Sito per scorie nucleari. Scegliere responsabilmente e non rifugiarsi nel “nimby”

Ci eravamo già interessati della questione “identificazione e realizzazione del sito per confinamento scorie nucleari” (*) per cui non ci dilunghiamo sui particolari. Sappiamo ormai tutti che si tratta di una grande struttura rettangolare con confinamento controllato e con meccanismi all’avanguardia per tecnica costruttitiva e sicurezza. Almeno questo è quanto ci è stato ripetuto nelle poche occasioni di confronto avute con i rappresentanti dei Ministeri competenti e con chi dovrà applicare i “criteri ISIN” (vedere l’articolo citato per i dettagli).
Di questo grosso edificio quattro/quinti saranno destinati a funzioni di supporto e al confinamento degli elementi ancora debolmente o mediamente radioattivi, fino al loro esaurimento naturale previsto entro qualche centinaio di anni. Confinamento, per questi elementi, che sarà “eterno”. Diversa la sorte per il “quinto” rimanente, con residui a consistente/alta radioattività che saranno stoccati solo per una decina d’anni “in sicurezza” (riportando ciò che ci è stato ripetuto dagli organismi tecnici) e poi trasferiti ad altra destinazione, sicuramente fuori dai confini italiani. Ovviamente dietro lauto pagamento di un “affitto di spazi speciali” che, in futuro, saranno sempre più difficili da trovare e sempre più “cari” per gli acquirenti. Ma questo è  l’esito, prevedibile, di un percorso economico che non ha mai tenuto conto del costo complessivo delle scelte operate, quindi senza pensare ai costi di confinamento finale.
Fin qui un rapido riassunto di ciò che si dovrebbe già conoscere.
Ciò che va a complicare ulteriormente le cose è il palleggiamento di responsabilità fra Enti preposti alle scelte con evidenti “intenti estranei” all’unico percorso ammissibile: quello delle valutazioni serie di costi e benefici offerti dai vari siti (più di sessanta nella prima carta CNAPI). Ora siamo prossimi allo sfoltimento e all’indicazione di una rosa ristretta di massimo una decina di “siti possibili” validati/segnalati dai Ministeri competenti. Una scelta che si sarebbe già dovuta fare e che non è stata fatta soprattutto per motivi di stretta pertinenza elettorale. Avere il sito nel proprio Comune non piace, probabilmente porterà ad un deprezzamento di terreni e immobili e ben difficilmente potranno esserci “compensazioni” sufficienti al danno di immagine (e reale) prodotto. Con il risultato che tutte le Regioni, tutti Comuni interessati dalla prima lista di siti possibili, hanno alzato le barricate e trovato tutti gli argomenti possibili per non essere nell’elenco finale.
A questo approccio “particulare” le associazioni ambientaliste (e Legambiente in particolare, come si evince dalla “lettera aperta” sottoriportata) non intendono sottostare e raccomandano il completamento dell’iter secondo le modalità stabilite.  Si tratta di scegliere il “sito meno inidoneo possibile” non di fare “politichetta”. Oltre tutto gli attuali stoccaggi sono “provvisori” per necessità e, purtroppo, nemmeno con il grado di sicurezza che garantirebbe il c.d. “sito meno inidoneo”. Una questione da seguire con attenzione.
Di seguito la lettera in forma integrale.
Ai Sindaci di Alessandria, Bosco Marengo, Castelletto Monferrato, Castelnuovo Bormida, Frugarolo, Fubine Monferrato, Oviglio, Quargnento, Sezzadio e al Presidente della Provincia di Alessandria,
la scrivente associazione, a proposito della scelta dell’area per il Deposito Nazionale per il nucleare, si chiede perché, invece di chiedere un incontro con il ministro Pichetto Fratin, i Comuni e la Provincia non sostengono la richiesta inviata, allo stesso ministro ed agli altri ministeri competenti, dalle Associazioni ambientaliste e dai Comitati di cittadini già il 27 ottobre 2022 (in allegato)  nella quale si richiede di pubblicare senza ulteriori indugi la Carta delle aree idonee (CNAI) in modo che tutti possano pronunciarsi formalmente sulla correttezza o non correttezza delle scelte effettuate da Sogin ed intraprendere le azioni conseguenti.
Riteniamo infatti che l’individuazione di un Deposito Nazionale che comporti il minor rischio possibile è una esigenza irrinunciabile ed urgente per tutto il Paese che oggi corre un rischio ingiustificatamente elevato a causa della collocazione attuale dei rifiuti radioattivi in siti del tutto inidonei.
Al tempo stesso l’individuazione deve essere oggettiva, rigorosa e trasparente, sulla base di criteri e normative prefissate e pubblicamente verificabili, in modo tale da evitare scelte inappropriate che comporterebbero rischi indebiti.
A disposizione per ogni approfondimento.
Distinti saluti.
Legambiente Ovadese e valli Orba e Stura
La presidente  Michela Sericano 349-5363809

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