Una testimonianza dal Policlinico di Milano

Felisia di Loreto, direttamente dal Policlinico di Milano, ci ricorda quanto segue…. Lo ricorda a noi e, soprattutto, a quelli che “non ci credono”, che “continuano a negare”. Una lezione di vita a cui, volentieri, diamo il giusto spazio (n.d.r.).
E stateci voi una notte intera con persone che soffrono, che soffocano, che si agitano perché si sentono morire, che si vergognano perché private della loro intimità. Persone che continuano a chiamare senza sosta, disorientate perché tolte dal loro ambiente, dai farmaci, tutta la notte, perché infondo tutti hanno paura di morire e ti vogliono lì vicino. E tu corri tutta la notte da una stanza all’altra a spegnere campanelli e a chiedere cosa non va, a risolvere problemi, a sistemare quei maledetti caschi che stordiscono. Quei caschi che hanno in testa da giorni e che non si possono assolutamente togliere perché altrimenti muori, stateci voi a guardare tutta la notte quegli occhi sbarrati pieni di terrore, quei respiri affannati e faticosi, quelle persone che finiscono di essere stanche anche solo di respirare.
Stateci voi a infilare tutta la notte cannucce nei buchini del casco, in quelle labbra aride, perché l unica cosa che puoi fare è dare sollievo con un sorso d ‘acqua.
Stateci voi tutta la notte in apprensione a guardare quei monitor perché il rianimatore ti dice che ci sono 15 persone che aspettano di essere intubate e nessuno posto disponibile in rianimazione in tutta la Lombardia, a monitorare quelle persone perché se la situazione precipita le intubiamo e le teniamo in reparto finché non si libera un posto per loro.
Stateci voi a vedere le persone che muoiono, cadono come le foglie ogni giorno, troppe, a sistemare i loro corpi esausti e poi a cercare invano di consolare la vicina di letto che piange e piange. A sorridere con la signora che presto rivedrà il suo bambino nato da pochi giorni, solo al nido dell’ospedale, che ti fa vedere le foto che le hanno inviato le infermiere che se ne stanno prendendo cura, a dare una carezza a quel marito che da giorni vede la moglie morire ricoverata nella stanza di fianco.
Stateci voi che non ci credete mi vien da dire, e invece no, ci siamo noi ogni giorno con passione e coraggio, nonostante le condizione a volte disumane in cui lavoriamo, ci siamo, nonostante sia anche colpa vostra che urlate alla menzogna di questo mostro di virus. Grazie al cielo che prende anche in forma lieve o senza sintomi, altrimenti non saremmo abbastanza nemmeno per darvi quel sorso fresco d’acqua senza sosta.
Come ci siamo stati tutta la notte ci saremo finché ce ne sarà bisogno, nonostante tutti gli insulti… quella saturazione che sale, quell’ EGA che migliora, quel grazie, quel sorriso dopo tante lacrime.. è la nostra missione ogni giorno. 💙 ###

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