Perché non votare Giorgia Meloni

Chiariamo subito che l’autore di queste righe non è affetto da malattia antifemminista, anzi, è stato un ammiratore di grandi donne del secolo scorso (Nilde Jotti, TIna Anselmi, Camilla Ravera).
Quindi, eliminiamo a priori qualunque tentazione di antifemminismo.
Il problema in realtà sta nell’antistoricità del personaggio.
Il nazionalismo duro e puro è una caratteristica di cento anni prima.
Ricordiamo con esattezza storica i personaggi quali Corradini e Federzoni, che tanto contribuirono nell’entrata in guerra dell’Italia nella Prima Guerra Mondiale.
Con una maggioranza popolare contraria, con un parlamento a maggioranza avversa, i nazionalisti, assieme a demagoghi del calibro di Gabriele D’Annunzio, riuscirono a sovvertire il clima politico e fecero entrare l’Italia nel conflitto assieme agli Alleati, abbandonando la Triplice Alleanza, a cui l’Italia era stata legata per oltre trenta anni.
Il bilancio lo conosciamo: settecentomila morti, oltre due milioni di feriti, tanti dispersi e tante sofferenze per l’ottenimento di Trento, Trieste, e di territori che, in parte, sarebbe stato possibile ottenere per via diplomatica.
La mia è un’opinione, evidentemente, ma sappiamo benissimo quanto forte sia stata l’azione dei nazionalisti, che poi, bellamente, negli anni ’20 confluirono nel fascismo (ricordiamoci di Federzoni).
Un nazionalismo tout court, violento, aspro, senza riconoscimento dell’altro, ma con spunti fanatici.
Questo è esattamente quello di cui l’Italia non ha bisogno oggi.
C’è un altro punto che mi pare molto calzante, ed è il voto di tanti elettori nel Marzo 2018, quando decisero di premiare i programmi assurdi del M5S e, ricordiamolo, circa un terzo degli elettori si espresse in tal modo.
Non vorrei che lo stesso manipolo di votanti si esprimesse a favore della Meloni solo perché è una “donna contro”, la quale sfida tutti gli altri cosiddetti leaders per il suo tono diretto, saccente, una sorta di Cola di Rienzo che voglia riportare Roma a capitale del mondo.
Sarebbe molto avvilente constatare che una grande percentuale di elettori continua a commettere lo stesso errore, confondere la realtà con l’immaginazione, confondere il Dire con il Fare, in nome di una presenza Televisiva che nulla ha a che fare con la realtà.
Ma non è soltanto la considerazione del fatto che sempre una gran parte dell’elettorato in Italia si sente autorizzata a proclamare la propria ignoranza contro chi sa (demagogia contro democrazia), ma è proprio il richiedere a questi elettori di assumere una mentalità europea, cosa che evidentemente non hanno.
E poi, le conseguenze in sede geografica.
In Italia, evidentemente, ANPI e i nipoti dei partigiani non sarebbero molto contenti di constatare che un partito con frange neofasciste e neonaziste possa salire al potere.
A che è servito il 25 Aprile?
In sede europea, a Bruxelles, non sarebbero contenti di un risultato simile, ne gioirebbe il solo Orban e pochi altri.
Per quanto riguarda poi gli USA, con un’amministrazione democratica, è chiaro che non ne sarebbero assolutamente contenti, anche perché le vistose simpatie della Meloni per Trump non potrebbero essere gradite alla Casa Bianca.
Allora, chi sarebbe il beneficiario di tale elezione?
Il solo Putin, che procederebbe indefessamente allo smantellamento del blocco europeo occidentale e che potrebbe affermare che i suoi avversari cadono l’un dopo l’altro, come birilli, oppure che i singoli paesi si rendono conto che lui, sì, Putin, è l’unico ad avere veramente il senso della Storia.
Una vittoria della Meloni rappresenterebbe quindi una sconfitta della Libertà, una sconfitta della democrazia (quella vera) ed un successo soltanto per chi pensa solo slogan, senza preoccuparsi della critica della realtà.

Giorgio Penzo

1 Commento

  1. agli italiani piacciono i coglioni chiassosi, che infatti nella seconda repubblica prendono la maggioranza dei voti (Meloni, grillo e Berlusconi che non è un coglione ma ha studiato la tecnica più efficace di prenderci per il naso)

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