Bibbiano. Cosa è la tecnica del “ricordo assistito” o dello “svelamento progressivo”

Sia ben chiaro: mi occupo della tragedia della Bassa modenese di 20 anni fa. Non so se assomigli a quella odierna di Bibbiano.  Le mie sono labili IMPRESSIONI soggettive, nella doverosa attesa che l’inchiesta della Magistratura faccia il suo corso. Nella Bassa modenese 20 anni fa  assistenti sociali e psicologhe – della SISMAI e tre del “Centro Hansel e Gretel” di Torino, coinvolto ora in “Angeli e demoni” a BIBBIANO – usavano la tecnica del RICORDO ASSISTITO o dello SVELAMENTO  PROGRESSIVO, anche utilizzando il NEUROTEK, una macchinetta inventata negli USA che attua, attraverso scariche elettriche blande, la “stimolazione bilaterale, tipica dell’Emder”. . Una psicologa di “Hansel e Gretel” ”  (“Repubblica 1/7/19)  ha detto:  “Ma non era elettroshock “.    Provo a tradurre.   La convinzione è che, se i bambini negano di avere subito abusi, da fratelli genitori nonni parenti, mediante molti colloqui, riusciranno a ricordarli.  Esempio – dalla trasmissione su RAI 3 – la psicologa dice alla bimba: “Tuo padre ti toccava la patatina, si toccava lui il pisello, ti ha fatto male nel culetto?”.  La bimba nega più volte;  alla fine del trattamento dice quello che la psicologa le ha suggerito.  Il tutto senza registrazioni né appunti conservati. A un bambino la psicologa dice: “All’asilo toccavi i compagni. Facevi quello che avevi imparato a casa. Ti ricordi che toccavi la patatina alla mamma?” (“Repubblica” 28/6/19).  Una madre popolana, cui verranno tolti i bambini, viene interrogata dall’ assistente sociale a Milano. “Ma lei faceva il bagno alla figlia? (di 8 anni)?  E’ pedofilia”. La madre: “Pedolicosa? Ma che domande sono queste?  Io ho allevato 5 figli”.  A mio avviso non si tratta di errori, bensì di una metodologia arrogante e demenziale, oggi considerata pericolosa e inaffidabile, che travalica le norme, attuata da personale pubblico, impunito perché mai controllato da nessuno, neppure dalla ASL.  Condannata dalla “Carta di Noto” e da Ernesto Caffo di “Telefono Azzurro”.

L’immagine originale  è del pittore alessandrino (masiese) Mario Annone, che ringraziamo per la gentile autorizzazione .

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