Euro e sterlina e dintorni

Quante volte, in passato, in procinto di partire per un paese europeo, ci si preoccupava di cambiare la valuta, oggi, grazie all’euro e ai tanti strumenti di pagamento(vedi le carte di credito) si può girare comodamente per l’Europa e nel resto del mondo(epidemie permettendo) senza grandi problemi.

L’euro è adottato attualmente da 19 paesi europei e ciò rende veramente comodo, oltre che facile, trasferirsi da un paese  all’altro.

È  un’area estesa, che si amplia ancora di più se si aggiungono anche i paesi UE che hanno mantenuto le loro valute nazionali. Ma a questo punto c’è da considerare che alcuni stati dell’Unione mantengono il controllo su lembi di territori appartenenti un tempo ai loro estesi domini coloniali. Quindi  ci si pone una domanda: ma qual è la reale area di circolazione dell’euro?Francia, Paesi Bassi, Portogallo e Spagna amministrano territori speciali che si distinguono in regioni ultra-periferiche e territori d’oltremare.

I primi sono:

Guyana francese,Guadalupa, Martinica, Mayotte, Reunion, San Martin,(dipartimenti d’oltremare francesi),

Bonaire, Saba e Saint Eustatius(ex Antille olandesi),

Azzorre e Madera(Portogallo),

Canarie (Spagna).

I secondi comprendono:

Saint Pierre e Miquelon, Polinesia francese, Wallis e Futuna, Nuova Caledonia, terre australi e antartiche francesi e Clipperton(Francia),

Aruba, Curacao, Sint Maarten(Paesi Bassi),

Groenlandia(Danimarca).

A questo punto immaginiamo di essere un viaggiatore desideroso di fare un lungo giro turistico  e cerchiamo di capire dove possiamo recarci con l’euro in tasca, senza effettuare cambi. Partiamo da Malpensa e raggiungiamo le Canarie quindi, successivamente, Ceuta e Melilla, enclaves spagnole in Marocco. Tornati in Spagna, prendiamo un aereo per Lisbona e da qui ci spostiamo alle Azzorre e a Madeira.

Non siamo ancora stanchi, prendiamo un volo per Parigi, da dove possiamo dirigerci a Reunion, isola di fronte al Madagascar, oppure a Guadalupa e Martinica, alle Antille. Queste due isole sono troppo affollate? Allora andiamo a Saint Martin e Saint Barthelemy. Vogliamo un ambiente più selvaggio o più fresco,cosa c’è di meglio della Guyana francese, la terra di Papillon, o di Saint Pierre e Miquelon, pescosissimo arcipelago di fronte alle coste canadesi. Ma non è finita qui! L’euro circola anche nei microstati europei, Città del Vaticano, San Marino, Andorra e Principato di Monaco: grazie a particolari accordi, possono usare l’euro e far coniare un limitato numero di monete con i loro simboli(in Italia sono frequenti gli spiccioli del papa e di San Marino).

Ci sono poi paesi che hanno addirittura adottato unilateralmente l’euro, sostituendolo al marco tedesco, usato in precedenza, Kosovo e Montenegro,. E se volessimo andare nella Polinesia francese o in Nuova Caledonia? Oppure ad Aruba , Curacao o Sint Eustatius ? In questo caso è necessario effettuare un cambio in loco per le piccole spese(tanto per  utilizzare la moneta locale): i franchi CFP per la Polinesia Francese o la Nuova Caledonia,  il  fiorino di Aruba(o il dollaro USA),il fiorino caraibico per Curacao e Sint Maarten, il dollaro americano per Sint Eustatius (insieme a Bonaire e  Saba). Fra le valute che avrebbero dovuto fare posto all’euro c’era pure la sterlina britannica, anche se  non in tempi brevi, ma dopo il 31 gennaio 2020, con l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, c’è da pensare che la sterlina avrà ancora un’esistenza lunghissima, anche come valuta di riserva. È esistita, ed esiste ancora, un’area della sterlina, ma con caratteristiche diverse rispetto ai tempi d’oro dell’impero britannico. Non è questa la sede per commenti sull’esultanza dei brexiters fra il 31 gennaio e il 1 febbraio 2020, ma ciò ha evidenziato quanto la partecipazione inglese alla vita della Comunità europea sia sempre stata caratterizzata da luci ed ombre: il paese, ad esempio, non ha mai mandato in pensione  il sistema di pesi e misure detto imperiale( quello delle pinte e delle yarde, per capirci). Sicuramente  certi sostenitori di Boris Johnson vogliono restaurare i fasti vittoriani, ma chissà se  fra quelli c’è anche qualche nostalgico del sistema ventesimale, dismesso nel 1971, con l’adozione del centesimale.

Introdotto nel IX secolo da Carlo Magno(1 sterlina=20 scellini= 240 pence)dominò l’Europa fino all’avvento della Rivoluzione francese, che aprì  la strada al sistema metrico- decimale.  Oggi , credo, solo pochi anziani inglesi sarebbero disposti ad abbandonare il comodo centesimale(1 pound= 100 pence)per il vecchio sistema e questo è il retaggio dei 47 anni di partecipazione inglese alla vita della Comunità Europea. In merito all’area della sterlina possiamo dire che nei territori d’oltremare e in quelli autonomi dipendenti dalla corona inglese circolano pounds locali cambiate alla pari con quella britannica: vediamo la cosa un po’ più da vicino. In Scozia e nell’Irlanda del nord circolano banconote e monete locali parallelamente a quelle del Regno Unito, nel quale sono a loro volta accettate. La cosa si differenzia se invece facciamo un salto alle Isole del Canale: Jersey, Guersney e Alderney. Queste isole hanno diritto di emettere valuta propria(sterline appunto)ma con limitazioni. Ad Alderney circolano pounds britanniche e dei vari territori che compongono il Regno Unito ma non quelle locali, coniate solo per i collezionisti. La sterlina di Guersney è quella più diffusa nel Canale, ma non è accettata nel resto del Regno: i viaggiatori prima di partire  per una qualsiasi località della Gran Bretagna devono spendere la moneta dell’isola in loco oppure cambiarla presso i cambiavalute. Lo stesso discorso vale per Jersey.

C’ è una precisazione da fare: le monete metalliche di queste due isole hanno le stesse caratteristiche di quelle britanniche,quindi si confondono facilmente e perciò è possibile riceverle nel resto di una spesa a Londra o a Edimburgo. L’isola di Man è invece in unione monetaria con l’UK , la sua valuta è l’emissione locale della pound di sua maestà britannica,però pur non essendoci impedimenti, non viene accettata nel resto del Regno Unito, costringendo i turisti a cambiarla prima di lasciare l’isola. Anche in questo caso potrà capitare di ricevere con il resto qualche pence dell’isola di Man, vista la comunanza nel peso, nelle misure e nell’effigie della regina. La sterlina di Gibilterra è anch’essa scambiata alla pari con quella britannica ma non ha corso legale nel resto del paese, dove però si intrufolano, per le ragioni già esposte, gli spiccioli metallici. Le sterline delle Falkland e di Sant’Elena , monete e banconote, circolano solo in questi territori, le prime però sono accettate anche alle Sandwich meridionali e nella Georgia del sud, mentre le seconde circolano pure ad Asensione. Questa varietà di pounds locali è il retaggio di ciò che fu il glorioso impero britannico, ma sono anche una necessità amministrativa, specie nei territori molto lontani, e uno stimolo all’economia locale: le valute devono essere spese là dove circolano e danno ossigeno alle attività commerciali locali.

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