“Educare i figli in modo duro e severo”

Un articolo del nostro caro Guido Manzone scritto nel 1991 per il bisettimanale locale “Il Piccolo”. Ancora una volta aveva visto lontano…Era appena finita la “guerra fredda” e, praticamente il XXI secolo, con tutte le sue “bolle” e “contraddizioni”, cominciava allora. Tutto da leggere. (n.d.r.)

Alcuni nostri lettori ci scambiano per la Madonna della Salve. Deprecabile equivoco, fosse solo per il fatto che noi abbiamo la barba, mentre la Madonna, a quanto ci risulta, ne è priva. Tale confusione, indubbiamente da attribuirsi allo stravolgimento dei tempi e dei valori, li induce a chiederci soluzioni ai più svariati problemi, e in particolare, consigli sull’avvenire professionale dei figli, preoccupazione principe nella nostra Provincia. Che ciò avvenga non va certo attribuito a nostro merito, sarebbe errore gravissimo il farlo, ma a totale discredito  delle autorità costituite cui sarebbe più logico e consono rivolgere siffatte domande. Se interrogano noi, modesti cronisti dei tempi, vuol proprio dire che non sanno più a che santo votarsi. Ci auguriamo con tutto il cuore di sbagliare, ma le nostre previsioni sul futuro occupazionale in Provincia di Alessandria sono pessime. Le merci italiane hanno perso competitività sul mercato internazionale, sia dal punto di vista della qualità che del prezzo. Questa è la cosa peggiore che possa capitare ad una nazione e da cui si può uscire solo a costo di gravissimi sacrifici e di un arretramento della qualità della vita, essendo irrinunciabile trasferire il denaro dai consumi agli investimenti. Nel contempo l’inarrestabile crisi finanziaria dello Stato, degli enti pubblici e delle USSL, ridurrà gli aiuti a favore delle classi subalterne, delle fasce più deboli della popolazione, proprio nel momento di maggior bisogno. Né vi si può far fronte stampando carta moneta, come in parte è già avvenuto, a meno di accelerare ulteriormente sulla via del Sud America (ed ora anche dell’Unione Sovietica) con polverizzazione della moneta e l’inflazione fuori controllo. Se questo è il quadro generale, vediamo quello della nostra Provincia. Come sempre avviene in questi casi (e se qualcuno vi dice il contrario, mente) il costo della recessione verrà pagato dai più poveri e in modo proporzionalmente minore dalle categorie benestanti. In altre parole, ci sarà, cominciando dal basso, un’ ulteriore erosione del reddito reale che unificherà all’indietro le varie classi sociali. Fenomeno peraltro già in atto nell’Alessandrino, da decenni in crisi strisciante. In tutta la Provincia è in via di estinzione la piccola borghesia, un tempo pilastro portante della nostra economia e della nostra cultura, ormai assimilata al proletariato o, peggio ancora, al sottoproletariato. Ciò è avvenuto non solo dal punto di vista del reddito, ma anche della cultura, dell’ideologia, del vivere e del concepire la vita. Si è verificato esattamente l’opposto di quanto capitato nei paesi sviluppati europei in cui si è avuta ugualmente una riduzione di distanza tra le classi sociali, ma verso l’alto e non il basso. A nostro giudizio è questo il fatto più grave e frenante per il rilancio futuro dell’occupazione. La cultura del sottoproletariato, andata sempre più diffondendosi, è congenitamente incapace di sviluppo, rifiuta il lavoro, tende a vivere alla giornata, non ha capacità di programmare il proprio futuro, finisce coll’isolarsi da  un mondo in cui riceve solo frustrazioni, è lamentosa ma non costruttiva e, non essendo in grado di capire ciò che conta e ciò che non conta nella vita, si trova priva della verifica del reale e in preda ai venti variabili dell’irrazionalismo e dell’utopia. Essendo poi incapace di analisi corrette è perciò facile preda del veleno di effimere chimere, propalate come cavalli di storno, e quindi disponibili a qualsiasi  genere di avventura, anche contro i propri interessi. Questo grave arretramento culturale, questo lento affondare nella palude, che in certi casi ha coinvolto anche la media borghesia, è stata la causa del nostro mancato sviluppo e sarà l’ostacolo principale a un nostro eventuale rilancio. Siamo fermamente convinti che la ricchezza e la prosperità di un territorio sia strettamente condizionata dal livello culturale di chi la abita. In merito basta un esempio. Gli stati del Sud America da un punto di vista minerario, agricolo e petrolifero sono assai più favoriti di quelli del Nord America. Ma i primi furono occupati e dominati da europei di cultura spagnola e i secondi da europei a cultura anglosassone. Gli Stati Uniti oggi dominano il mondo mentre gli stati  Sud americani sono tra i più miserabili, invivibili e antidemocratici del pianeta, con disuguaglianze sociali difficilmente credibili. Quanto detto  spiega, seppure indirettamente, il nostro consiglio sul futuro dei vostri figli. Più la situazione economica sarà grave, più dura sarà la selezione nel lavoro. Se non vorrete farne dei parassiti che vivano consumando in breve quanto voi avete accumulato in una vita o, se non avete dei redditi alle spalle, dei paria gettati ai margini della società, date ai vostri figli un’educazione molto dura e severa, insegnando loro l’etica del lavoro, del sacrificio,e lo stretto collegamento tra denaro, produzione e cultura. E anzicchè comprare loro inutili abiti alla moda, fateli viaggiare per l’Europa del Nord in modo si rendano conto di che cos’è il vivere civile e possano essere accettati alla pari in una società di uomini veri e non vadano a rimpinguare la schiera, sempre più vasta, delle larve umane senza spina dorsale, per cui ci sarà sempre meno spazio in futuro.

(*) Guido Manzone .   (Aydin)

Il Piccolo 14-9-1991

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