Conclave

L’esperienza millenaria

del governo della Chiesa

m’accarezza come un’aura

di vision che si palesa:

penso al secolar portone

che rinserra i Cardinali

fino a che la decisione

non emerga tra gli Uguali.

Chiusi nell’auster salone,

senza altro a cui pensare,

dopo qualche indecisione

sanno tosto chi votare.

Di elezioni a Presidente

tante n’ho visto passare

ma la mente e il cor m’indigna

veder guitti recitare

un copion assai mal scritto

da una penna tentennante

che non segue un progetto

scevro da meschin profitto.

C’è chi mai più rassegnato

a un ritiro dignitoso

sogna un apical mandato

pria di mettersi a riposo

e chi teme l’elezione

ed il crollo del governo:

per non perder la pensione

si rivolge al Padre Eterno.

Poi ci sono gli Immortali,

dalla tempra di granito,

che lontani dai mortali

vedon solo l’infinito

d’una carica perenne

che li porti dove Uno,

per corale investitura,

sia intralciato da nessuno.

Or li vedo brulicare

nell’ascosto verminaio

dove tutto puoi trovare

purchè non accada il guaio

d’un futuro traballante

più di quanto già non sia

chè ne abbiamo viste tante

da smarrirci per la via.

 

Marina Elettra Maranetto

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