Giusto per capire che aria tira andiamo a vedere meglio cosa prevede il c.d. “decreto agosto” Il testo definitivo è stato ufficialmente bollinato dalla Ragioneria Generale dello Stato, passo che ha preceduto la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, ed è pronto per le specifiche applicazioni. Si registra un aumento di una quindicina di articoli (sulle materie più diverse, raggiungendo la non invidiabile cifra di 115 articoli, contraddicendo le intenzioni di semplificazione normativa). Le pagine continuano ad essere di poco inferiori alle 300, confermando l’idea di una macchina che produce incessantemente documenti – alcuni importanti – , da intendere come scelte di fatto e, soprattutto, indicazioni di spesa. Al proposito colpisce il fatto di aver stabilito un nuovo scostamento di bilancio di 25 miliardi di euro. Cioè, prosaicamente, di avere ulteriormente alzato il tetto di spesa prevista di una quantità considerevole di miliardi di euro.
Vediamo i più interessanti.
Proroga cassa integrazione. Tra le novità di maggior rilievo confermate anche dal testo definitivo del decreto agosto vi è la proroga della cassa integrazione, per la quale è stato previsto un ampliamento di altre 9 settimane + 9. Il problema, come sempre, è quello delle coperture. Si rimanda ad un futuro non ben definito una decisione che, prima o poi, dovrà essere presa. Pena un ulteriore appesantimento dei conti pubblici. In sostanza, conteggiando nell’insieme le 18 settimane, si arriverà fino a fine dicembre del corrente anno. Si spera che nel frattempo il sistema economico trovi la forza di ridare una spina dorsale di lavoro vero all’intero Paese.
Rateizzazione e proroga adempimenti fiscali. Importantissimo quanto previsto per ciò che riguarda il comparto tasse: gli importi di imposta sospesi nei mesi del lockdown non andranno più saldati entro la fine del 2020. La prima scadenza da tenere a mente resta quella del 16 settembre 2020, data entro la quale si dovrà versare o l’importo totale o il 50% del dovuto ovvero la prima delle quattro rate mensili. Il restante 50% di ritenute Irpef, IVA e contributi INPS potrà essere versato dal 2021, in un massimo di 24 rate. Arrivando fino al 2023 inoltrato. Una “diluizione” salutare per chi non naviga in buone acque, dando l’impressione di coprire ciò che la coperta – comunque – non potrà mascherare molto a lungo. Le sofferenze sono molte, i segnali di “non riapertura” pure; per cui – anche in questo caso – si attende una stimolazione alla colonna vertebrale portante del Paese in modo da fare salti in avanti positivi (e non salti nel buio). Nel testo, tra l’altro – a conferma dell’ “ce pensamo poi” vi è lo stop delle cartelle fino al 15 ottobre e alla sospensione di Tosap e Cosap per il 2020. …Vedremo.
Niente IMU per discoteche e strutture turistiche. Sulla linea di quanto si era già capito nelle ultime settimane , continua l’occhio di riguardo (estivo) per gli operatori commerciali collegati a turismo e spettacolo. Non si spiega diversamente il fatto che siano escluse dalla seconda rata dell’IMU le imprese del turismo, dello spettacolo e le discoteche. Queste ultime in condizioni di particolare labilità vista l’apertura delle stesse a macchia di leopardo sul territorio nazionale e con limitazioni di vario tipo. Tale provvedimento si porta dietro, però , una conseguenza di peso: niente imposta municipale per villaggi turistici, alberghi, lidi balneari, centri termali, sale da ballo e locali notturni. Quindi meno entrate per le asfittiche casse comunali. Rispetto a questa imposta locale specifica, ne sono pure esenti gli immobili destinati a fiere, convegni e congressi, i cinema e i teatri.
Reddito di emergenza. Su questo punto, materia di contrasti infiniti all’interno della maggioranza, si è arrivati ad una soluzione di compromesso. Infatti nel documento “bollinato” è stata confermata la “tranche” per il reddito di emergenza, ammortizzatore destinato ai nuclei familiari economicamente più fragili. Nelle quantità più o meno già previste per il bonus precedente(quindi senza aumenti). Per la precisione il “decreto 13 agosto 2020 per il Sostegno e il rilancio dell’Economia” prevede un assegno “una tantum” di importo variabile tra 400 e 800 euro, modulato in base al reddito e ai componenti della famiglia. Nel testo definitivo del decreto agosto è stato confermato il bonus baby sitter destinato agli operatori sanitari, protagonisti dell’emergenza COVID: l’importo del bonus risulta triplicato da 67,6 a 236,6 milioni. Cioè, in sostanza, una sorta di premialità per chi , coinvolto direttamente o indirettamente nelle attività di contrasto antiCOVID2019, ha dovuto (e dovrà ancora ricorrere) al sostegno di personale autorizzato e riconosciuto al “babysitteraggio”. Le modalità sia di accertamento degli aventi diritto che di accredito dei fornitori di servizi sono ben dettagliate nel c.d. “decreto 13 agosto 2020”.
