Venti di guerra

In questi giorni si respira un’atmosfera molto simile a quella dell’Ottobre 1962, quando la crisi dei missili russi a Cuba stava portando l’umanità verso la Terza Guerra Mondiale.

Vi ricordate? Io ero un ragazzino, però ricordo molto bene i titoli dei giornali e le trasmissioni televisive che parlavano di un mondo al collasso, pronto allo scontro nucleare tra russi ed americani.

In realtà la distensione si era rotta perché un U2, aereo spia, era stato intercettato e colpito in territorio sovietico ed il pilota, Gary Powers, si era salvato a stento.

Era seguito un lungo periodo di trattative, concluse con lo scambio fra il pilota ed Abel, un agente russo.

Il film di Steven Spielberg, “Il ponte delle spie”, descrive molto bene il clima di quell’epoca e come alla fine si risolse il caso.

Ma, nell’ottobre del ‘62, come dicevo, i vertici militari sovietici spinsero i politici ad una azione di forza che gli Stati Uniti non avevano mai tollerato dal 1823, quando fu elaborata la dottrina Monroe, e cioè portare dei missili balistici a Cuba per poter minacciare tutto il fianco Est degli Stati Uniti, dalla Florida a Boston ed oltre.

Ci ricordiamo i tredici giorni in cui Kennedy, il fratello Robert, McNamara, il Ministro della Difesa, contro alcuni vertici del Pentagono, riuscirono a risolvere gradualmente la crisi, mentre dall’altra parte della barricata Nikita Krusciov e i suoi tenevano a bada i generali e politici più battaglieri.

Due settimane in cui il mondo rischiò veramente la Terza Guerra Mondiale e un paio di anni dopo il grande regista Stanley Kubrick, nel suo meraviglioso “Dr. Stranamore”, descrisse una situazione estrema, in cui un generale americano impazzito lanciava i suoi bombardieri B52 contro l’Unione Sovietica e, alla fine, dopo un concitato rientro di quasi tutti i bombardieri, uno di questi riusciva a lanciare la Bomba sul territorio sovietico ed innescare quindi la Fine del Mondo.

Magistrale interpretazione di una realtà possibile e quanto mai vicina.

Sono passati sessant’anni e siamo ancora lì. Americani da una parte, Russi dall’altra, con un potenziale nucleare inimmaginabile, si sfidano sulle nostre teste e giocano con le vite di otto miliardi di persone, come se non bastassero i mille problemi giornalieri che affannano appunto questa umanità.

La bomba Fine del Mondo, preconizzata nel film di Kubrick, è arrivata, esiste, nella sostanza più che nella forma, ed è rappresentata da quelle diecimila ogive nucleari che sono destinate alla distruzione di massa.

Negli anni ‘60, il mai troppo lodato Papa Giovanni XXIII, nelle sue omelie, si sforzava di lanciare continui appelli alla pace; oggi, sessant’anni dopo, Papa Francesco ripete, ingrandite, le stesse parole, ma sembra che l’eco di queste parole giunga indistinto ai contendenti.

I nazionalismi, o, meglio, gli iper-nazionalismi, sembrano avere la meglio e si sentono certi appelli che ricordano la vigilia della Prima e della Seconda Guerra Mondiale: sappiamo com’è finita…

Siamo sulle soglie dell’abisso, ogni piccolo incidente che coinvolge i potentissimi mezzi di oggi potrebbe condurre ad una incontrollata guerra nucleare, mille o diecimila volte più grande di Hiroshima.

Un bellissimo film di Kurosawa,”Sogni”, parla proprio di questo e dovrebbe essere visto con attenzione e con profitto da tutti gli esseri umani coscienti…

Le lezioni, quando intelligenti, vanno rispettosamente imparate.

Speriamo non sia troppo tardi.

Viator

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