L’alternanza è, infatti, l’ultima, grande risorsa per il miglioramento e la trasformazione del sistema politico e della democrazia italiana. E se non si produce, la sinistra deve biasimare soltanto sé stessa, i suoi maîtres à penser, i suoi dirigenti.
Gianfranco Pasquino, Una certa idea della sinistra, Feltrinelli, Milano 1987, p. 165.
Le più recenti elezioni politiche, nazionali e regionali, sia in Italia che in alcuni paesi dell’Unione Europea (e anche fuori dall’Europa), hanno visto il successo schiacciante dei partiti dell’estrema destra e delle coalizioni del centro-destra. Un successo favorito dal forte aumento delle diseguaglianze e da un contesto sociale nel quale, come sottolineava Vittorio Emanuele Parsi nel suo libro sul naufragio dell’ordine liberale, [1] a partire dagli anni Ottanta e dalla fine della Guerra Fredda, “il compromesso tra democrazia e mercato [è stato] fatto saltare a vantaggio del secondo e a detrimento della prima” (p. 19). Una situazione politica e sociale che, pur nel diverso contesto storico, rammenta gli albori di quella tragica stagione che ha prodotto il nazismo e il fascismo che hanno portato alla Seconda Guerra Mondiale.
Federico Rampini[2] (la cui iscrizione giovanile al Partito Comunista Italiano – come egli stesso avrà modo di rammentare – ha comportato un allungamento dei tempi necessari per ottenere la cittadinanza statunitense),[3] nella sua interessante analisi, pubblicata sul Corriere della Sera di venerdì 31 marzo scorso, contesta l’ottimismo manifestato dal presidente americano Joe Biden, “legato alla sorprendente resistenza dell’Ucraina contro l’aggressione russa, e alla coesione dell’Occidente anch’essa superiore alle aspettative”. Come Rampini mette in evidenza, le ragioni che stanno alla base dell’ottimismo del presidente americano, ossia la tendenza al rafforzamento dei sistemi liberali e all’indebolimento di quelli autoritari nel mondo, non sono poi così chiare, e che la lotta tra le democrazie e le autocrazie sarà ancora lunga.
“Qualche volta – scrive Rampini – la situazione ci sembra drammatica [come nel caso della seconda carica dello Stato che, in prossimità del 25 aprile, nega il valore della Resistenza] perché enfatizziamo gli agguati alla democrazia, e non esultiamo abbastanza quando i pericoli vengono sventati”. Pericoli che, nel caso della democrazia statunitense, non verrebbero “né da Putin né da Xi, ma dal vicino di casa che vota e la pensa diversamente”. Che sono poi gli stessi pericoli che corre la nostra democrazia.
Se è vero che, come ebbe a scrivere il politologo ed esponente della Sinistra Indipendente Gianfranco Pasquino nell’esergo citato in epigrafe, “L’alternanza è, infatti, l’ultima, grande risorsa per il miglioramento e la trasformazione del sistema politico e della democrazia italiana”, e avendo a cuore la situazione politica italiana, mi permetto di rivolgere un caloroso invito a quanti ancora credono nella democrazia, ai giovani e ai tanti elettori i quali, non sentendosi più rappresentati né dalla destra, né dalla sinistra hanno rinunciato ad esercitare il loro diritto di voto, di riflettere sulle parole scritte da Norberto Bobbio (1909-2004) nella sua impareggiabile disquisizione tra Destra e sinistra per poi tornare a votare:
“Se mi si concede – scrive Bobbio – che il criterio rilevante per distinguere la destra e la sinistra è il diverso atteggiamento rispetto all’ideale dell’eguaglianza, e il criterio rilevante per distinguere l’ala moderata e quella estremista, tanto nella destra quanto nella sinistra, è il diverso atteggiamento rispetto alla libertà, si può ripartire schematicamente lo spettro in cui si collocano dottrine e movimenti politici, in queste quattro parti:
- all’estrema sinistra stanno i movimenti insieme egualitari e autoritari (…);
- al centro-sinistra, dottrine e movimenti insieme egualitari e libertari, per i quali potremmo oggi usare l’espressione «socialismo liberale» (…);
- al centro-destra, dottrine e movimenti insieme libertari e inequalitari, entro cui rientrano i partiti conservatori (…);
- all’estrema destra, dottrine e movimenti antiliberali e antiegualitari, di cui credo sia superfluo indicare esempi storici ben noti come il fascismo e il nazismo”.[4]
E per concludere, sempre con riguardo alla situazione italiana, ma anche senza dimenticare il “fantasma che si aggira per l’Europa (e non solo)”, richiamerei l’attenzione sull’inascoltato monito di Umberto Eco riportato nel suo saggio sul fascismo eterno:
“In Italia c’è oggi qualcuno che dice che il mito della Resistenza era una bugia comunista. (p.12) (…) In Italia c’è oggi qualcuno che dice che la guerra di liberazione fu un tragico periodo di divisione, e che abbiamo ora bisogno di una riconciliazione nazionale. (p. 13) (…) Se pensiamo ancora ai governi totalitari che dominarono l’Europa prima della Seconda guerra mondiale, possiamo dire con tranquillità che sarebbe difficile vederli ritornare nella stessa forma in circostanze storiche diverse. (…) Tuttavia, anche se i regimi politici possono venire rovesciati, e le ideologie criticate e delegittimate, dietro un regime e la sua ideologia c’è sempre un modo di pensare e di sentire, una serie di abitudini culturali, una nebulosa di istinti oscuri e di insondabili pulsioni. C’è dunque ancora un altro fantasma che si aggira per l’Europa (per non parlare di altre parti del mondo)? (p. 14) (…) Libertà e liberazione sono un compito che non finisce mai”. [5]
Facciamo nostro il motto che Umberto Eco ci ha consigliato: “Non dimenticate.”
di Bruno Soro
Alessandria, 5 aprile 2023
- V. E. Parsi, Titanic. Il naufragio dell’ordine liberale, il Mulino, Bologna 2018. ↑
- F. Rampini, L’illusione di aver già vinto, Corriere della Sera di venerdì 31 marzo. ↑
- F. Rampini, Così sono diventato cittadino americano, con la “macchia” del Pci, L’Espresso, 21 novembre 2014.↑
- N. Bobbio, Destra e sinistra. Ragioni e significati di una distinzione politica, Donzelli Editore, Roma 1994, pp. 80 e 81. ↑
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U. Eco, Il fascismo eterno, Edizione speciale per GEDI Gruppo Editoriale S.p.A. pubblicato su licenza di La nave di Teseo editore, Milano 2020, (p. 43). ↑
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