Ennio Morricone: l’umiltà dell’accordatore

Mi piace pensare che Ennio Morricone sia stato “grondaia” .

Questa è la definizione che Gustavo Rol dava delle sue capacità sensitive, straordinarie per noi tutti. Queste sono le  testimonianze di Gustavo Rol: scritti, quadri, registrazioni audio e telefoniche, nonché testimonianze personali di persone che lo frequentavano. Rol tocca una moltitudine di temi e porta le persone a riflettere sull’esistenza dello spirito attraverso “giochi” con le carte ed esperimenti para-psichici. Di certo tra tutte le sue enunciazioni quella che più colpisce è questa:

“Ho scoperto una tremenda legge che lega il colore verde,
la quinta musicale ed il calore.
Ho perduto la gioia di vivere.
La potenza mi fa paura non scriverò più nulla”
Gustavo Rol comprese che l’uomo può divenire la “porta” che mette in comunicazione il mondo della materia e dello spirito.
Attraverso i suoi studi, i suoi talenti e la pratica aveva appreso come farsi porta ed espressione dello spirito nel mondo materiale.
Per fare questo utilizzava sollecitare i tre canali percettivi più comunemente usati: visivo, uditivo e cinestesico per “accordare” il proprio corpo con la psiche in una precisa vibrazione.

Ecco, Morricone lo vedo così, capace di “accordarsi”, lui che amava stare al suo pianoforte, in silenzio.

Per questo le sue musiche ci toccano così nel profondo, arrivano dalla stupefazione di questo “accordo” e dall’umiltà dell’accordatore.

Un po’ come il prestare orecchio, è così che Maria presta orecchio all’Angelo che annunciava cose extra-ordinarie, fuori dall’ordinario. Come le musiche di Morricone.

“Genio e regolatezza” dice di lui Roberto Benigni, e credo stiano proprio qui le qualità dell’accordatore.

Nessuna necessità di alterazioni psichiche o alcoliche, solo buon artigianato per essere ritmo dell’Essere.

E cos’è che fa il ritmo se non la Musica ?   Certo non tutta la musica.

Viviamo di parole e di immagini, ma sono niente , è la Musica che mette dentro la Vita, o meglio la Vita è Musica, ecco perchè necessitiamo di Silenzio.

E non si tratta di chiederci cosa ci dice, si tratta di ascoltare, perchè Mozart, Beethoven, Mahler, Morricone ci stanno dicendo qualcosa che ancora non conosciamo e che le parole e le immagini mai potranno dire.

L’invisibile, l’indicibile è lei, la Signora Musica che li eccita e li fa essere capaci di sedurci, di ammaliarci, di trasformarci.

Morricone è semplicemente uscito dall’uscio che aveva sempre lasciato accostato, aperto su quel panorama  infinito e luminoso, dove le note danzano e i Maestri scrivono per noi quello di cui ci hanno sempre parlato e che ancora non capiamo.

 

 

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