Ma vogliamo parlare un po’ dei c.d. medici gettonisti?

Il mio parere personale è che sono il sintomo grave di una generale carenza e responsabilità organizzativa e gestionale del Servizio Sanitario Nazionale relativo, per ora, alle aziende ospedaliere/ ospedali.

I gettonisti sono a) medici estranei al sistema sanitario pubblico b) lavorano a chiamata c) dovrebbero sopperire e risolvere la carenza di personale.

E’ noto che per le loro prestazioni d’opera, con pochi controlli di qualità, ricevono un compenso economico che in pochi giorni eguaglia quello mensile di un normale medico ospedaliero. Già questa grossa anomalia può far capire come può essere disfunzionale questa novella organizzazione e la prima domanda che sorge spontanea è come mai di questa situazione si parli poco in realtà e come mai l’area progressista o riformista non produca un’analisi seria e basata sul dato di realtà che conduca quindi e anche in tempi rapidi a una proposta percorribile.

Vorrei sottolineare che i cittadini-pazienti, forse senza saperlo, ricevono un servizio qualitativamente basso, e che la spesa sanitaria pagata dai cittadini-che pagano le tasse- non diminuisce affatto.

A questo si aggiunga la ormai consuetudine di utilizzare cooperative che forniscono infermieri ed operatori socio-sanitari per la copertura di interi reparti.

Si leggono e si sentono solo roboanti “Difenderemo la sanità pubblica” ( come?), “ La sanità pubblica non si tocca” ( ma davvero?)

Se si leggono i dati OCSE ( cose risapute da tempo) in Italia il numero dei medici è di 4 per mille abitanti in linea con la media europea, mentre la grave carenza è quella relativa agli infermieri.

Certo esistono problemi anche nel settore medico, ma in alcuni settori specifici e non sul numero globale, problema che potrebbe essere superato adottando nuove regole per la gestione, la  distribuzione e l’assunzione mirata per specialità di personale medico.

Così come è ora di cambiare i vincoli di spesa per il personale sanitario perché non ha più senso se si vuole attuare davvero il mantenimento in essere del sistema sanitario pubblico anche alla luce del D.M 77/22.

Questo il tema: La Sanità Pubblica deve riprender fiato concreto nel dibatito pubblico   istituzionale, non può essere delegato a ristrette cerchie più o meno tecnocratiche oppure si dica chiaramente che si vuole modificare la natura della Legge 833 ed inaugurare un modello di sanità semi-pubblica o semi- privata o privata.

L’esternalizzazione del lavoro medico in ambito sanitario era diventata illegale nel 2018 per poi essere riabilitata con l’emergenza Covid, e oggi viene riutilizzata da parte degli ospedali e aziende ospedaliere in molti casi rivolgendosi alle cooperative e inserendo nel bilancio le spese per i compensi sotto la voce “ beni e servizi” parificando quindi questo tipo di professione alle mense e non al personale, in questo modo si aggira la normativa sul tetto delle assunzioni e pare che anche l’Autorità nazionale anticorruzione voglia finalmente vederci chiaro.

Pongo questa domanda ma è cosi difficile ABOLIRE la pratica dei gettonisti forniti da cooperative vere o fasulle? Perché nelle more dei concorsi non si procede ad assunzioni a tempo determinato per esempio ? Quanto della paga oraria del gettonista va alle cooperative? E che inquadramento ha il medico gettonista nelle cooperative? È socio-lavoratore? E cosa si dice di tutto ciò in ambito giuslavorista?

Consapevole che i rapporti di lavoro hanno assunto sempre più nuove forme e composizioni, mutando anche alla radice le coordinate spazio-temporali e anche la fisionomia del lavoro e del lavoratore, ritengo che sia necessario ed utile ritornare sul tema del lavoro in generale e sul “prezzo” del lavoro subordinato o indipendente, manuale o di concetto.

Il timido e verticistico dibattito sul minimo salariale dimostra la necessità di recuperare sul tempo perso….e sto scrivendo pensando agli operai che ieri sono stati uccisi sul lavoro da altri lavoratori.

Margherita Bassini

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