Stupidario: la paronomasia.
E’ una figura retorica simpaticissima: l’accostamento, spesso sottinteso, di parole che si somigliano fonicamente o graficamente, ma siano differenti nel significato (Bice Mortara Garavelli, Manuale di retorica, Bompiani). Esempi (inventati o riciclati): Ti stupirò con difetti speciali. Siamo obesi di lavoro. Le guerre intestinali. Un gentiluomo dalla raffineria aristocratica. Devo curarmi l’intolleranza al gluteo. Gioco col mio cane di razza, il poker. Dovrò fare l’ecotopless e mi vergogno. La volante arrivò a sirene spietate. Ho preso l’aspirina incandescente. Mi hanno fatto la biospia al fegato. I biscotti al plasma sono per i bambini. Mi ha rivelato l’argàno. Colmate le vostre lagune. Le conchiglie aprono le vulve. Per la gola farò le cure termiche. Mia moglie spende, è di facili consumi. La mia famiglia è di umide origini. Le pupille gustative. Suonando la chitarra ho consumato i pipistrelli. Facciamo magliette e box su misura. In primavera divento allergico ai polli. Ha partorito due gemelli monozotici. E’ vecchio, ha il morbo di Pakistan, una semenza senile. Ho visto la mostra e mi si sono arricciati i peluche. Ho trovato la spada nella doccia. L’analisi del sangue: ho il polistirolo alto.
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