The Holdovers – Lezioni di vita

Ieri pomeriggio, al Cinema Anteo, sono stata invitata all’anteprima del film di Alexander Payne: the Holdovers. Lezioni di vita, che uscirà nelle sale cinematografiche il 18 gennaio.

Tutto si svolge in inverno, nel gelido inverno imbiancato e nevoso di un luogo vicino a Boston, uno di quei college privati frequentato da ricchi rampolli, che in questo film è ben delineato: la Barton Academy tra bisogno di potere, di danaro e pompose parole di etica e verità, dove senza se e senza ma, si chiede di accogliere il figlio mal preparato di un politico, possibile finanziatore .

Ma il professor Hunham, insegnante di lettere classiche, rigido non solo col latino di cui ama le traduzioni, interpretato magnificamente da Paul Giamatti, questi se e questi ma ce li ha e non intende esiliarli dalla sua coscienza, anche se vedremo via via come questa coscienza sia stata irrigidita dai fatti della vita, che segnano ognuno in modi differenti, per fortuna.

Il gelo imbiancato del luogo rappresenta bene il gelo che vive nei cuori di chi, per offesa, ora si difende e si sa che la difesa crea sempre una nuova offesa. Troppo spesso a noi stessi.

Il professor Hunham si è barricato in sè trasformando il college nella sua torre, dove nessuna Raperonzola è mai riuscita ad arrivare e sciogliere le trecce.

Tre, tra le molte, sono le solitudini che si delineano nel film, quella del professore, quella del giovane ragazzo, Angus, una disperazione combinaguai che è solo richiesta d’attenzione e amore e quella della cuoca Mary Lamb, bella grassa e nera, madre che ha da poco perduto il figlio in guerra: i neri crepano in guerra , mica i figli dei ricchi.

In questo film tocchi con mano quanto la nostra vera famiglia la facciamo vivendo, soprattutto accettando i repentini cambiamenti che la vita porta, proprio per farci compiere quei passi che incoscientemente stiamo evitando. Solo portando a coscienza l’inconscio non lo chiameremo più destino.

Ma quando la solitudine dell’anima si può sciogliere come Primavera farà con la neve ?

Quando ti renderai vulnerabile . Quando affronterai i tuoi demoni, l’alcol, e non solo questo, per il professore, il padre, nella sua simbolica molteplicità archetipica, per il ragazzo e la perdita per la nera cuoca. E ognuno di loro potrà uscire dal labirinto con l’aiuto dell’altro: senza l’altro l’uomo non è uomo .

Il film non ha quegli sprazzi travolgenti de “l’attimo fuggente “, nessuno sale sui banchi per disarmare il potere della paura, no, qui ognuno grazie all’altro la paura la guarda negli occhi: si imparerà nello sguardo strabico del professore a comprendere dove bisogna davvero guardare .

Ognuno fa piccoli passi, mai troppo vicini, nè mai troppo lontani, ognuno libera la vita che era stata imbavagliata, ognuno, mostrando le proprie mancanze e le proprie ire; lontani i sentimentalismi e la compassione strumentale, qui ci si rinvigorisce o si muore, qui ognuno porta forza e coraggio all’altro, ora che tutte le difese sono state smascherate e tutti gli errori accolti, il fiume della vita riprende il suo corso.

Gli holdovers sono i rimasti, che può essere inteso in due sensi. I rimasugli della società, quelli che restano lì ormai perduti perchè non hanno più nessuno, gli ultimi di un tessuto sociale che esclude ormai chiunque.

Ma gli holdovers sono anche i resistenti ( non certo i resilienti ! ) quelli che rimangono e resistono e lottano e soffrono, quelli che cercano un rapporto umano partendo dalle loro stesse rovine . E lo trovano.

di Patrizia Gioia

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