Stop ai licenziamenti. Altro punto di forte attrito al tavolo di concertazione tra le forze di maggioranza, quello dell’applicazione sic et simpliciter della Legge vigente (*) sulle contrattazioni di lavoro e sulle possibilità di licenziamento. Viene ribadita la condizione di particolare tutela degli operatori in questa delicata fase, prescrivendo alle aziende la possibilità di effettuare eventuali licenziamenti solo al termine della cassa COVID o dei 4 mesi di sgravi contributivi alternativi.
I nuovi poteri della Consob. Già presente in provvedimenti precedenti , viene confermata la primazìa della Consob nelle transazioni, con una stringente funzione di coordinamento/controllo. Infatti chi vorrà acquisire o cedere quote del 10, 20, 30, 40 o 50% o anche il controllo del gestore del mercato o della società che lo controlla dovrà effettuare comunicazione preventiva alla Consob.
La Commissione poi valuterà sia la solidità dell’acquirente potenziale che quella del progetto completo.
Sanatoria spiagge ed altri esercizi. Questa è la parte del decreto che più ricalca il precedente “Salva Italia”. Viene ribadita la possibilità , per tutti quei locali come bar, ristoranti, chioschi e immobili commerciali giudicati di difficile rimozione, di essere “assorbiti” (sic) all’interno delle acquisizioni effettive a bilancio del demanio dello Stato. Beninteso, al termine del 1° periodo di concessione da parte dell’Autorità demaniale. Per questi, il testo definitivo del decreto agosto ha previsto la possibilità di chiudere i contenziosi attraverso il saldo del 30% del dovuto in un’unica soluzione o del 60% rateizzato (massimo 6 anni). Erano (e sono) migliaia le cause riguardanti lo specifico argomento e, si spera (ancora una volta), di mettere fine ad un malcostume tutto italiano, cresciuto a dismisura a partire dagli anni Settanta dello scorso secolo.
Sanità, formazione casalinghe e ristorazione. Di alcune proposte innovative si era parlato anche in periodo pre-Covid, fra queste il Fondo per la formazione delle casalinghe con dotazione (ufficializzata nel decreto in oggetto) di 3 milioni l’anno a partire dal 2020. Non sono ancora ben definiti i termini di questo provvedimento, ma ipotizziamo che riguarderanno un riconoscimento dell’attività di assistenza a domicilio per figli o familiari (dalle necessità dei più piccoli alle difficoltà di deambulazione e vita – in generale – per i più anziani), attività inerenti la fruizione delle abitazioni e le pratiche di organizzazione casalinga. Anche qui si attendono lumi sulle modalità di certificazione delle funzioni realmente svolte. Sulla conferma dei 400 milioni per il sostegno della ristorazione italiana bisognerebbe aprire, invece, una parentesi. Si tratta di fondi dati a pioggia per placare una categoria fortemente provata ma altrettanto fortemente rappresentata anche a livello politico o per invertire inveterati abitudini commerciali e alimentari? Meglio l’utilizzo di buona parte di quella cifra per investimenti di settore, per l’innovazione, per la cultura del riciclo – anche nella ristorazione – e per un incentivo ai servizi bio e a “Km zero” .
Focus su imprese. Il testo del nuovo “dl 13 agosto 2020” ha messo sul piatto 200 milioni per il Fondo salva-Imprese, 64 milioni per la Nuova Sabatini, mezzo miliardo per i contratti di sviluppo, 10 milioni per il Fondo Coop, 950 milioni per progetti tecnologici di interesse europeo e 50 milioni per gli ormai noti voucher consulenza al manager dell’innovazione. Spiattellato così dice poco o niente. Nel dettaglio ci si legge la volontà di incerottare settori industriali e commerciali in difficoltà da anni, che hanno saputo approfittare solo in parte della pausa forzata Covid. E ora, grazie alla pioggia di miliardi proveniente dall’Europa ma che – prima o poi – dovremo ripagare, si tenta una doppia via di intervento. Sulla carta (è scritto anche nel “decreto”) privilegiando gli investimenti sulle spese di partite correnti, nella realtà – temiano – in un nuovo ennesimo salvataggio a narici turate per l’impossibilità di rimuovere ostacoli vecchi di decenni. Costo del lavoro ancora troppo alto. Centralizzazione delle decisioni con conseguenti ritardi e incomprensioni nelle sedi di attività periferiche (sia geograficamente, sia industrialmente). Difficoltà cronica a fare rete da parte del sistema industriale italiano, troppo abituato a socializzare le perdite e a privatizzare gli (a volte consistenti) utili. Obsolescenza degli impianti e sistema dei trasporti e della logistica ai limiti di utilizzo.
