA dal 2019 è una fondazione di partecipazione e ha modificato gli scopi sociali e l’architettura statutaria per ampliare l’attività che all’originale mission della logistica delle merci ora aggiunge quella della mobilità delle persone e della formazione.

Enti pubblici, associazioni bancarie, associazioni di categoria, associazioni private di natura commerciale sono rappresentati nella nuova SLALA che si prefigge di esercitare attività mirata allo studio e alla promozione del sistema logistico del Nord-Ovest dell’Italia, con particolare riferimento alle aree comprese nel territorio del Basso Piemonte, collegato con i porti liguri e le aree a questi connesse, destinate a ricevere l’allocazione di insediamenti dedicati alla logistica, in grado di sviluppare iniziative tendenti alla valorizzazione delle strutture industriali e del settore terziario, nonché alle infrastrutture per il trasporto e la movimentazione delle persone e delle merci, esistenti o da realizzare, nonché per le lavorazioni e manipolazioni accessorie, con particolare riguardo alla rete ferroviaria e ai connessi centri di smistamento.

.4. Dalla relazione di Angelo Marinoni . Alessandria. Sala Biblioteca comunale. 16 aprile 2025. “Attualmente lo scalo di Alessandria Smistamento ha una operatività inferiore al 25% della sua potenzialità. Molti fasci di binari sono diventati «il cimitero degli elefanti» di Trenitalia e Trenord E’ un impianto di Smistamento degli anni Ottanta come aggiornamento, argomento usato per il suo progressivo abbandono Nota da storia dei se. L’abbandono è stato totalmente irrazionale perché le esigenze di allora erano quelle decuplicate oggi ed era quando si è posata la prima pietra del Terzo Valico che doveva posarsi quella del rinnovo tecnologico dello Smistamento come tale: scambio ferro-ferro dove la funzione retroportuale di Smistamento dei contenitori in arrivo a Genova e Savona si accompagnava alla funzionalità di scalo merci per lo shift modale gomma-ferro, ma appunto è un se ed è andata diversamente

Nota personale. L’involuzione del libro bianco dei trasporti della Commissione Europea, l’assenza trentennale di una politica nazionale dei trasporti, la delega ai concessionari della pianificazione, la derubricazione a locale di interessi nazionali posti nelle ferrovie divenute secondarie e non complementari quando non regionalizzazioni di tratte fondamentali ha portato ad una implosione del sistema merci ferroviario proprio per la perdita del concetto di Smistamento e per la sottovalutazione e presunta antieconomicità del carro singolo. Non è un caso che questi due macroargomenti stiano tornando, trovando, pero’ , un sistema ferroviario costruito (male) sul modello gestionale sbagliato in buona parte d’Europa, meno laddove c’era di più da demolire come in Germania e quindi forse non faranno in tempo a finire il lavoro di «smagliatura» della rete ferroviaria perfettamente riuscito, purtroppo in Italia.” (…)

.5. https://www.cittafutura.al.it/sito/compensazioni-terzo-valico-riconsiderare/

(…) E’ dal 1992 che esiste ed è attivo  comitato NO Terzo Valico formato da cittadini e associazioni.
In particolar modo, è dal 2012 che questo “comitato” ha intrapreso una sistematica azione di contrasto -mobilitandosi in maniera costante e diffusa- contro quest’opera. Da quando, cioè, il progetto di costruzione si è fatto realmente concreto con l’ avvio dei primi tentativi di esproprio da parte di CoCiv -consorzio di imprese, nato nel 1991 per la costruzione della linea ferroviaria ad Alta Velocità-Alta Capacità (AV-AC) Genova-Milano (in seguito accorciata in Genova-Tortona)- riguardanti centinaia di terreni e immobili situati nei paesi delle valli liguri e piemontesi (Val Verde, Val Polcevera, Valle Scrivia e Val Lemme) comprendenti i comuni di Arquata, Serravalle, Novi, Gavi, Voltaggio, Campomorone, Ceranesi, Isoverde fino ai quartieri genovesi di Pontedecimo, Bolzaneto, Trasta, Fegino e Borzoli.
E’ da allora che gli attivisti del comitato NO Terzo Valico si mobilitano – a più riprese – contro quest’ opera, con all’attivo centinaia di iniziative tra: blocchi stradali, presidi, cortei, assemblee pubbliche, volantinaggi, firme raccolte, denunce ed esposti, articoli e testi prodotti, un sito e vari blog autoprodotti, che hanno permesso di svolgere un’ attività di vigilanza sistematica, di controinformazione, di opposizione all’ opera, riuscendo in certi casi ad impedire gli espropri o a rallentare i lavori di cantiere. (continua sul sito indicato)

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