“Vetrinetta. 2” L’ora del blu e l’autunno della “Repubblica” [righe 11-20]

Scalfari non smetterà mai di sorprenderci. Massimo giornalista contemporaneo, poi narratore e saggista, autore Einaudi assunto in vita nel Pantheon uso Pléiade dei Meridiani. “Classici” immortalativi da vivi al momento: sette, lui decano; cataloghi nelle pertinenze dell’amico Silvio. Ora anche poeta: L’ora del blu da stamane in libreria, pure edicola, magari supermarket. Niente meno che Asor Rosa analizza la raccolta (supplemento domenicale in house) anticipandone di 48 ore l’uscita. Inchinandosi a priori allo storico-critico al giornalista-poeta, l’abbondare di citazioni non mette sinceramente una vertiginosa voglia di precipitarsi. L’annotante legge quel quotidiano dal primo numero (1976). Nella recente direzione Calabresi non l’ha trovato migliorante: con l’inesplicata sua sostituzione si vedrà (tirature a picco comuni in tutta la carta stampata). Ma sarebbe reticenza -absit iniuria- tacere che da tempo gli editoriali-fiume domenicali sono piuttosto imbarazzanti, come parecchie puntate del “Vetro soffiato” quindicinale sull’”Espresso”. Difficile dire di no, capìto: ma Verdelli (e Damilano) dovranno pensarci. Anche a tutela del Fondatore stesso. Gnì vègg l’è ‘na bruta roba.

 

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