Alitalia e altre novità. Tra le “proposte” del decreto agosto come non annoverare quelle sui fondi destinati alla newco pensata per il rilancio di Alitalia, raddoppiati a 20 milioni di euro. Pure in questo caso. un’operazione fatta al buio , sulla sola presentazione di piani di sviluppo ipotetici, ben confezionati, webbizzati e in quadridimensione…ma – drammaticamente – non aderenti al vero. Incrementi di spesa (quindi con nuove assunzioni) sono previsti per le varie forze di polizia, per la Guardia di Finanza e per il personale impegnato in prima persona nel controllo delle coste a sud. Infatti il personale dell’Arsenale militare marittimo di Taranto sarà ampliato con 315 nuove unità, mentre 20 milioni di euro saranno destinati al servizio civile universale. Un servizio civile che, come già succede dal 2008, può vedere impegnati i giovani anche in attività di supporto all’accoglienza, al controllo e, eventualmente, al rimpatrio di chi è entrato in Italia in modo non consueto. Provvedimenti tutti importanti che necessitano di una attuazione pratica ragionata.
Mondiali di Sci di Cortina. Incredibile, infine, il regalo fatto al sistema turistico-commerciale prealpino e alpino che gravita intorno al mondo dello sport. Infatti, nel “pdf “ definitivo, il governo ha inserito anche un aiuto di massimo 14 miliardi di euro, da utilizzare in caso di cancellazione della competizione a causa del coronavirus. Quattordicimila milioni di euro (non è un errore di trascrizione) che praticamente passeranno direttamente dalle casse dei finanziatori europei o mondiali alle cassette di sicurezza di chi, pur non facendo nulla, riceverà il “dovuto” come risarcimento per un evento non verificatosi. Incredibile, ma vero.
La situazione per le Scuole. Il testo finale delle linee guida firmate dalla ministra Lucia Azzolina accoglie solo in parte le osservazioni del mondo dell’istruzione. Ad esempio quella di applicarle non solo in caso di un nuovo lockdown ma anche nelle singole zone rosse che il governo dovesse decidere di istituire per arrestare il contagio. Respinta invece la richiesta di eliminare una delle disposizioni più controverse del provvedimento: la fissazione di un numero minimo di ore di lezioni online. Che invece resta: saranno 10 in prima elementare, 15 alle medie e 20 alle superiori.
D’altra parte la scelta di emanare delle linee guida per la didattica a distanza – che nel frattempo ha cambiato l’acronimo da Dad in Ddi – parte dalla consapevolezza che nei tre mesi passati di sospensione delle lezioni in presenza le scuole sono andate in ordine sparso. L’impressione diffusa è che – nonostante i gruppi di autoaiuto, i webinar, la pagina web dedicata – gli istituti che partivano più avanti sono rimasti in testa. E lo stesso vale per quelli in coda.
Da qui la scelta di introdurre delle regole minime generali uguali per tutti che i singoli presidi dovranno poi declinare caso per caso. In un piano per la didattica a distanza di cui ogni scuola dovrà dotarsi come allegato al piano triennale per l’offerta formativa.
Solo alle Superiori le lezioni online potranno affiancare (“in maniera complementare”) la didattica frontale sin dalla riapertura di settembre. E infatti molte secondarie di II grado già si stanno organizzando per dividere i gruppi classe in due tronconi che si alterneranno in classe e da casa, spesso a giorni alterni. Per loro arrivano due indicazioni: la prima è che le ore minime di Ddi in modalità sincrona (cioè in diretta) dovranno essere almeno 20; la seconda è che “il gruppo che segue l’attività a distanza rispetti per intero l’orario di lavoro della classe”. A meno che la metodologia usata dal singolo docente non richieda una scansione temporale diversa.
Nel “decreto 13 agosto 2020” vengono ripresi questi punti fondamentali (solo come riferimenti a piè di pagina) ma è già qualcosa. Come l’impegno a “fare fronte, in ogni caso ed in ogni situazione, all’eventualità di impegni di spesa aggiuntivi se debitamente motivati”. Un passo indietro, comunque, rispetto al “protagonismo scolastico” che si intravvedeva nel primo “Salva Italia”.
Non ci piace questo decreto, lo si sarà capito, e abbiamo provato a fornire motivazioni e dati. Ora… vedremo con i provvedimenti applicativi se si arriverà a qualcosa di concreto. Ecco il documento in forma completa
https://www.agricolae.eu/wp-content/uploads/2020/08/DL-AGOSTO-bollinato-inviato-al-Colle.rid_.pdf
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